Torino. Giù le mani dal Museo Lombroso

Un senatore della Magna Grecia, cacciato dai grillini mette in discussione l’importante museo delle nostra città. Il Presidente Allasia “Inaccettabile chiedere la chiusura del Museo Lombroso"

Ieri si è tenuto un meeting di vitale importanza tra Papa Francesco e il Presidente Draghi vertente il futuro del Paese. Il Presidente del Consiglio si è impegnato affinché “Lo Stato investa sulle donne e sulla possibilità di avere figli', perché prosegue Draghi, "Un'Italia senza figli è un'Italia che non crede e non progetta. È un'Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire. Il governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne". Affermazioni che, se seguite da provvedimenti mirati, potrebbero segnare il giro di volta sul ruolo delle donne nella società e segnare, come già in altri Paesi d’Europa  un incremento della natalità e l’avvio di una concreta politica a favore della famiglia.

 

Di fronte ad impegni epocali che si sommano ai grandi mutamenti in atto nella società, fa capolino una notizia sconcertante per la sua pochezza e meschinità. Riportano le agenzie che un pressoché sconosciuto senatore lucano. Tale Saverio De Bonis avrebbe rivolto un’interrogazione al ministro Franceschini per sapere - si legge nell’atto pubblicato sul sito del Senato - quali iniziative il ministro intenda intraprendere affinché quanto rappresentato nel museo (ndr. Lombroso di Torino), con per le sue insensate e balorde teorie basate sul razzismo scientifico vadano smentite.

 

Il senatore, già cacciato dal M5S, rincara la dose su Facebook con paragoni inimmaginabili. Non abbiamo avuto la possibilità di conoscere il titolo di studio ed approfondire il livello culturale del senatore lucano. Forse non ha mai visitato il museo e non conosce il pensiero e l’opera di Cesare Lombroso, di cui, come dimostrato in precedenti occasioni, molti nostri lettori ancora condividono.

 

Di fonte a simili balordaggini, è ancora una volta toccato al direttore del Museo, Silvano Montaldo fornire il contributo di verità: «C’è molta amarezza, ormai sanno che siamo un bersaglio facile e che attaccandoci verranno ripresi dai media. Abbiamo iniziato con l’onorevole Scilipoti più di dieci anni fa e si prosegue ancora. Al museo segnaliamo gli errori commessi da Lombroso, non facciamo apologia del razzismo: il nostro intento è dar conto dei metodi dell’antropologia fisica di oltre un secolo fa e del livello della scienza o pseudoscienza, che da sempre procede per errore, tentativi». Si è rimessa in moto anche la girandola di insulti sui social, contro il rozzo tentativo di un politico sconosciuto di salire, con disinvoltura, all’altezza delle cronache.

 

Cesare Lombroso, giova ricordarlo, fu un insigne positivista, esponente di spicco della fisiognomica e fautore di teorie  sul delinquente nato - e spesso i delinquenti erano gli abitanti del Sud Italia dei ceti più bassi, autori di delitti efferati e finiti sul patibolo. Fondato nel 1876, il muso è meta di visitatori attenti e di studiosi.

 

Anche il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Stefano Allasia, ha preso posizione contro la rozzezza del senatore De Bonis:" E’ inaccettabile che un senatore senza conoscere il museo e il suo contesto territoriale ne chieda la chiusura. Sarà mia premura prendere contatto con il Museo di antropologia criminale oltre farci visita, per valutare con la sua direzione, quali possono essere le necessità della struttura per farlo rivalutare oltre i confini di Torino. Scriverò poi al ministro della Cultura Dario Franceschini di venirlo a visitare per rendersi conto in prima persona della sua peculiarità e caratteristica unica nel suo genere. Soffermarsi a teorie ottocentesche oramai lasciate ai libri di storia come ha fatto il senatore, vuol dire non cogliere l’essenza stessa del museo, che rappresenta un’istituzione riconosciuta per il suo ruolo storico e scientifico in tutto il mondo”.

 

Invitiamo i nostri lettori a visitare il Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso www.museolombroso.unito.it

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Articolo pubblicato il 15/05/2021