Coldiretti in piazza contro i cinghiali

LAV: questa protesta dimostra l’inutilità e il danno della caccia. L’unica soluzione è lo sviluppo del controllo della fertilità

Coldiretti è scesa in piazza l’8 luglio 2021 per manifestare “contro i cinghiali” ai quali l’associazione degli agricoltori attribuisce qualsivoglia problema, dallo “sterminio dei raccolti” ai “pericoli per la salute”, con accuse che suonano come una esagerata distorsione della realtà, utile solo a ottenere like e spazio sui quotidiani.

Quello che non si rileva nelle dichiarazioni dell’associazione degli agricoltori, è un benché minimo accenno alle cause che hanno determinato quella che secondo loro è “una emergenza nazionale”.

Da sempre, infatti, la gestione delle popolazioni di animali selvatici, compresi i cinghiali, è affidata ai cacciatori e al piombo dei loro fucili. E da sempre i danni all’agricoltura imputati ai cinghiali sono in continua crescita, sebbene oramai dal 2005 possano essere cacciati 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno.

Nonostante, quindi, un regime di caccia forsennato, stando alle accuse di Coldiretti i cinghiali non solo non diminuiscono di numero, ma addirittura sono in continua crescita.

Dopo più di quindici anni di caccia illimitata al cinghiale dovrebbe essere chiaro a chiunque che il metodo venatorio applicato al controllo della popolazione di cinghiali è il vero problema, un fallimento sotto ogni aspetto, primo responsabile dell’incremento numerico dei cinghiali sul territorio – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici – ma questa evidenza sfugge alle amministrazioni regionali e nazionali che, sotto la pressione degli agricoltori, continuano a sostenere l’incremento della caccia, senza alcuna analisi degli effetti da questa prodotti”.

La caccia ha dimostrato di essere un totale fallimento! Causa la morte di milioni di animali ogni anno e altera gli equilibri delle specie, comportando così l’espansione numerica dei cinghiali, conseguente anche alle diffuse immissioni di animali provenienti dall’est Europa, operate dai cacciatori negli anni passati per avere a disposizione più animali, più prolifici e più grandi.

È quindi necessario un cambio di rotta che instradi su binari scientifici la gestione della convivenza tra gli animali selvatici e le attività umane che si svolgono sui loro territori. La questione legata alla consistenza numerica dei cinghiali deve diventare una grande opportunità per sviluppare la tecnica del controllo della fertilità mediante vaccino immunocontraccettivo, somministrato tramite esche alimentari. Un sistema che ha già dimostrato piena efficacia ma che necessita di ulteriore sviluppo

Chiediamo al Ministro Cingolani di attingere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per finanziare la messa a punto del vaccino immunocontraccettivo, che rappresenta l’unica possibilità di agire efficacemente sulla consistenza numerica dei cinghiali, escludendo i cacciatori che hanno dimostrato di essere la vera causa del continuo incremento dei danni procurati all’agricoltura”, conclude la LAV.

 

Civico 20 News ospita il comunicato inviato da Ufficio stampa LAV (lav.torino@lav.it – 064461325), che ringrazia per la collaborazione, relativo all’evento “Coldiretti in piazza contro i cinghiali”.

Foto di Annette Meyer da Pixabay.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/07/2021