"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke

A me, vaccinato, quale danno deriva da chi abbia compiuto una scelta diversa? E, viceversa, a chi non si sia vaccinato quale danno arreco io? ......

Ebbene sì, dopo quasi due anni di silenzioso ascolto ho deciso che è giunto il momento di prendere una posizione netta sulla situazione che mi circonda, accantonando il mio quasi proverbiale individualismo per condividere alcune considerazioni che ritengo di buon senso.

 

Premetto un paio di considerazioni di natura logica, sì da sgombrare il campo dalla cosiddetta "scienza", lasciandola agli esperti che, peraltro, tutto mi sembrano meno che concordi e consapevoli.

La scienza moderna è nata dalla messa in discussione di ogni dogma, dalla continua ricerca di una smentita alle teorie precedenti idonea a far compiere un ulteriore passo in avanti alla conoscenza. Perciò "scienza" si scrive con la minuscola e non con la maiuscola, come la Fede e la Dottrina.

 

Fa semplicemente rabbrividire la generale vulgata diffusa a tambur battente dai nani e dalle ballerine del potere, secondo cui la "Scienza" costituirebbe un qualcosa di impossibile da discutere, da criticare, da mettere in dubbio.

 

Ciò per un duplice ordine di ragioni: da un lato, perché la scienza, proprio a differenza della Fede, è per sua intrinseca natura mutevole (se così non fosse, saremmo ancora fermi alla teoria geocentrica), dall'altro perché la radice di questa mutevolezza che ne costituisce l'essenza consiste proprio nella libertà di mettere in discussione le teorie (teorie, perché la scienza non produce verità assolute) più in voga.

 

Ove tale libertà viene negata, come oggi avviene, non si può tecnicamente più parlare di empirismo scientifico ma si ricade nell'alveo del dogmatismo religioso, immutabile in quanto sancito da Auctoritates cui non possono essere mosse obiezioni di sorta, pena l'accusa di eresia.

 

Il che è propriamente quanto oggi sta avvenendo in maniera sempre più sfacciata, tra il giubilo di nani e ballerine disposti a diffondere a pioggia qualunque sciocchezza senza sottoporla ad un (sia pur minimo) vaglio di natura logica, l'altezzoso sentenziare di cosiddetti esperti elevati al rango di novelli Bernardo Gui del nuovo Credo ed il callido tacer di quel potere che mira sempre più sfacciatamente ad abolire il concetto stesso di libero pensiero, di libera ricerca, di libera critica.

 

E veniamo così al vero tema del mio discorso, anzi del mio sfogo: la Politica nel suo senso più alto e nobile. Quella Politica che per i quasi cinquant'anni della Prima Repubblica (pur con tutte le ombre che non possono non gravare sul governo di una colonia, in larga parte eterodiretto ed eterofinalizzato) ha garantito ai cittadini italiani la libertà di pensiero attraverso la formazione scolastica ed universitaria pubblica, il pluralismo mediato dai partiti politici, le garanzie sindacali per i lavoratori, il parziale controllo pubblico sulle attività economiche fondamentali volto ad indirizzarne l'opera verso un salutare connubio tra interessi privati e collettivi.

 

Quella Politica che è stata infangata, stuprata e ferita a morte da una fronda militante del potere giudiziario, nel giubilo degli antesignani degli odierni nani e delle odierne ballerine, capaci solo di veicolare i messaggi di odio sociale funzionali all'affermazione di un nuovo regime.

 

Un regime in cui, scacciato l'incubo del pericolo comunista, il capitalismo apolide potesse finalmente perseguire il proprio naturale disegno senza più doversi confrontare con le pastoie con cui il potere pubblico tentava, sino ad allora, di indirizzarlo almeno in parte verso interessi collettivi, accettate sino ai primi anni '90 proprio per il timore del nemico ideologico (il denaro ha cuore di coniglio e gambe di lepre, ricordate?).

 

Quella Politica che non ha saputo riprendersi i propri spazi nel ventennio berlusconiano, ma anzi ha colpevolmente accettato di farsi sempre più ricoprire di ridicolo sino a spianare la strada al trionfo dell'antipolitica, alla terza repubblica dell'uno vale uno (tanto, parafrasando il Marchese del Grillo, nessuno vale un cazzo), del vaffa come placebo universale, del simulacro della democrazia diretta ma da una società privata, di Di Maio ministro degli esteri e Malafede (absit iniuria verbis) della giustizia.

 

Ora, date queste premesse (che costituiscono una teoria, non già un dogma, quindi ben lieto se qualcuno sarà capace di smentirle) può sorprendere che oramai il capitalismo più rapace e monopolistico abbia preso il coraggio di togliersi la maschera sino ad ora male indossata ed abbia deciso di prendersi direttamente ed autoritariamente la guida della cosa pubblica per il tramite del più abile e spregiudicato dei suoi factotum?

 

Un soggetto di cui oggi tutti i mezzi di informazione (sì, si chiamano ancora così, ma nel nuovo significato che tale lemma assume in neolingua) tessono sperticati peana, dimenticandosi come egli ricoprisse già cariche del massimo rilievo ai tempi della famigerata prima repubblica, come egli sia stato artefice delle tanto decantate privatizzazioni che avrebbero dovuto renderci tutti "imprenditori di noi stessi" ed invece hanno contribuito a spazzar via il ceto medio (così unanimemente inviso a comunisti e grande capitale), come egli sia stato giudicato da un uomo della massima cultura ed esperienza quale il Presidente Francesco Cossiga (che, per carità, su di lui si sarà sbagliato, ma su Palamara invece si è scoperto dopo un decennio che ci aveva visto giusto)?

 

Ed eccoci giunti, così, alle conclusioni del ragionamento: signori, ma non vi accorgete che le divergenze politiche oggi sono annullate dalla storia, perché oramai non esistono più rappresentanze parlamentari che incarnino modelli economico-sociali diversi dal liberismo sfrenato, cioè dall'assoluto arbitrio del capitalismo monopolistico? Non vi accorgete (e lo scrive un uomo di destra) di come Marx avesse esattamente previsto quanto si è verificato negli ultimi vent'anni, vale a dire il passaggio dei mezzi di produzione e dei capitali per acquisirli dai privati alle mani di pochissimi enti impersonali, apolidi, incontrollabili?

 

Di come questa concentrazione di tutti i capitali in mano a questi enti abbia cancellato la classe media, raggiungendo da ponente il levante sognato dal compagno Stalin? E di come, quindi, sia da imbecilli continuare a distinguersi tra destra e sinistra in una società monocorde?

 

Evidentemente quanto affermo impensierisce anche i nuovi feudatari, se hanno inventato di sana pianta, con l'ausilio della grancassa mediatica goebbelsiana, una nuova crasi nella società: quella tra vaccinati e non.

 

E così, eccoci ad oggi: ma spegnete la TV ed accendete un attimo il cervello, pur arrugginito da decenni di grande fratello ed isola dei famosi, pur limitato da una formazione scolastica sempre meno improntata alla maieutica e sempre più funzionale alle esigenze dei nuovi padroni del vapore, volta a sfornare non già uomini liberi dotati di pensiero critico ma frammenti di catene di montaggio sempre più specializzati e sempre meno capaci anche solo di concepire l'autonomia.

 

A me, vaccinato, quale danno deriva da chi abbia compiuto una scelta diversa? E, viceversa, a chi non si sia vaccinato quale danno arreco io? Quando oramai è chiaro a chiunque non sia ottuso da una propaganda ideologizzata che il vaccino protegge (forse) l'individuo dalle conseguenze più gravi della malattia ma non la società dal dilagare del contagio?

Non vi accorgete che, mentre vi distraggono con bestialità di ordine logico, tolgono a tutti quel residuo di libertà di cui ancora godevate? Non vi rendete conto che in meno di due anni vi hanno convinti tutti che quelle libertà, che fino a ieri chiunque considerava connaturate ad ogni essere umano per il solo fatto di essere nato, oggi sono diventate octroyées, graziosamente concesse da uno stato che non è nemmeno più il comitato di affari della borghesia di engelsiana memoria ma direttamente il capitalismo monopolistico che vi ha ridotti a pezzenti in cerca di elemosina?

 

Sappiatelo: che voi siate di destra o di sinistra, che voi siate pro o contro i vaccini, qualsiasi cosa facciate con il vostro sudato denaro o lavoro vi ritrovate come socio di maggioranza uno stato che ha come ormai palese scopo drenare il frutto della vostra fronte affaticata e convogliarlo verso l'alto. Mentre vi accapigliate furiosamente per dividervi le croste, il vostro formaggio finisce nelle bocche affamate di questi lupi.

 

Tutto ciò mentre si assiste ad un imbarbarimento dello stesso linguaggio e delle azioni dei governi quale non si vedeva da oltre 50 anni in Europa: si pretende di negare per legge la differenza biologica tra maschio e femmina mentre si limitano le libertà fondamentali di milioni di individui solo per avere liberamente scelto di fare del proprio corpo e della propria salute ciò che la loro coscienza suggeriva; li si addita quali untori contro ogni evidenza scientifica e logica ma con un furore degno della caccia di manzoniana memoria; si usano nei loro confronti (sempre, beninteso, in base ad una loro scelta discutibile ma legittima) espressioni che se riservate ad altre categorie (minoranze etniche, di orientamento sessuale, persino persone condannate per crimini infamanti) solleverebbero giustamente la durissima reprimenda generale.

 

Ed invece, nulla. Silenzio assordante, più degli strepiti delle cornacchie del nuovo regime. Pochissime le voci che si levano a monito contro questo imbarbarimento, contro questa quotidiana privazione della libertà. Manifesti a favore del governo? Puoi, nessuna impennata dei contagi getterà un'ombra sulla tua splendida manifestazione di libero pensiero; sei un operaio che sfila pacificamente contro l'esecutivo, che si inginocchia tenendosi per mano con altri come lui per esternare il proprio dissenso?

 

Prima ti faranno una bella doccia con gli idranti, sì da mondarti dei tuoi cattivi pensieri, poi ti daranno la colpa di nuove limitazioni ai diritti fondamentali sì da esporti al pubblico ludibrio, se non alla violenta reazione di chi troverà facile gioco a prendersela con te invece che con i veri responsabili delle lesioni giuridiche che patisce.

 

Io, da buon individualista, ho sempre ritenuto che non esistano libertà collettive. Esistono, però, e sono sempre collettive, le lesioni alle libertà individuali. E di fronte ad esse, non si può e non si deve tacere. Non si può mentire dicendo che non ci riguarda, che non ne siamo ad oggi toccati direttamente, che tutto va bene madama la marchesa. Non va bene e bisogna gridarlo, tutti insieme, al di là di presunte differenze ideologiche che se tacciamo tra pochissimo verranno cancellate! Non va bene e non possiamo far finta di nulla, perché chi tace sarà complice di fronte alla storia.

 

Ed allora, suvvia, tutti insieme anche se ognuno sacrosantamente per proprio conto, per sé per i propri figli per i propri genitori fratelli ed amici, urliamolo ai padroni del vapore: NON NEL MIO NOME! Voi avete il potere di fare come più vi garba, di imbavagliare, di mentire, di discriminare, di liberare i chihuahua che oggi si sentono dobermann contro Tizio, Caio, Sempronio, contro chiunque non si allinea con i vostri interessi.

 

Tutto ciò lo potete fare, avete il denaro, la forza e la propaganda che ve lo consente: ma NON NEL MIO NOME!

 

Perché questo fango sulla mia giacca IO NON LO VOGLIO, perché dover spiegare a chi verrà dopo e dovrà pagare il fio di quanto sta avvenendo perché mentre avveniva io guardavo Uomini e Donne IO NON LO VOGLIO!

 

NON NEL MIO NOME!

 

                                                                       avv. Danilo Peretti

 

 

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Articolo pubblicato il 02/12/2021