Oggi in Francia si tengono le elezioni presidenziali, che vedono 12 candidati in corsa per l’Eliseo.
Marine Le Pen

Secondo i sondaggi lo scenario più probabile è un ballottaggio tra Macron e Marine Le Pen sulla stessa lunghezza.

I cittadini francesi sono chiamati oggi ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica che rimane poi in carica cinque anni.

Alla corsa per l'Eliseo, si presenta anche l'attuale capo di Stato francese, Emmanuel Macron. Si scontrerà nuovamente con Marine Le Pen, con cui si era trovato faccia a faccia al ballottaggio anche cinque anni fa e sulla quale aveva finito per prevalere.

Macron e Le Pen non sono chiaramente gli unici due candidati: ci sono anche Eric Zemmour e Jean-Luc Mélenchon, ad esempio. Ma vediamo nello specifico come si vota per le elezioni presidenziali, chi sono i candidati e cosa dicono i sondaggi. Ci sono otto uomini e quattro donne tra i candidati, in totale 12.

Di fatto c'è un sostanziale equilibrio per quanto riguarda gli schieramenti, con più o meno la metà di destra e la metà di sinistra. Un candidato si colloca al centro, così come Macron. Ecco tutti i nomi in corsa per l'Eliseo e il loro partito politico.

Emmanuel Macron – La République En Marche (centro)

Marine Le Pen – Rassemblement National (estrema destra)

Éric Zemmour – Reconquête (estrema destra)

Jean-Luc Mélenchon – La France Insoumise (sinistra radicale)

Valérie Pécresse – Les Républicains (centrodestra)

Yannick Jadot – Europe Ecologie (centrosinistra)

Anne Hidalgo – Parti Socialiste (centrosinistra)

Nicolas Dupont-Aignan – Debout La France (estrema destra)

Fabien Roussel – Parti communiste français (sinistra radicale)

Philippe Poutou – Nouveau Parti Anticapitaliste (estrema sinistra)

Jean Lassalle – Résistons (centro)

Nathalie Arthaud – Lutte ouvrière (estrema sinistra)

Oggi, 10 aprile, si tiene la prima chiamata alle urne, ma nel caso in cui nessuno dei candidati dovesse ottenere la maggioranza assoluta (50% + 1), il secondo turno si terrà dopo 14 giorni. In questo caso il 24 aprile. Si confronteranno, ovviamente, i due candidati che al primo turno hanno ricevuto il maggior numero di preferenze.

E’ la terza volta che Marine Le Pen corre per l’Eliseo. E se colei che da anni sogna di portare la destra alla guida della Francia passerà al secondo turno di domenica 24 aprile, come gli ultimissimi sondaggi sembrano indicare, potrebbe essere non solo la seconda volta al ballottaggio delle presidenziali francesi, ma anche nello stesso scenario del 2017, cioè in un duello contro Emmanuel Macron. Allora Macron la battè con ampio margine (66,10% contro 33,90%). Adesso lei spera di avere una seconda possibilità.

Cinquantatre anni, figlia del politico Jean-Marie Le Pen – che nel 2002 fu il primo candidato di estrema destra ad arrivare al ballottaggio delle presidenziali, contro Jacque Chirac -, Marine Le Pen respira politica fin da bambina.  Avvocatessa di formazione, muove i primi passi in politica a fianco del padre: nel 1998 viene eletta consigliera regionale per la prima volta, nel 2004 al Parlamento europeo (dove resterà per 13 anni) e a poco a poco guadagna influenza nel partito del padre, il Front National (FN), fino a prenderne la guida nel 2011.

Dal suo arrivo al timone, l’obiettivo di Marine Le Pen è stato chiaro: ‘normalizzare’ l’estrema destra. Al punto da espellere Jean-Marie Le Pen, figura ingombrante in particolare per le posizioni antisemite.

Il culmine dell’operazione, che i critici definiscono ‘cosmetica’, arriva nel 2018, dopo la sconfitta alle presidenziali contro Macron, con il cambio di nome del partito in Rassemblement national (RN). È come candidata di RN che nel 2020 Marine Le Pen lancia la corsa per le presidenziali 2022. A scombussolare i suoi piani, però, un tentato ‘sorpasso a destra’: un personaggio ancora più radicale, il giornalista e scrittore Eric Zemmour, che ha lanciato la sua candidatura a fine 2021.

Pur avendo coltivato, negli anni scorsi, rapporti con Putin, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, ha riconosciuto che l’invasione russa ha “parzialmente” cambiato la sua opinione sul presidente russo, ha detto che lui ha “sbagliato” e che lei sostiene il popolo ucraino e i rifugiati vanno accolti. Per sedurre chi non era riuscita a convincere nel 2017, ha ammorbidito retorica e immagine, assumendo un tono meno aggressivo. Non propone più di uscire dall’Unione europea o dall’euro e il suo discorso politico, soprattutto nel mezzo dei rincari legati alla guerra in Ucraina, punta di più sul portafogli dei cittadini.

Ma le sue posizioni nazionaliste sono ancora salde: se eletta, vuole un referendum sulla lotta all’immigrazione e per sradicare l’islam politico, vuole porre fine alla possibilità di ricongiungimento familiare per gli immigrati e vuole espellere gli stranieri che non lavorino da almeno un anno e quelli entrati illegalmente; promette di vietare l’uso del velo islamico per le strade, definendola una “uniforme musulmana”.

Inoltre vuole inasprire le leggi per ottenere la cittadinanza e armare la polizia municipale nelle città con più di 10mila abitanti. Nelle apparizioni pubbliche, tuttavia, la sua attenzione è più concentrata sui problemi quotidiani della classe media e lavoratrice.

“Ovviamente ritengo che immigrazione e insicurezza siano problemi gravi che hanno bisogno di risposte urgenti, ma non è solo questo”, “sbarcare il lunario mi preoccupa tanto quanto la fine della Francia”, ha detto Le Pen, che promette di attutire l’aumento dei prezzi con misure come il taglio delle tasse sulle bollette, di rimettere nelle tasche dei cittadini fra 150 e 200 euro al mese e vuole aumentare le pensioni mantenendo l’età minima pensionabile a 62 anni.

Al netto dell’astensione, che rimane la vera incognita di queste elezioni, stando ai sondaggi, Le Pen sarebbe al secondo posto dopo Macron, con il quale ha assottigliato in modo significativo il gap al secondo turno rispetto al 2017. Zemmour è dato a seconda delle rilevazioni al terzo o al quarto posto. La differenza fra Le Pen e il concorrente più a destra sta nelle dichiarazioni di obiettivo politico: Zemmour dice di volere creare “un’unione della destra”, portando insieme conservatori, cattolici ed estrema destra. Le Pen, invece, dice che il suo obiettivo è “l’unione della Francia”.

Dopo una campagna elettorale nella quale ha dato battaglia a Marine Le Pen – definita nel corso del recente meeting al Trocadero, una “socialista” per il suo programma economico – Zemmour ha aperto a una riconciliazione con la candidata del Rassemblement National, qualora riuscisse a superare la soglia del primo turno.

A differenza del 2017, la vittoria di Emmanuel Macron, potrebbe andare in frantumi. Per una ragione molto semplice. Eric Zemmour, dato al quarto posto, poco più su della centrista neogollista Valérie Pecresse, ha lanciato l’idea, che in molti tra gli elettori della destra sostenevano da tempo, di unire le sue forze a quelle di Marine Le Pen e provare a dare scacco matto al presidente uscente.

I ceti popolari, gli operai, gli agricoltori voteranno per Marine, come  i disoccupati assistiti dallo Stato, che Macron vorrebbe far lavorare. Nelle numerose dichiarazioni rese, la candidata di destra ribadisce che il popolo va ascoltato e non disprezzato, che gli elettori vanno presi sul serio e non dati per scontati. Ciò fa la differenza e rimane in testa agli elettori.

Perché il voto di oggi, ma soprattutto il ballottaggio non si ridurrà ad una schermaglia nazionale?

Perché alimenterebbe la scontentezza non sopita in altri Paesi europei, accentuatasi durante la pandemia ed oggi con la guerra in atto e le misure di austerity anticipate dai rispettivi governi.

Sarebbe l’inizio di un terremoto, non solo per la Francia, ma prefigurerebbe una sconfitta per Biden, Scholz, Draghi.

E sarebbe la fine dell’Unione europea delle burocrazie, come l’abbiamo conosciuta. Perché da questo punto di vista, la figlia di Jean-Marie Le Pen, rimane la sovranista, la nazionalista, l’anti-europeista di sempre.

La breve stagione dell’idillio delle destre è appena incominciata. Potrebbe riservare sorprese clamorose e prospettarci una più radiosa primavera politica.

 

 

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Articolo pubblicato il 10/04/2022