
Un canto doloroso lanciato verso Oriente
Il Mondo delle Idee è un’associazione culturale - non a scopo di lucro - nata nel 1994 che promuove e realizza progetti riguardanti le tematiche dell'anima quali pubblicazioni e presentazioni di libri, mostre fotografiche e d’arte, manifestazioni culturali, concerti di crystal bowls e di didgeridoo, canti polifonici sugli armonici.
Noi donne associate abbiamo scritto - e pubblicato nel 2019 in una raccolta poetica per i tipi di Neos Edizioni - diversi landays, distici formati dal primo verso di nove sillabe e il secondo di tredici.
È un’antica tradizione popolare, cantata dalle donne pashtun nei tempi remoti mentre si recavano al fiume per lavare gli indumenti, trasformata ultimamente in un grido di denuncia per i soprusi e la violenza a cui sono sottoposte: dai matrimoni combinati dai genitori dopo consistenti trattative economiche con uomini vecchi, all’impossibilità di istruirsi o anche semplicemente di ascoltare la radio, ora persino di uscire di casa se non accompagnate da un uomo, quando non violentate e massacrate dalle milizie che cercano le non sposate entrando nelle abitazioni.
Nulla di scritto, tutto coperto dal segreto occultato da attiviste, in questi giorni più che mai in pericolo; con l’ascesa dei talebani le associazioni femminili stanno vivendo una tragedia per noi inimmaginabile, se non attraverso le loro parole raccolte nella sede centrale del Coordinamento italiano a sostegno delle donne afghane (Cisda), onlus che opera dall'Italia per far loro sentire la vicinanza.
La presidente Gabriella Gagliardo in contatto con le organizzazioni che operano in loco, come Rawa (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), Hawca (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan) e Opawc (Organization of Promoting Afghan Women's Capabilities) spiega quanto stiano seguendo attentamente l'evolversi della situazione.
Noi, in attesa di poter agire più attivamente attraverso questi canali, proponiamo i nostri landays, scritti pensando a loro, ma anche alle vittime del femminicidio nostrano che, seppure in misura ben minore, risulta essere sempre sangue di donna versato da chi coniuga il concetto di “amore” con “possesso”, non molto lontano dai colleghi talebani…
Sanguinerò al tuo strappo
io, solo fiore tra le pietre del deserto
Sta scritto nel sole che sorge;
nuovo giorno verrà e strapperà i nostri veli
Che possa domani mia figlia
leggere fiabe incantate a suo figlio
Tramuto l’odio in armonia
nasce dalla musica un fiore di pace
Vendicherà me quel figlio
nel quale posasti il tuo seme d’odio
Si va facendo più vicino
il dolcissimo suono della mia rivalsa
Sogno un canto d’amore per me
e tu berci alla guerra ubriaco di sangue
A. A.
Homem, metti giù quel fucile
L’ombra che hai davanti è di tua madre
Ciao piccolo sole pallido
Noi conosciamo l’orrore della civiltà
Eravamo solo in due
Ma sapevamo bene di non essere sole
Ci spengono come lumini
Portiamo la luce oltre ogni confine
Mentre il cielo sta cadendo
qualcuno è ancora in tempo per capire
Mentre la terra si solleva
capiamo quello che ci voleva dire
L’indigena aprì la porta
E tutti i popoli poterono passare
A. B.
Fui fiore di povero vaso,
nelle tue mani ora sono persa radice.
Il mio tempo: è nodo vero!
Chiuso nel nero desolato tuo silenzio.
Sottovoce, piccolo canto,
son donne comprate senza nessun ritorno.
Mi hai venduto a l’uomo vecchio,
ti distruggeranno le mie maledizioni.
È lieve come nel sospiro,
sorelle, quel lento canto che ci raccoglie.
Io donna sono una bacca
colma del succo profondo d’ogni mistero
Con parole-pietre m’uccidi.
la tomba che costruisci al tuo cuore.
La mia vita è solo corpo,
vorrei essere nuvola per sciogliermi da te.
Il tuo pene è la mia pena.
Nel tuo ferirmi maledico la tua vita.
“Libertà è il nostro canto.”
Voci di donne: luci del nostro futuro.
L. C.
Non esiste un domani su
questa clessidra che scandisce orrori.
Sciogli le mie catene lady
Morte ti prego almeno tu abbi pietà!
Calpesti la terra su cui sei
nato come infanghi il mio spirito.
Nell’arcobaleno i colori
della vita, nei tuoi occhi nero profondo.
Non genererò figli tuoi
basta carnefici in questa dimora.
Non so se fa più male il dolore
o l’indifferenza che leggo sul tuo viso.
S. M.
Nel buio della nera notte
ascolto il battito del mio cuore in fuga.
Dove non cresce il cinnamomo
sia maledetto il sole che dà vita all’uomo.
Anche il bastone che mi batte
si lamenta scricchiolando sulle ossa rotte.
La figlia hai dato al babbuino:
lacrime e sangue hai donato all’assassino.
Resterò muta al tuo cospetto:
gli occhi comporranno feroce il mio verdetto.
Belando come un agnellino
imploro la pietà del vigliacco assassino.
Credi tu d’avermi domata
ma a nascondermi in silenzio son abituata.
C. M.
Ci condannate perché donne
Siamo la fonte, la vita, l’amore sulla terra
Donne, noi lotteremo sempre
per le figlie ed i figli, per vita e libertà
V.R.
Eccomi, ti stavo aspettando.
Da quanto tempo non ricordo una carezza?
Altro non c'era se non morte
negli occhi assetati di sangue innocente.
Credi di potermi comprare?
Sei soltanto un misero accattone di sesso!
Giorno dopo giorno mi spengo
come una candela senza più lo stoppino.
Al calar della notte oscura
il solo mio pensiero è la fuga nel sogno.
Lividi e graffi sono i segni
del tuo impossibile possedermi davvero.
Maledico il giorno in cui nacqui
femmina in un luogo di predoni e assassini.
C. R.
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Articolo pubblicato il 28/08/2021