Il settore aerospaziale sbarca sul mercato della mobilità terrestre
Sembrava che il destino dei motori a benzina fosse definitivamente segnato, messo all’angolo dalle impellenti questioni ambientali e dall’inarrestabile progresso della propulsione elettrica, ma l'ingegneria si è messa in movimento e alcune aziende stanno sviluppando singolari motori endotermici di nuova concezione.
Un interessante progetto, del tutto alternativo al classico motore a "ciclo otto" (che risale al 1876), in questi giorni ha catturato l’attenzione del settore motoristico in tutto il mondo. Si tratta di Omega 1, un propulsore a benzina realizzato dalla Astron Aerospace, associata dell’americana Clearwater Engineering, industria meccanica specializzata in produzioni per il settore aerospaziale.
Omega 1 è un picco motore dal peso di soli 15,8 kg, privo di valvole, pistoni e bielle, capace di erogare 160 CV e una coppia massima di 23 kgm, con un metodo innovativo che ricorda vagamente il motore rotativo Wankel, senza presentare, stando al produttore, alcun problema di tenuta, consumi e inquinamento del suo lontano parente.
Le classiche fasi del motore a 4 tempi sono state distribuite in un sistema di quattro rotori che funzionano a coppie, montati su due alberi e camere indipendenti alimentate da una valvola a disco rotante. La coppia anteriore gestisce le fasi di aspirazione e compressione, quella posteriore, le fasi di scoppio e scarico.
Per illustrare l’articolata sequenza, Astron Aerospace ha prodotto un video che ne espone la persuasiva laboriosità meccanica con un bel sottofondo musicale che però non aiuta l'immediata comprensione di un funzionamento ancora tutto da scoprire, che è stato dichiarato fruibile da 1000 a 25.000 giri, destinato a svariati tipi di carburante e con emissioni molto contenute.
Inoltre, la struttura del propulsore è modulare, adatta quindi a molteplici impieghi, sommando ogni volta un incremento di 160 cavalli. Persin troppi in questo tempo di riflessione sulla necessità di moderare il nostro stile di vita, guardando a un futuro ecologicamente sostenibile e svincolato, per quanto più sarà possibile, dai combustibili fossili.
Astron comunica che il motore c’è e funziona. Dunque, guardando al futuro, essendo ancora vaga una piena mobilità elettrica, infrastrutture comprese, forse il nuovo Omega 1 potrebbe aiutare la transizione proponendosi con una certa diminuzione delle emissioni nocive. Tuttavia, il traguardo delle zero emissioni rimane inattuabile, sia con un motore più pulito, sia con quello elettrico, a causa dell’industria estrattiva dei minerali necessari per le batterie, e dell’aumento di GW necessari a una mobilità in continua espansione.
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Articolo pubblicato il 06/02/2022