Festa dle pignate a la Madona del Pilon

Ferragosto un tempo a Torino si festeggiava così

Ottaviano, primo Imperatore dei Romani, vissuto al tempo di Gesù Cristo, quando fu proclamato Augusto da quel Senato, per solennizzare l’avvenimento decretò un mese intero di festa, anche per gli schiavi.

Queste “Feriae Augusti” sono le radici del nostro Ferragosto, una festa popolare essenzialmente italiana, che si trascorre per tradizione con gite fuori città nel verde, movimentando la scampagnata con giochi diversi.

Un tempo, per i Torinesi, che amavano rinfrescarsi in riva al Po, non c’era Ferragosto senza “Festa dle pignate a la Madona del Pilòn”. Su quei campi, si attaccavano a una corda sospesa per aria le pignatte di coccio piene d’acqua, ma in una c’erano dolcetti e altre leccornìe.

Proprio questa i giovani del gruppo, prima bendati e fatti quindi girare più volte su sé stessi per disorientarli, a turno cercavano di rompere menando fendenti con un lungo bastone.

Il gioco divertiva grandi e bambini per la pantomima di chi colpiva alla cieca barcollando e per gli spruzzi che partivano dalle pignatte piene d’acqua, quando venivano centrate e si rompevano, dando così anche lo spunto a docce collettive rincorrendosi nei prati. 

In epoca fascista, per tutti, non c’era invece Ferragosto senza treni a prezzi scontatissimi, che consentivano una gita alla scoperta delle città italiane.

Si partiva allora col cesto delle vivande, perché il pranzo non era compreso nel biglietto, e si continuò dopo a partire col pranzo al sacco per il picnic del 15 di agosto, festa sempre più sentita ormai da tutti come una pausa necessaria, uno stacco dal lavoro, una occasione per una  vacanza ristoratrice, dalla quale però si torna spesso ancora più stressati perché ci si muove ormai in tanti con notevole disagio per l’intasamento delle strade, dei mezzi di trasporto, dei luoghi deputati all’accoglimento turistico.

Oggi, Ferragosto è giornata di riposo, che nessuno si sente di abolire e che vede ancora i più far festa attorno a una graticola, dove uno solo, però, detta legge, essendogli stato riconosciuto dagli altri, anche un poco subdolamente, il titolo di esperto del fuoco e delle carni per sottrarsi, così, alla fatica d’una cucina da campo sotto il sole, vicino ai carboni ardenti.

Finita la festa,  ci sarà certo qualche saggio a sentenziare che la vita, in fondo, è come una grigliata di Ferragosto, con uno solo che suda per servire vivande a tutti gli altri stravaccati intorno, a far per altro complimenti, attenti ai toni, perché non suonino palesi come una presa per i fondelli.

Si vales, vàleo.  
 

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Articolo pubblicato il 14/08/2022