Poesia della Poesia

Come non essere soffocati dalle imposizioni demenziali

Chi restituirà alle famiglie i cari, perduti per un becero gioco di potere?

Chi restituirà la salute ai danneggiati dagli effetti avversi del siero, menomati per un becero gioco di potere?

Chi ci restituirà l’integrità del nostro sistema immunitario, alterato per un becero gioco di potere?

Chi restituirà ai nostri ragazzi la socialità, soppressa per un becero gioco di potere?

Chi restituirà la pace nelle nostre famiglie, devastate per un becero gioco di potere?

Chi ci restituirà le nostre amicizie, interrotte per un becero gioco di potere?

Chi restituirà la dignità di noi tutti, calpestata per un becero gioco di potere?

Chi restituirà a ogni medico sospeso il dolore provato per l’impossibilità di salvare vite umane, imposto per un becero gioco di potere?

Chi restituirà a ogni commerciante e a ogni imprenditore gli esercizi e le aziende, fallite per un becero gioco di potere?

Chi ci restituirà la fiducia nello Stato, nel Parlamento, in tutte le Istituzioni, allo sfascio per un becero gioco di potere?

Chi ci restituirà la libertà di questi mesi, perduta per un becero gioco di potere?

Parola ai poeti che si sono riconosciuti fratelli di ideali nella poesia del dissidente Osip Emil'evic Mandel'štam (A tu per tu, il gelo in volto io fisso); non perché ognuno pensi di poter eguagliare la sua grandezza, ma in quanto luce nel buio di un momento storico così inumano da costringere ognuno nella propria micro misura a confrontarsi con la violenza. 

Ho ricevuto la mail di un’amica dalle radici profonde nel diritto/dovere verso uno Stato che oramai è un’unica bolgia infernale: la riporto con il suo consenso.

“Ieri, dopo aver fatto a piedi cinque fermate di bus, entro nel bar della stazione con mascherina e trovo tantissime persone, chi ai tavoli, chi in piedi senza mascherina addossati l’uno all’altro, col bicchiere in mano: stavano facendo l’aperitivo. Se ne fregavano di chi, non essendo vaccinato, usa tutte le precauzioni. Io avevo quattro sacchetti della spesa, ho atteso che mia figlia uscisse dal lavoro e le ho passato i sacchetti perché lei, che si tampona ogni 48 ore, può prendere il bus. Mi ha detto: sali, tanto controllo non c’è. Le ho risposto di no: io le regole le rispetto e non rischio di farmi buttare fuori dall’autobus come fossi una delinquente… C’erano tre persone a bordo ed erano le sette di sera. Ho visto partire il bus con mia figlia dentro e mi sono incamminata verso casa. Non nascondo che ho pianto. Mi sono sentita una reietta”

Domanda: chi sono i reietti, chi i delinquenti?

 

 

IL MIO DOLORE È PER L'UOMO, L'AVVENIRE

 

E dunque la prova di forza dei tiranni

arriva pure agli autobus, la minima

libertà di movimento - ma ormai

è carta straccia la Costituzione,

è sommersa di merda la Repubblica.

 

E dunque c'è un problemino per me:

di solito, per evitare gravi gesti inconsulti

scrivo poesie. Ma questi volgari satrapi

non meritano nemmeno un emistichio:

veramente non m'ispirano un cazzo.

 

E dunque in città userò la bicicletta

con qualsiasi tempo, e per Vercelli

o un fastidioso tampone o un'auto in prestito.

Dello svago (nel quale includono

la cultura, quegli idioti) me ne fotto.

 

E dunque il Natale che vogliono salvare?

Felice di evitarlo! La bestemmia dei consumi

con il vomito dei buoni sentimenti:

se lo ficchino in culo. Sono tutte quisquilie.

Il mio dolore è per l'uomo, l'avvenire.

 

                                  Carlo Molinaro

 

 

LA POESIA È UNA RIUNIONE DI PAROLE

 

la poesia è una riunione di parole

tutte sono ammesse e hanno uguale importanza

tutte marciano insieme e prendono voce l’una dall’altra

non c’è divieto che le disperda

non c’è carica della polizia che le sciolga

non c’è virus che le chiuda in casa

non c’è paura che le separi

possono stare insieme tutto il tempo che vogliono

anche per quattordicimiladuecentotrentatre passi

possono dire quello che pensano

soprattutto in direzione contraria

servono a sconfiggere panico e dittatura

quando panico è l’altro nome di dittatura

e anche queste – come vedete –

sono libere parole di questa poesia

 

                                 Paolo Gera

 

 

C’È UN LUOGO…

 

C’è un luogo equidistante intorno a noi

denominato Guerra.

Lo chiamano democrazia o giustizia

destino ineluttabile

di pace sulla Terra.

 

                    Pierangelo Cardìa

 

 

GREEN PASS MIT UNS

 

I

Fin da bambino mi han predicato

Di stare in guardia contro il nazismo.

 

Grazie ai banchieri è resuscitato

Tra fiale e maschere d'isterismo.

 

Oggi lo lodano a perdifiato

Tutti i maestri di perbenismo.

 

II

 

Chi ha dei dubbi sulla Scienza

Sia condotto in Sua presenza:

 

Da ogni virus emendatevi,

Quindi a Sàuron prosternatevi.

 

E voi, candide matrone,

Denunciate chi s'oppone.

 

                    Mario Marchisio

 

 

ATTRAVERSARE

(a Julian Assange, fondatore di Wikileaks. Grata.)

 

Cosa pensavi quando

ti affacciavi al balcone

La folla ti salutava

festosa

animata

inneggiante

Ti liberava da te stesso

 

Quando

rientravi nella stanza

per percorrerla

giorni 

notti

mesi anni

Per attraversarla di sguardi 

di pensieri

Silenziosi 

Fiduciosi

Disillusi

Con e senza angoscia

Con e senza rabbia

Con e senza speranza

di attraversare

domani o dopodomani

fra una settimana

un mese un anno

e poi sempre

una strada

in una città

Qualunque del pianeta

 

Cosa pensavi 

quando 

ti trascinavano fuori

e strisciavi il pavimento

con la punta delle scarpe

Di 72anni

o 49

o 40

come quando eri entrato nella stanza

la prima volta

Non sapevi quanti giorni

notti

mesi anni

avresti dovuto aspettare

per attraversare la strada

di una città

Qualunque del pianeta

 

Forse

so cosa hai pensato 

qualche giorno fa

Ti hanno detto

che non serviva più

camminare tanto

Che potevi entrare

nella camionetta della polizia

con solo pochi passi

Per cambiare stanza

indirizzo cella

Con angoscia

Senza rabbia

Senza più speranza

Ma sempre nella stessa città

 

                    Alessandra Gasparini

 

 

IL SOGGETTO COLLETTIVO

 

L’ordine di ciò che configuriamo 

assimilato 

alla nostra formazione 

più spesso è dimenticanza 

solidamente assicurata 

tra inascoltabili 

chiacchiere sfinenti

 

poiché ogni discordanza inquieterebbe 

gli inventari stabiliti dalla polvere  

 

resta tra noi un sapere 

fatto d’ombre 

di quarti di lune 

pallide in primavera

  

e si erge, lui,

nuova figura 

del proprio militantismo

a proclamare l’inefficace

come fosse il virtuoso

 

ah, società civile - cosa fai mondo

parola discorso

casa popolo cervelli  

 

ma a proposito di un nonnulla,  

potrebbero accadere

il sogno e l’utopia

farsi strada

un pomeriggio

 

una modificazione che si prolunga 

traverso la rottura

di tubi allineanti

di allumini sfiatati 

disfatti morenti

 

pronta a ribaltare 

predizioni offuscamenti 

genocidi

la forza debole 

che sopraggiunge  

inavvertita impensata

fa come leva 

è come tuono

come fiume

roccia 

e freccia

 

io immagino allora

eroiche sequenze di boati

negli underground

delle menti 

causano 

l’inopportuno e il necessario

il più tremendo dei fragori interiori.

 

             Simonetta Silvestri Raggi

 

 

MANNEQUIN/EZIOLOGIA DI UNA PANDEMIA

 

Rovina questo ghiaccio

un principio

un cominciamento

di nuovo siamo nell’inverno

nella caverna di ghiaccio pedemontano

 

La pianura cambia

si vela di inorganismi

come fosse materia di sintesi 

inorganica

fredda

pregna di nullaggine 

brina di sé

Non uno spicchio di vita 

non un calore

non un salto meraviglioso 

né un corridoio volante

 

Non un uomo né una donna

 

solo manichini febbricitanti.

 

                    Francesca Ganzerla

 

 

OLTRE LE MASCHERE SOPRATTUTTO BACI

 

Quanta nebbia che è crosta che soffia sul davanzale

C’è bisogno di parole inaudite e irremovibili 

Un attimo di bene perfetto

La menzogna del mondo è solo una tenda 

Il resto è gabbiano planare

La miseria è spicciola 

Muti di un silenzio cosmico ma ancorati alla cartilagine del mondo sono i giusti che fanno la Terra 

Baceremo anche attraverso le vostre maschere 

E saranno baci boreali, baci ruggenti, baci di quercia, baci di biscotti, baci di foresta, baci di principio, baci di onore, baci di rugiada, baci della prima alba di mondo 

Baci fatti per essere popoli, nazioni e universi 

Può esserci ancora bontà nella specie se non la vedo possano i miei occhi rifiorire ancora 

 

                    Serena Cere’

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Articolo pubblicato il 16/12/2021