I Paesi Nato infiammano un conflitto già caldo

Gli Usa riarmano Kiev, la Finlandia pronta ad aderire alla Nato e la Polonia è disponibile a ricevere le armi nucleari.

Mentre Odessa viene bombardata, l’Occidente Nato punta ad armarsi e ad armare Kiev ulteriormente.

Il trasferimento sarà indiretto, ma gli Stati Uniti sono pronti a fornire all'Ucraina armi e carri armati per difendersi dall'invasione russa. È stato il New York Times ad anticipare le mosse di Joe Biden: gli Usa vogliono aiutare Kiev per permetterle di arrivare al tavolo dei negoziati in una posizione di maggior forza. Tuttavia, le ‘sorprese’ non sono finite.

Sembrava impensabile fino all'anno scorso, ma la Finlandia potrebbe presto entrare a far parte della Nato. È quanto ha rivelato il Segretario Generale per gli Affari Esteri, Matti Anttonen, in un incontro con la stampa all'ambasciata finlandese in occasione della sua visita a Roma nella giornata del 1° aprile. Nulla è deciso ma il fatto che si lavori a questa ipotesi è molto importante alla luce del cambio di opinione nella maggior parte della popolazione dopo l'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina. La proposta verrà presentata in parlamento fra tre settimane e, presto, potrebbe anche interessare la Svezia. A quel punto, Putin potrebbe davvero esserne "risentito", per usare un eufemismo.

Un'altra tanica di benzina sul fuoco arriva da Varsavia.

Il vice primo ministro polacco Kaczynski ha affermato che Varsavia è aperta al dispiegamento di armi nucleari statunitensi sul suo territorio se servisse. Una dichiarazione rilasciata in un'intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag, citato dai media ucraini, e rimbalzata sui social in tutte le lingue del mondo.

Parole che non fanno altro che infiammare sempre di più la situazione, già di per sé tesissima. Il rischio di un «effetto domino» è alto perché già il Cremlino, nella sua narrazione, si sente «accerchiato» dagli ex Paesi satelliti dell'Unione Sovietica, figuriamoci se gli Stati Uniti aprissero l'ombrello nucleare proprio in Polonia. Il vicepremier ha specificato: «Se gli americani ci chiedessero di mantenere le armi nucleari statunitensi in Polonia, saremmo aperti a questo. Rafforzerebbe in modo significativo la deterrenza su Mosca»

Secondo il NYT gli Stati Uniti cercheranno materiali da combattimento compatibili con quelli già nell'esercito ucraino. Tra questi sicuramente i carri armati polacchi e di fabbricazione sovietica, i T-72 e Pt-91. Varsavia sembra già pronta a contribuire, tanto che potrebbe già sostituirli presto con gli Abrams americani.

«Varsavia è più vicino a Washington che a Berlino», sostengono numerosi storici commentando le posizioni del partito di governo polacco. Non solo. Kaczynski si è anche detto felice «se gli americani aumentassero la loro presenza in Europa dagli attuali 100.000 soldati fino a 150.000 in futuro a causa della crescente aggressività della Russia». Ecco che quindi, per Varsavia, «la Nato dovrebbe fare di più; primo con una missione di mantenimento della pace, ma soprattutto fornire le armi che Zelenski richiede con insistenza». In barba al rischio di far espandere il conflitto a macchia d'olio. La Russia potrebbe sentirsi così stretta in un angolo e sentirsi giustificata a reagire con atti di una pericolosità colossale.

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Articolo pubblicato il 08/04/2022