Filippo De Filippi
Prof Filippo de Filippi

Un insigne Zoologo dell'Università di Torino

Celebriamo oggi, 9 febbraio, la ricorrenza della scomparsa di Filippo De Filippi, insigne zoologo, medico e viaggiatore
Filippo De Filippi nacque a Milano il 20 aprile 1814 e si spense durante un viaggio ad Hong Kong il 9 febbraio 1867.
Dopo la laurea in Medicina all'Università degli Studi di Pavia (1836) si dedicò alla ricerca scientifica rimanendo come assistente di zoologia presso la stessa università.
Nel 1840 si trasferì a Milano.


Dopo un soggiorno a Milano presso il Museo civico di storia naturale nel 1840 diventò Socio dell'Accademia delle Scienze di Torino e nel 1848 ottenne la cattedra di Zoologia all'Università degli Studi di Torino, succedendo a Giuseppe Gené.
De Filippi fece numerosi approfondimenti negli ambiti delle Scienze Naturali, in particolare eseguì importanti studi in campo embriologico e nelle ricerche in anatomia comparata.
Lavorò con successo anche nel campo della nascente ittiocoltura ma raggiunse i traguardi più significativi come convinto sostenitore del darwinismo in Italia.


Non confortato dall’opinione del “fissistaGiuseppe Genè, dal quale, come si è detto in un articolo precedente, ereditò la cattedra di zoologia, pubblicò e tradusse molti lavori dello scienziato inglese, diventando famoso per una conferenza a carattere divulgativo che fece tremare le paludate coscienze di molti ascoltatori.


Dobbiamo sempre tener presente che la Teoria dell’Evoluzione al suo esordio incontrò ostacoli indicibili da parte di molti scienziati e soprattutto dagli ambienti ecclesiastici che comprendevano sempre di più quanto fosse incompatibile con l’interpretazione letterale delle Sacre Scritture.


Occorsero molti anni per comprendere che l’universo non si creò in sette giorni, bensì in quasi 14 miliardi di anni (giorno più, giorno meno).
Il coraggio di De Filippi si espresse durante la notissima conferenza “L’Uomo e le scim(m)ie, che lo studioso tenne a Torino in via Po n° 16, la sera del 11 gennaio 1864, esattamente 160 anni fa, di cui riportiamo l’inizio ed il Link con il testo completo:


"La infinitamente bella e grande varietà di forme di piante e di animali che popolano ora la superficie della terra, non è apparsa tutta insieme d’un sol getto, ma è stata preceduta da una successione di altre forme diverse, di altri mondi di viventi, che hanno lasciate, a documento della loro passata esistenza, spoglie più o meno complete negli strati della corteccia terrestre."


Con uno spirito da autentico viaggiatore visitò molte regioni lontane, nel 1862 raggiunse la Persia e nel 1865 si imbarcò sulla Pirocorvetta “Magenta” per un lungo viaggio verso il Sud America e poi l’Estremo Oriente.
Colpito probabilmente dal colera nel suo ultimo viaggio verso Hong Kong si spense all’età di 53 anni.
E’ sepolto a Pisa nel Camposanto Monumentale.


Oltre al testo completo che il Lettore potrà trovare nel link in descrizione: https://it.wikisource.org/wiki/L%27uomo_e_le_scimie, riportiamo alcuni estratti particolarmente significativi:


“…che ogni grande epoca della storia fisica del nostro globo è distinta da un complesso di forme organiche sue proprie; che grandissima è la differenza fra le piante e gli animali delle prime epoche della creazione, in confronto delle forme ora esistenti; ma che, procedendo regolarmente da quelle più lontane epoche, siffatte differenze andarono mano mano scemando verso l’epoca attuale che ha per suo proprio distintivo la presenza dell’uomo.”


“La seconda teoria parte da un principio diametralmente opposto: dalla variabilità indefinita dei tipi specifici. Essa ammette lo svolgimento continuo e moltiforme di una creazione unica non mai interrotta, ammette pure (e come potrebbe altrimenti?) lo stesso ordine cronologico delle varie forme di animali e di piante che hanno successivamente popolata la terra, ma le deriva da un processo di semplice trasmutazione continua e progressiva e stabilisce, per esempio, fra gli animali di un’epoca e quelli di un’epoca susseguente, un nesso genetico, come fra antenati e discendenti.”


 "Tante sono le specie, quante in origine furono create ". Ma poi al caso pratico si è molto soventi nell’impossibilità di distinguere con precisione ciò che è razza da ciò che è specie: fra due specie primitivamente molto bene distinte, si scoprono molto soventi, troppo soventi per la comodità delle determinazioni sistematiche, variazioni intermedie costanti che i naturalisti incominciano già a chiamare specie darwiniane. Infine l’ultimo risultato è questo: che il famoso assioma è andato a far compagnia ad altri spezzati ceppi del libero pensiero…”


Il Lettore tenga soprattutto presente che la prima edizione de “L’origine delle specie ad opera della Selezione Naturale”, il lavoro più importante di Charles Darwin venne pubblicata il 24 novembre del 1859. Solo cinque anni dopo, nel pieno della tempesta culturale che aveva accolto il capolavoro darwiniano, De Filippi volle promuovere pubblicamente quella nuova “visione del mondo”.
Nella parte conclusiva della propria conferenza, De Filippi espose, sottoforma di specchietto, la principali obiezioni al darwinismo che il Prof. Giovanni Giuseppe Bianconi, suo rivale, mosse per confutare la Teoria dell’Evoluzione e le confrontò con le proprie:

Prof. Bianconi:
1. Esistono distinzioni organiche, gravi e sicure fra l’uomo e le scimie antropomorfe.
Prof De Filippi:
1. Esistono distinzioni organiche gravi e sicure fra le scimie antropomorfe e le capucine.    
B.:
2. Tali distinzioni e differenze più emergono salienti ed accertate, quanto più l’analisi è profonda.    
D.F.:
2. Tali distinzioni e differenze più emergono salienti ed accertate, quanto più l’analisi è profonda.        
B.:
3. Sussistono in tutta la loro integrità le antiche divisioni di bimani e quadrumani.    
D.F.:
3. Sussistono in tutta la loro integrità le antiche divisioni di scimie catarrine e platirrine.        
B.:
4. L’uomo è una creazione a parte, ed a sé, indipendente affatto da quella degli altri animali.    
D.F.:
4. E nullameno le scimie antropomorfe NON sono una creazione a parte e indipendente affatto da quella degli altri animali.


E’ noto a tutti come la Storia Naturale abbia dato un verdetto favorevole alle tesi di De Filippi, e deve essere altrettanto importante affermare che le teorie e le ipotesi scientifiche non sono mai dei Dogmi (a differenza dei fondamenti delle religioni), e che tutto evolve sempre e inesorabilmente verso novelli lidi e novelle ipotesi che cambieranno, con certezza, le future Visioni dell’Universo…

 

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Articolo pubblicato il 09/02/2024