Considerazioni su fauna e flora a Torino

Di Giusi Riverso

Civico 20 News ospita le considerazioni di una nostra lettrice che illustra una situazione di incuria e di degrado di un’area del Parco del Valentino a Torino.

Confidiamo che questa segnalazione possa stimolare altre persone nel segnalare situazioni analoghe o anche legittime opinioni diverse in merito. Sovente, per mettere a fuoco e trovare soluzioni ai problemi, il concorso di più suggerimenti può risultare utile e vantaggioso (m.b.).

 

Gentili signori, lieta se vorrete ospitare questa mia considerazione, sulla vita dura per piante e animali a Torino.

Avrà come lettori pure l'Assessorato al verde e la Tutela animali del Comune di Torino.

 

Qual è l'effetto della scelta di NON intervenire per risolvere, quantomeno, i piccoli problemi? Parlo del laghetto di viale Crivelli nel Parco del Valentino e dei suoi ospiti. L'effetto si evince dalle fotografie allegate (1. nutria morta 13 maggio e 14 maggio, 2. stato attuale del trascurato laghetto di viale Crivelli, 3. proliferazione dei castorini.

Ragionando in modo superficiale e affrettato, la "colpa" delle situazioni sopra illustrate è addebitata ai Myocastor coypus o castorini sudamericani (impropriamente chiamati nutrie).

Essi avrebbero dovuto:

A) evitare di entrare nel laghetto (spinti dall'alluvione del 2016)

B) modificare il loro naturale stile di vita, biologicamente determinato da migliaia di anni di evoluzione

C) effettuare essi stessi il controllo delle nascite ai fini dell'autotutela e della tutela dell'habitat-laghetto.

Le operazioni di sterilizzazione effettuate a fine 2018 e inizio 2019 sono riuscite mediaticamente, ma fallite pragmaticamente; non hanno raggiunto l’obiettivo; tre castorini sono sfuggiti alla sterilizzazione e hanno continuato, seppure in forma limitata, a procreare.

Alla prima segnalazione, fatta agli Uffici competenti, sulla presenza di tre castorini, alla scrivente fu risposto che la legge impediva lo spostamento di fauna selvatica. E qui nasce il paradosso D, consistente nel decidere di non spostarle, MA contemporaneamente abbandonandole all'inedia, ai furti, ai maltrattamenti, agli incidenti, alle malattie, contravvenendo così ad altre leggi, nazionali ed europee, sul maltrattamento e l'abbandono. Onestamente, questo tipo di tutela si può definire reale o ipocrita?

PS uno: i castorini sono animali estremamente miti e nel laghetto convivono pacificamente con animali di specie diverse senza che MAI sia accaduto un diverbio o un attacco. Nonostante sia stata appiccicata loro una narrazione allarmista (facendo felici i cacciatori che le "eradicano"), di distruttori dell'ambiente, vi sono studi accreditati che dimostrano altro e addebitano la distruzione dell'ambiente a ben noti interventi, umani.

PS due: il disprezzo verso gli animali ospiti del parco non è rappresentabile solo con il comportamento verso i castorini.  Ad Amburgo, in inverno, i cigni sono spostati perché il fiume gela; nella civile Torino, come posso testimoniare con un ampio carteggio e fotografie, è accaduto che un piccolo di oca domestica [e perché mai inserire delle oche domestiche in un luogo non appropriato?], che si era azzoppato, è stato lasciato a friggere sotto il sole di agosto.

In questi giorni: c'è un germano con zampa spezzata il quale si trascina sulla pancia per potersi muovere, un altro con ala spezzata e quindi inibito a volare. Resta il mistero del perché certe persone, prive di passione (in questo caso per verde e animali), facciano il mestiere ("verde") che fanno.

Cordiali saluti, Giusi Riverso

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Articolo pubblicato il 16/05/2021