Non solo il 9 Maggio

Le conseguenze di un conflitto più esteso

Il conflitto continua nella Piccola Russia a suon di bombe. Le armi di ultima generazione non stanno rallentando l’avanzata russa. Le terre del Donbass vengono una ad una liberate. Complice il miglioramento del terreno dove possono muoversi con più libertà i cingolati russi: prima obbligati a muoversi unicamente sulle strade per via del terreno eccessivamente fangoso.

I tank russi risultano così meno esposti e più incisivi. L’acciaieria Azovastal sta per cadere. Cosa vi troveranno dentro i militari russi lo sapremo solo nei prossimi giorni. Quel che è certo è che i criminali del battaglione Azov pagheranno per i crimini commessi in questi ultimi otto anni. La popolazione civile ancora ricorda gli indicibili massacri di gente inerme, colpevole solo di parlare russo. Per loro nessuno si è mai indignato, nessun Presidente ucraino o americano è stato definito “macellaio”, nessuna sanzione o sequestro dei beni agli oligarchi ebrei e ucraini che hanno finanziato i neonazisti del Donbass, nessuna protesta di piazza, nessuna raccolta fondi per le vittime. Solo tanto silenzio e ipocrisia. Come sempre.

Tuttavia, ad oggi, la guerra in Ucraina potrebbe avere risvolti imprevedibili. E non mi riferisco alla parata odierna del 9 maggio da tutti decantata. Parallelamente al conflitto ucraino c'è da chiarire anche la posizione di Finlandia e Svezia, che hanno fatto sapere di voler entrare nella Nato. E non sono le sole. Ad esse vi è aggiunta anche la Corea del Sud, primo stato asiatico a voler aderire al Patto Atlantico.

Inutile dire che il Cremlino non accetterebbe una simile situazione, ma ad aggiungersi al coro contrario ci sarebbero pure Pechino e Pyongyang.

Risulta evidente che dalle ultime dichiarazioni della Nato, l’asse filorusso si è decisamente spostato verso oriente. Se Bielorussia e Kazakistan ad oggi appaiono titubanti, Cina e Nord Corea sembrano decisi a sostenere lo sforzo antiamericano. Già, perché il conflitto attuale in Ucraina non è altro che una guerra per procura portata avanti da Washington in funzione antirussa.

Quello che oramai appare chiaro è che il mondo, a partire dalla pandemia, si è trovato in uno scenario completamente mutato ed irreversibile. I rapporti di forza unilaterali che hanno visto gli Stati Uniti “sceriffi del Mondo” sono totalmente finiti. Cina, Russia e i loro alleati intendendo ridiscutere l’egemonia Usa nel globo.

La globalizzazione, che tradotto significa dominio americano dei mari, sembra finita per sempre. La stessa Repubblica Popolare Cinese sarà costretta a scegliere da che parte stare, se con la Russia (alleata strategica ma non amica), oppure se schierarsi con le Big Tech filo-dem della Silicon Valley. Le prossime elezioni Usa di medio termine aiuteranno forse meglio a scegliere il futuro alleato.

Il mondo si ritrova così nuovamente suddiviso in due blocchi. Questa volta non più fra due modelli ideologici contrastanti; anche perché entrambi gli schieramenti risultano fortemente eterogenei al loro interno. Gli uni e gli altri sembrano avere i loro islamisti o neonazisti di fiducia. Entrambi usano la retorica dell’antifascismo per giustificare le loro azioni atte a soggiogare gli altri. In gioco, come sempre, il dominio dei mari e l'accaparramento di risorse scarse.

Insomma, il quadro internazionale si fa sempre più aspro e di fatto l'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato (ricordiamo che il processo di adesione sarà lunghissimo) potrebbe aprire scenari di conflitti ben più estesi di quello attuale in Ucraina. Con una chiamata in causa dell'Alleanza atlantica e dunque anche dell'Italia. Il 12 maggio dunque la richiesta ufficiale della Finlandia. Poi dovremo fare i conti con le conseguenze di questo passo.

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Articolo pubblicato il 09/05/2022