DONNE SANTE DEE - Guida ragionata alla città di Venezia

di Antonella Barina e Daniela Zamburlin

È davvero una "altra Venezia" quella che esce dallo sguardo femminile delle scrittrici e giornaliste Antonella Barina e Daniela Zamburlin; e non certo la Venezia cartolina e neppure la Venezia appena divenuta la prima 'Smart City' d'Italia, con una neonata centrale di Smart Control che come in 1984 di Orwell rende tutti i suoi abitanti - potenzialmente o di fatto - controllabili. 

 

In questa guida le autrici ci conducono ai monumenti e ai luoghi del centro storico veneziano e della laguna, seguendo il filo storico di 154 protagoniste della vita di Venezia dalle origini al Novecento incluso: ci consegnano umori e problematiche delle diverse epoche, illuminando di luce nuova i suoi spazi.

 

"Sorprenderà anche le Veneziane e i Veneziani - dicono le autrici - questa guida della città di Venezia che, attraverso le vite di tante protagoniste della storia cittadina, dà visibilità non solo ai grandi monumenti noti in tutto il mondo, ma anche alla Venezia cosiddetta minore, ricca di opere altrettanto importanti. Abbiamo voluto restituire a Venezia il suo volto femminile". 

 

La guida offre un repertorio che dalle origini arriva fino al Novecento, passando dalle protagoniste ormai note come la monaca scrittrice Arcangela Tarabotti, le poete Gaspara Stampa e Veronica Franco, le pittrici come Rosalba Carriera a figure meno conosciute come la pittrice Giulia Lama (protagonista di uno dei racconti di Venezia Xenithea. Storie di donne straniere a Venezia uscito nel 2019 a cura di Barina e oggi finalmente in mostra alle Gallerie dell'Accademia) o le risorgimentali come Maddalena Montalban (che figurano in L'Altra metà del Veneto. Vite di donne tra '800 e '900 di Zamburlin, uscito sempre nel 2019). 

 

Proprio il fatto di essersi occupate non solo in questi ultimi due libri, ma da decenni di storia e vita ed opere delle donne a Venezia ha consentito alle due autrici di intrecciare i loro percorsi e dare una panoramica così ampia individuando i luoghi legati alle loro biografie o simbolicamente attinenti al loro operato, tanto da rendere ineludibile una storiografia che tenga in considerazione l'apporto femminile alla grandezza della Serenissima.

Hanno così lavorato alla guida "con l’obiettivo di poter finalmente dire tutto quello che le donne hanno fatto in città, portando alla luce il loro valore, le loro competenze e il ruolo svolto brillando di luce propria e non riflessa".

 

Ne è esempio la dogaressa Giovanna Dandolo, indicata all'epoca come colei che credette alla nascente arte della stampa della quale poi Venezia divenne capitale europea, così come le dogaresse, le nobili e le popolane che hanno reso storica e fiorente l'arte del merletto. 

 

A ciascuna delle 154 grandi Veneziane è dedicato un capitolo composto di due schede: una scheda riguarda la protagonista, l’altra il luogo che le autrici hanno loro attribuito con corredo di notizie e informazioni a volte inedite. Altre centinaia di protagoniste sono citate con un certo rilievo o solo nominate. "Siamo consapevoli - affermano Barina e Zamburlin nell'introduzione - che la storia seleziona nomi ed eventi e asseconda conservandola la logica e la prospettiva di chi domina, pertanto vogliamo ricordare che mille e mille altre che hanno abitato Venezia avrebbero meritato di essere ricordate". Qua e là hanno aperto anche le porte del fantastico, a leggende e miti che sono ancora nell’aria: dalla pelasgica dea Thetys raffigurata sull'arco del portone principale della Basilica di San Marco alle favolose Sirene, Sfingi e Sibille che fanno capolino in angoli inaspettati e misteriosi della città lagunare.

 

Una Venezia altra, appunto, dove sono le Sibille a scrutare i destini umani e non le telecamere e le app nei cellulari della popolazione lagunare. 

 

Antonella Barina (Venezia, 1954), poeta, giornalista, drammaturga. Laureata in Comunicazioni di massa al Dams di Bologna. Lavora sui miti del femminile e sulla memoria delle donne dagli anni Settanta. Pubblicista e fotoreporter, per trent’anni giornalista professionista all’Ansa, ha collaborato con le testate delle donne, a partire da Effe, fino alla creazione della testata Edizione dell’Autrice, con cui nei primi anni Duemila lancia a Venezia l’autoeditoria, giunta al centesimo numero. Nel 1991 promuove a Venezia nell’ambito del Coordinamento Giornaliste Veneto il Patto per un uso non sessista della lingua italiana. Con Edizione dell’autrice pubblica tra l’altro Venezia Xenithea – Storie di donne straniere a Venezia (2019), scritte da una decina di autrici, da lei curato dal 2005 nel segno del desiderio e della stranierità.

 

 

Daniela Zamburlin (Venezia, 1950), giornalista, scrittrice, storica, laureata in Filosofia all’Università di Padova. È socia fondatrice e già presidente dell’Associazione Moderata Fonte per la promozione della cultura delle donne del presente e del passato. Attualmente è direttrice di Kaleidos, la rivista dell’Università Popolare Mestre e condirettrice di Nexus, periodico di cultura veneziana. Collabora a Venipedia, l’enciclopedia storica online di Venezia, e con quotidiani e periodici prevalentemente su temi di letteratura e di storia. Tra i suoi interessi principali, lo studio della fiaba e delle tradizioni popolari, la storia delle donne e la storia di Venezia, città in cui vive e lavora.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 28/10/2021