Il fattore “comunicazione”.

Il QUARTO dei fattori essenziali del comportamento umano.

Dopo aver parlato dei fattori conoscenza, metodo operativo e informazioni aggiungiamo ora qualche nota relativa al quarto fattore, quello delle comunicazioni. Riprendiamo quindi il punto che ci introduce a tale caratteristica degli esseri umani.

 

Pianti, suoni, ammiccamenti, manipolazioni, odori, assaggi, fanno parte dei tentativi sperimentali per chiudere il cerchio necessità-soddisfazione. Sono infiniti i modi in cui il nuovo nato si procura le informazioni per soddisfare le proprie necessità, comprese quelle che non si vedono o si ritengono inesistenti. Spesso si sviluppa al suo fianco un amico “immaginario” con il quale dialoga in modo assolutamente reale anche se facilmente liquidato come pura fantasia da chi osserva dall’esterno. Da questa relazione a volte provengono indicazioni pratiche assai poco ortodosse ma concrete.

 

Come mette in moto il meccanismo che attira le informazioni che servono? Semplicemente attirandole con l’emissione a tutto tondo di segnali indifferenziati che vengono riflessi dalle cose intercettate in modo identificabile dai suoi sensi. Per esempio, allungando una mano verso un oggetto solido e freddo, ne percepisce tali caratteristiche anche se non le può ancora definire come tali. Tuttavia inizierà una serie di esperienze comparative che poco per volta farà riconoscere tali caratteristiche in altri oggetti, fino a che esse diventeranno metro di misura e riconoscimento di tali oggetti. Oppure emetterà dei suoni e riceverà il segnale di ritorno di un movimento conseguente o completa assenza di reazione.

 

Più il circuito chiuso di azione-reazione diventa istantaneo e viene elaborato più tra il bambino e l’oggetto della sua attenzione si stabilisce una relazione comunicativa, sia esso essere vivente e dotato di movimento oppure privo.

 

Il fattore comunicazione del bambino viene strutturato ed attivato secondo caratteristiche che, pur avendo un denominatore comune con i suoi simili, inizia da subito a diversificarsene per adattarsi alle esigenze del suo specifico cammino di esperienze.

 

Per un lungo periodo non vi è ancora percezione di distinzione tra lui e ciò che attira la sua attenzione per necessità di apprendimento, al punto che cerca di inglobarlo attraverso la bocca come per rimetterlo al suo posto dentro di sé, allo stesso modo in cui si “ciba” del seno materno per inglobare la madre che sente ancora come parte integrante.

 

Gli aspetti fisici di tale processo ne costituiscono comunque solo una parte, anche se estremamente importante. La maggior parte del sistema comunicativo si attiva e risveglia attraverso la risonanza con i corpi sottili dei genitori e delle famiglie di provenienza attraverso i legami di sangue e con l’ambiente in cui vive mediante la banca dati delle esperienze umane, inconscio e subconscio compresi.

 

Nel tempo e a causa delle interferenze a cui viene sottoposto, nascerà una separazione tra sé e gli altri che si rifletterà in modo importante sulla capacità comunicativa. La chiave comunicativa originale non funzionerà più ed occorrerà via via trovare quella adatta alla situazione specifica con la quale si vuole entrare in relazione comunicativa.

 

Alcuni fortunati sono in grado di mantenere o riattivare tale chiave originale stabilendo forme di comunicazione empatica in qualsiasi circostanza e con ogni cosa, pur avendo maturato una propria identità compiuta e senza scadere nell’infantilismo che contraddistingue il comportamento emotivo-razionale superficiale della massa.

 

Questa forma comunicativa adattiva e coerente permette all’individuo di recepire correttamente tutte le informazioni necessarie allo sviluppo rapido ed equilibrato di tutto lo strumentario personale per permettere il dispiegamento del piano originale collegato al suo intero sistema, inteso come un microuniverso onnicomprensivo e potenzialmente illimitato.

 

Diversamente, a causa delle imposizioni a cui può essere sottoposto da qualsivoglia aspetto interno o entità esterna, potrà facilmente diventare un disadattato, uno squilibrato, un essere pericolo per sé e gli altri, come ciascuno di noi mostra di essere in vari frangenti del quotidiano, se non in tutti.

 

Queste prime fasi della strutturazioni dell’individuo, una volta consolidate, sono difficilmente modificabili qualsiasi sia il tipo di azione che vi si applica.

 

Meglio tenerne conto con la dovuta attenzione e rispetto.

In caso contrario gli effetti non mancheranno di farsi valere.

 

grafica e testo

pietro cartella

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/10/2021