Clima: il misterioso fattore lambda e la verità sulle isole di calore
NO - W - HERE Giacomo Costa e il tumultuoso processo di urbanizzazione del pianeta

Voci dall’architettura Ecocompatibile, dalla NASA e sul paradossismo globale

Perché la cementificazione è una delle principali cause della siccità e delle variazioni climatiche? La risposta è nell’inerzia termica dei materiali.

L’inerzia termica è la capacità di un materiale di assorbire e accumulare una determinata massa di calore. Un calore che si scambia con l’aria secondo la differenza di temperatura (Delta t) e secondo l’attitudine di ogni materiale a trasmettere il calore in funzione della sua conducibilità termica.

Ogni materiale ha una sua specifica conducibilità termica (k) o fattore lambda (λ). La conducibilità termica è un fenomeno di microscopico movimento del calore attraverso i corpi solidi, proprietà fisica molto importante per l’isolamento degli edifici, altrettanto per la dispersione del calore nell’atmosfera. A minore valore lambda, maggiore è il valore isolante del materiale e minore la sua inerzia termica.

Un materiale ad elevata inerzia termica esposto al flusso della radiazione solare (soprattutto d'estate) assorbe una grande massa di calore che restituirà all’aria nel momento in cui la temperatura dell’atmosfera tenderà ad essere minore (solitamente di notte), rispetto a quella del materiale che aveva accumulato la radiazione solare (termodinamica dei fluidi).

Dunque, per semplificare, gran parte dei materiali da costruzione hanno un’elevata inerzia termica, mediamente del 75% superiore a quella di un insieme alberato o un prato allo stato naturale. È un fatto inequivocabile quanto intuitivo, ed è qui che diventa sorprendente. Sono decenni che si attribuisce molta responsabilità delle variazioni del clima alla urbanizzazione e alla conseguente deforestazione. La superficie del pianeta non è elastica. Quel che si cementifica si sottrae all’ambiente naturale, poiché il terreno non è un bene riciclabile. Dunque perché si è continuato a sviluppare l’umanizzazione in certe aree polmone verde del pianeta senza curarsi delle conseguenze? La fascia europea e nordamericana sono tra queste. Per quanto riguarda l’Italia, certamente la Pianura Padana, ma se ne parla poco.

Ed è a questo punto che entrano in gioco gli impressionanti valori rilevati dall’agenzia ECOSTRESS, tramite le rilevazioni satellitari della NASA provenienti dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Dai comunicati ufficiali del 18 giugno, che hanno fornito una mappa ad alta risoluzione della temperatura sulla superficie di alcune città europee, tra cui Parigi, Praga e Milano, città a cui si riferisce l'immagine a lato. Una temperatura al suolo ben superiore a quella indicata nelle previsioni meteo, che si riferisce a quella media dell’aria: “Le isole di calore più intense sono state osservate nelle città dell'entroterra e di maggiori dimensioni.

A Torino un aumento del 10% nel centro di aree con elevato consumo di suolo e bassa copertura arborea, è associato a un aumento dell'isola di calore, superiore alla media estiva di 4 °C”.

Maggiore è la dimensione dell'area costruita, maggiore è il riscaldamento del terreno che interagisce e scambia calore con l'atmosfera con cui è a contatto.

Un forte valore aggiunto alla irradiazione dell'aria circostante è dato dallo sviluppo verticale, attuale e distropico, che si verifica in tutte le più grandi megalopoli. I grattacieli aggiungono superficie lapidea a quella del terreno cementificato e asfaltato, incrementando i valori dell'isola di calore. Se piove sempre meno e se l'atmosfera si riscalda sempre di più, i motivi sono molti, ma tutti ugualmente semplici… e fisici…

Il suolo edificato riscalda molto l’atmosfera, proprio perché coperto di materiali dall'inerzia termica molto superiore  rispetto al terreno e la vegetazione. Infatti, la prima cosa che balza all’occhio dalla mappa del centro di Milano, proveniente dallo spazio, è che la temperatura superficiale è nettamente più bassa (anche di svariati °C) anche solo nelle aree di verde pubblico.

 

Un’area di vaste dimensioni quanto una città metropolitana crea una corrente ascensionale di aria calda che, trattenuta dall’effetto serra, si somma a tutte le altre azioni antropiche ormai difficili da riconvertire.

Le informazioni di ECOSTRESS servono all’Agenzia Spaziale Europea per  sviluppare il progetto Land Surface Temperature Monitoring con nuovi satelliti per il controllo delle temperature di superficie e loro risvolti climatici, oltre a indirizzare l’utilizzo dell’acqua sia in agricoltura che in uso civile. Costose buone intenzioni, ma che non possono produrre nulla di più che un vecchio agricoltore non avrebbe saputo suggerire già da anni agli scienziati, ai colonnelli delle notizie meteo e agli esperti del clima, troppo intenti a ricercare soluzioni elaborate a problemi rimandati nel tempo. Occorre pretendere moltissimi alberi.

Restituire il verde alla Terra è una risposta scientifica. In conclusione occorre dire che c’è un movimento globale di giovani urbanisti e di designer del territorio, molto impegnato nella ricerca e nello sviluppo di una architettura Ecocompatibile. Con oltre quarant’anni di ritardo rispetto ai primi pionieri, qualcosa si muove, in alcuni casi in modo troppo legato alle tecnologie emergenti e alla robotica, in altri casi più correttamente. Capire è d’obbligo e sperare è lecito, cos’altro resta? 

Immagini & dati ECOSTRESS, figure urbanizzazione distopica realizzate a computer Giacomo Costa, disegni e richiami tecnici a studio del 1980 su arch. ecocompatibile, Politecnico di Torino. Relatore: Prlof. Giorgio Ceragioli

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/07/2022