Tutti i controsensi dello “Sviluppo Insostenibile” (Prima Parte)

Analisi delle cause antropiche del riscaldamento globale, anche di quelle meno note o dibattute

L'Anticiclone si sta rafforzando, l'agricoltura è in ginocchio, anche gli ultimi ghiacciai alpini si sciolgono. Mentre caldo e siccità stanno presentando il conto, il programma del World Economic Forum e delle lobby della Green Economy impegnate nel “Great Reset”, stanno facendo a gara per correre ai ripari. 

Il principio è corretto, seppur in ottuagenario ritardo, ma l’errore è nel metodo di attacco al problema. Si sta cercando di ovviare agli errori innescandone dei nuovi.

 

 

L’attuale idea di sviluppo sostenibile è insostenibile nel tempo

Nuovo millennio. La riconversione Green si sta sviluppando secondo i medesimi sbagli delle precedenti rivoluzioni industriali basate sui combustibili fossili, impiegati in modo massiccio e senza limiti, preferiti di volta in volta per convenienza estrattiva, scelte geopolitiche e facilità di trasporto. Ora è il turno delle energie rinnovabili, ma é un programma che tende alla prosecuzione dello sviluppo, secondo gli stessi parametri di consumo globale che hanno portato il pianeta allo stremo.

La cronografia richiede un breve passo indietro

Il carbone, motore della prima rivoluzione industriale (XIX sec, UK), è solido, non si può comprimere e richiede grandi spazi di deposito. Dunque, i paesi più sviluppati hanno privilegiato appena possibile il petrolio (ascesa degli USA alla fine dell'800).

Il petrolio è liquido, non è facilmente comprimibile, richiede petroliere e grossi depositi. Dunque, anche in seguito alle crisi petrolifere degli anni 70-80, in molti casi è stato soppiantato dal metano.

Il metano è gassoso e viaggia in tubi, è comprimibile. È il più conveniente, il più abbondante residuo fossile, se ne è fatto un uso e consumo in molti casi esagerato.

Combustibili che servono per produrre soprattutto energia elettrica. Solo il 26% di essa viene prodotta da fonti rinnovabili e non inquinanti. Il trend di entrambe le fonti, rinnovabili e non, è in aumento, poiché l’energia elettrica non basta mai, per stile di vita e grande spreco.

Il nucleare è un discorso a parte. Le centrali sotto tiro nella guerra in Ucraina hanno messo paura al mondo. Il motivo è chiaro. Più energia si comprime più se ne può sprigionare.

Ecco dunque la nuova era delle pale eoliche, dei parchi fotovoltaici e delle auto elettriche. Progetti di vecchia data tornati in auge (la prima auto elettrica fu creata da Thomas Edison nel 1884).

Le energie rinnovabili ci sono sempre state

Per millenni il genere umano ha usato il sole, il legno, il vento e le energie di altre forme di vita, in modo sostenibile al 100%. Non è un invito a ritornare così tanto indietro, ma ad un approfondimento sì.

L’errore storico che ha modificato certi ritmi naturali e che ora si ripresenta, non è insito nel progresso, ma nel concetto di sviluppo. Due sostantivi “simili” nella forma, ma diversi per accelerazione e “massa”, trovando conferma nella formula: Energia = Massa per il Quadrato della Velocità.

Cosa sono in realtà le fonti non rinnovabili?

Sono una Massa di putrefatte forme di vita, sepolte per milioni di anni nel sottosuolo, custodi zeppe di antica Energia Solare. Energia che, dopo l'estrazione e la raffinazione è stata tramutata in combustibili solidi, liquidi e gassosi. Una volta bruciata e immessa Velocemente (un paio di secoli) in atmosfera, la Massa di energia ha creato una crisi ciclica e quantitativa di alcuni ritmi della natura, dilatando l’effetto serra.

Interazione umana e naturale rispetto ai maggiori gas serra.

L’attività umana emette in atmosfera circa 26 Miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

Tutti i vulcani del mondo emettono solo circa 300 Milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

Gli oceani assorbono circa il 25% della CO2 immessa in atmosfera dall’attività antropica.

Le foreste assorbono e conservano annualmente circa 190 Milioni di tonnellate di CO2.

Piante minori e aree verdi assorbono circa il 30% della CO2 dovuta alle emissioni antropiche.

Se ne parla meno, ma il metano (CH4) ha un impatto “serra” 20 volte superiore a quello dell’anidride carbonica (CO2).

Il metano rilasciato in atmosfera dalle attività e dai rifiuti antropici è di 380 Milioni di tonnellate annue. Il CH4 è causa al 18% dell’aumento dell’effetto serra. In vent’anni (2000-2020) ha avuto un incremento del 150%

Il taglio alle emissioni di metano è l’azione più immediata e incisiva che abbiamo per rallentare il riscaldamento climatico. Sarebbe sufficiente ottimizzare tutti i settori che trattano il gas naturale (es: perdite dai gasdotti… Dati IEA).

Dunque, bentornata l’era delle Energie Rinnovabili, ma un’azione di ripristino del rapporto uomo-natura non può prescindere da:

una retromarcia nella sempre più massiccia richiesta di energia elettrica, poiché richiede sempre più combustibili fossili e nucleare, nonostante l’incremento delle energie rinnovabili;

un uso più razionale delle ER suddivise in modo capillare sui punti d’uso e sempre meno dipendenti da una produzione centralizzata (l'Australia sta producendo treni a sola energia fotovoltaica. Lenti ma autosufficienti);

dalla fine della deforestazione e dell’urbanizzazione, con l'inizio di un procedimento inverso;

da una massiccia pulizia del pianeta nei confronti delle molteplici forme di inquinamento (plastica, rifiuti tossici…), anche in questo caso con una indispensabile presa di consapevolezza che porti a un'inversione di tendenza.

Ma non è tutto.

Il riscaldamento artificiale dell’atmosfera inizia dal contatto col terreno. L’inerzia termica di asfalto e cemento sottoposti alle medesime ore di insolazione, riscalda l’aria secondo un gradiente prossimo al 400% rispetto a un manto erboso. In compenso l’emissione di umidità è praticamente zero.

L’influsso dei metalli poi, è poco esaminato. Dunque il loro elevato potere di inquinamento termico dell’atmosfera è stabilito per assioma. La carrozzeria di un’auto esposta a irraggiamento solare si riscalda e a sua volta interagisce con l'aria circostante, sia per irraggiamento che per convezione.

È una spirale perversa. Ma quante sono le macchine al sole? Quanti i maxi parcheggi che rendono così comodi i centri commerciali? Quanta superfice urbana offre ombre silvestri e viali alle vetture nei posteggi?

 

Se sommiamo i valori di scambio termico tra l’aria degli agglomerati urbani, il risultato è da rosticceria. La differenza con le aree verdi, nella stagione calda supera i 10°. Eppure si continua ad asfaltare e a costruire, spesso nel nome del malaffare.

L’aumento di temperatura delle terre emerse poi, sommato a quello dei mari, interagisce per convezione con quello dell’atmosfera.

Dunque, il riscaldamento globale non è soltanto dovuto all’effetto serra, ma a un'incredibile somma di azioni umane che ci vede tutti coinvolti, e in qualche misura colpevoli.

Ogni azione intrapresa nel nome della sostenibilità non può che fallire se basata sui concetti di: profitto, sviluppo, velocità. Tre cause dello stato attuale di un pianeta depredato in modo irresponsabile da parte di un neoliberismo senza fondo e un consumismo senza senso.

Non si può proseguire secondo le pretese di una forma di vita che ha perduto il controllo della sua accelerazione tecnologica e che persegue in nuovi saccheggi per nuovi inquinamenti.

La Terra ha sempre le stesse dimensioni, la medesima massa e si muove alla stessa velocità. L’imperativo del riequilibrio dovrebbe essere tra le  priorità “Great Reset”, la decrescita felice, obiettivo del “World Economic Forum”. Le pubblicità di macchine e biscotti già ci rassicurano, cavalcando lo slogan: "impatto zero". Ma sarà così o c’è tantissimo d’altro?

L’analisi continua nella prossima Seconda Parte: dall'auto elettrica alle preziose, pericolose spazzature spaziali

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Articolo pubblicato il 27/06/2022