Una visita al Museo della Frutta di Torino

La raccolta di “Garnier Valletti” tra mele e biodiversità

Il particolarissimo museo di cui ci vorremmo occupare è unico nel proprio genere in Italia e possiede una raccolta storica di oltre mille esemplari di modellini di frutta e funghi, in particolare di mele.
Aperto nel 2007 a Torino, il Museo della Frutta presenta una singolare collezione di “frutti artificiali plastici” modellati a fine Ottocento in modo minuzioso e dettagliato da Francesco Garnier Valletti.
«Francesco Garnier Valetti inventò il vero modo d’imitare i fiori naturali in cera i quali vennero assai apprezzati non solo dai grandi signori di Milano di Vienna di Prussia di Pietroburgo ma bensi tutta la Casa imperiale d’Austria come pure dalla Real Casa di Prussia e dal Imperial Casa di Russia. […] quasi è giunto ad una perfezione incredibile quanto pare impossibile a ottenere»
Così scriveva di sé Francesco Garnier Valletti (Giaveno, 1808 – Torino, 1889) in: F. Garnier Valletti, (Raccolta di ogni sorta di segreti e Ricette le più importanti e necessarie).
Garnier Valletti fu un insuperato inventore di tecniche di riproduzione di fiori e frutti artificiali che raggiunse insuperati livelli di perfezione.
Nacque a Giaveno TO nel 1808, nel 1830 si trasferì a Torino, sposò Giuseppina Grosso dalla quale ebbe quattro figli.


Iniziò l’attività di ceroplasta, ossia di modellatore di fiori ornamentali in cera, qualche tempo dopo lasciò la famiglia, composta da quattro figli, e partì per Milano dove la sua abilità di ceroplasta fu apprezzata a tal punto che venne introdotto alla Corte imperiale di Vienna e qui cominciò a riprodurre oltre ai fiori anche frutti.
Da Vienna si diresse a San Pietroburgo, alla Corte dello Zar Nicola I Romanov.
Ritornò a Torino nel 1848 a seguito della morte della moglie e della difficile situazione politica europea.
Iniziò così un lungo periodo di successi e di riconoscimenti ufficiali. Nel 1851 gli venne conferito un importante una medaglia d’argento all’Esposizione dell’Accademia di Agricoltura di Torino, per i suoi fiori e frutti in cera.
I suoi frutti furono presentati alle mostre ed esposizioni torinesi, come a quelle di Como, Firenze, Pallanza, Roma, Treviso, a quelle di Amsterdam, Anversa, Londra, Parigi, Vienna, Budapest, ottenendo ovunque importanti riconoscimenti.
Le partecipazioni alle mostre e fiere gli permisero di collezionare almeno 32 medaglie e nel 1878, su proposta del ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, venne insignito da  Umberto I Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Tuttavia, oltre alla fama i suoi successi gli resro ben poca fortuna, costruire gli stampi, fabbricare le resine, le vernici e gli impasti comportava costi non indifferenti e i margini risultarono assai esigui.
Così Garnier Valletti si ridusse a vendere le proprie opere a scuole, vivaisti ed amatori. La ditta Cirio lo aiutò nel collocamento.
Il principe Enrico d’Orange nel 1877 acquistò, per la non indifferente cifra di 10.000 lire, una collezione di 870 pezzi che era stata esposta ad Amsterdam, per farne dono alla Scuola d’Agronomia Linneana.
Questi frutti erano acquistati da collezionisti ed amatori che ne apprezzavano le valenze estetiche, ornavano spesso le tavole eleganti ed erano anche ricercate  dai vivaisti che li utilizzavano per mostrare ai propri clienti i frutti che avrebbero ottenuto dagli alberelli acquistati.
Parlando del valore della Biodiversità i suoi appunti sono oggi preziosi sia per gli studiosi del patrimonio genetico della frutticoltura che per coloro che cercano di recuperare, salvaguardare e valorizzare specie sempre più rare che rischiano di essere spazzate via dalla produzione per ragioni esclusivamente commerciali.


Durante la visita al Museo della Frutta potremo scoprire ed ammirare la straordinaria collezione pomologica, costituita incredibilmente da centinaia di varietà di mele, pere, pesche, albicocche, susine, uve.
Il Museo propone un percorso storico applicato all’agricoltura nel periodo tra otto e novecento. In pratica il momento storico durante il quale iniziò e si sviluppò la transizione della produzione ortofrutticola dalla fase artigianale a quella industriale.
Di grande interesse sono gli aspetti morfologici dei singoli esemplari che mettono in rilievo le differenti, e spesso appena accennate, differenze di colore e aspetto che esprimono al meglio il concetto di Biodiversità.
Vengono poste a confronto le molte varietà di frutta coltivata a fine Ottocento con quelle presenti oggi sul mercato.
Molte delle caratteristiche delle varietà “storiche” non incontrarono il gusto del pubblico e vennero abbandonate. Il brutto viene sempre associato al cattivo e si preferiscono forme dal bell’aspetto, magari povere di sapore, a varietà esteticamente meno appariscenti ma dal gusto prelibato.


Durante il periodo 2002-2007, la Città di Torino elabora un progetto espositivo per l'esposizione pubblica e la rivalutazione della collezione pomologica di Garnier Valletti, interrompendo una travagliata e lunga storia di trasferimenti in locali sempre diversi e poco adatti ad ospitare una collezione tanto singolare,
Nel 2007 si inaugurò l’apertura del museo nell'attuale sede torinese di via Giuria 15.

 

Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”:
Via Pietro Giuria 15 – 10126 Torino
tel. 011 6708195; fax 011 6708196
E–mail: info-museodellafrutta@comune.torino.it

Apertura:
È aperto dalle 10:00 alle 18:00 dal lunedì al sabato
Il museo è aperto dal lunedì al sabato. Chiuso alla domenica.

Tariffe d’ingresso:
Singolo museo:
Euro 5,00 (intero);
Euro 3,00 (ridotto)
Ingresso cumulativo con Museo di Anatomia Luigi Rolando e Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso:
Euro 10,00 (intero);
Euro 6,00 (ridotto)
Ridotto per ultra 65 anni
Gratuito per minori di 10 anni e disabili
Ingresso gratuito il mercoledì
Il Museo aderisce all’Abbonamento Musei Torino Piemonte e alla Torino + Piemonte Card. www.abbonamentomusei.it

Visite guidate:
Per le visite guidate, la prenotazione è obbligatoria sia per gruppi che per singoli. E' sufficiente telefonare alla sede del Museo al nr. 0116708195.

 

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Articolo pubblicato il 19/02/2024