La Russia lancia il missile "Satana II"

Mosca sperimenta il suo nuovo "V2", pronto a colpire i nemici della Terza Roma.

La Federazione russa lancia “Sarmat”. La nuova arma è un missile balistico intercontinentale. Scopo di tali armi è il trasporto di una o più testate (anche nucleari) su un determinato obiettivo da colpire.

Secondo quanto raccontato da Mosca, il lancio è stato effettuato dalla base di Plesetsk, 800 chilometri a nord di Mosca. Il missile ha sorvolato gran parte dello sterminato territorio siberiano per colpire il poligono di Kura, nella regione della Kamchatka, nell'Estremo Oriente russo.

Per Putin questo missile "farà riflettere" chi oserà minacciare la Madre Patria Russa.

Secondo il leader del Cremlino, si tratta infatti di un'arma “impareggiabile”: “È davvero un'arma unica che aumenterà il potenziale militare delle nostre forze armate, manterrà la Russia al sicuro dalle minacce esterne e farà pensare due volte coloro che cercano di minacciare il nostro Paese con una retorica selvaggia e aggressiva”.

Minimizza invece il Pentagono, secondo il quale Mosca aveva "informato adeguatamente" Washington e comunque si tratta di una operazione già prevista a partire dal 2018. Il missile Sarmat per gli Usa non rappresenterebbe quindi una minaccia.

Denominato anche “Satan II”, nome evocativo per la già esagitata propaganda occidentale antirussa; la nuova arma del Cremlino è un missile di ultima generazione. Sbaglia chi la sottovaluta, stiamo parlando di un’arma dalla grande velocità e potenza distruttrice. Era dai tempi della Guerra Fredda che non si vedevano missili balistici di simile potenza.

I generali russi da diverso tempo volevano un ordigno nucleare atto a sostituire il modello precedente, e gli scienziati hanno trovato la risposta, almeno a livello di prototipo. Il missile ha un raggio d’azione di 18 mila chilometri, è dotato di più testate, e tra queste potrebbe essercene anche una ipersonica. Le fonti ufficiali russe hanno esaltato le capacità belliche, affermando che un solo colpo potrebbe spazzare via una regione grande quanto la Gran Bretagna. Frequenti sui social i riferimenti al duello con gli americani e con la Nato. Una ricostruzione al computer ha anche mostrato le testate dirette verso la Florida, particolare che era stato toccato persino in un’intervista rilasciata dal leader russo a Fox News. Putin, però, nonostante le ripetute domande del giornalista, aveva sostenuto che sulla mappa non c’era alcuna didascalia che precisava il nome dello stato americano.

Gli esperti occidentali si sono chiesti se il “Satana 2” abbia maggiori possibilità rispetto ad altri ordigni nel penetrare le difese antimissile NATO.

Una cosa è certa, da tempo il Cremlino ha deciso di investire molto nella messa a punto di apparati che devono eguagliare, e in molti casi superare, quelli in dotazione agli Stati Uniti.

Putin, nel discorso del 2018, aveva indicato oltre al Sarmat numerose armi dall’elevato potenziale, come: l’Avangard, il Tsirkon e il Kinzhal (missili ipersonici) o il super drone atomico “Poseidon”. La concomitanza con la guerra in Ucraina può portare a «leggere» il lancio come un monito da parte della Russia all’Occidente e una sottolineatura di quanto vasto sia l’arsenale nucleare a disposizione.

Uno dei rischi dell'operazione speciale in atto in Ucraina è l'estensione del conflitto, da regionale a globale, con il potenziale coinvolgimento dei Paesi NATO. Ciò potrebbe determinare un'escalation senza freni, fino alla terza guerra mondiale, con il possibile ricorso alle armi nulceari e termobariche. 

A questo proposito, si parla oramai da molti anni di uno scudo antimissile a protezione dell'Europa, un sistema basato su più dispositivi in grado di intercettare missili balistici a corto, medio e lungo raggio; potenzialmente armati anche con testate nucleari. Uno scudo del genere è già pienamente operativo negli Stati Uniti, grazie alla combinazione di più sistemi integrati (radar navali, terrestri e sensori aereo-satellitari). Una parte di questi sistemi, sotto l'egida della NATO, si estende anche in Europa con il nome di European Phased Adaptive Approach (EPAA), il cui centro di comando di trova a Ramstein, in Germania.

Occorre rilevare che al momento non vi è presente una struttura capillare ed estesa come quella statunitense, ma un insieme di semplici installazioni locali. Prevalentemente un radar in Turchia e un insieme di sistemi statunitensi denominati "Aegis", che significa appunto "scudo" in latino. Di quest'ultimi ne troviamo uno in Romania, uno in costruzione in Polonia, e altri quattro in Spagna, presenti nelle navi antimissile della base militare di Rota.

Ogni "Aegis" si basa su vari sottosistemi in grado di intercettare e distruggere i missili balistici nemici. In parole semplici, il sistema scopre i missili in aria e lancia altri missili per distruggerli prima che arrivino al suolo.

Ad oggi non esiste quindi un unico sistema missilistico europeo, se non alcuni strumenti isolati di importazione americana.

L'UE ha discusso più volte dello scudo antimissile continetale, ma la sua completa realizzazione avrebbe implicazioni economiche, geopolitiche e strategiche non indifferenti. Un simile sistema sarebbe infatti in grado di intaccare gli equilibri fra le superpotenze mondiali, erodendo le basi del concetto stesso di deterrenza nucleare.

La Difesa Missilistica Balistica o BMD (acronimo di Ballistic Missile Defence) è una delle missioni permanenti della NATO e fa parte della risposta dell'Alleanza a questa possibile minaccia.

Con questo conflitto, dal canto suo, la Russia ha deciso di ribellarsi all’egemonia globale americana. Mosca non vuole più soggiogare un’Europa vassalla che la respinge. Ambisce oramai a contare di più nel mondo con i suoi soli partner asiatici (Cina e India in testa); e per farlo, necessita di controllare il suo “estero vicino”, allontanando il suo limes oltre la sua prima linea di difesa (Ucraina e Mar Nero). Ma per arrivare a tanto necessita di controllare il Donbass tramite Mariupol e il Mar Nero tramite Odessa, escludendo così Kiev da qualsiasi sbocco sul mare. Approfittando della grossa lacuna europea in materia antimissilistica; Mosca, con questo nuovo missile lanciato si avvicina sempre più al suo scopo, non solo tattico, ma sempre più strategico. 

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Articolo pubblicato il 22/04/2022