La perenne sfida fra Usa e Cina

La tensione sale su più fronti, andando oltre il Pacifico.

Se lo scontro tra Mosca e Kiev può innescare una nuova guerra fredda, la tensione nella regione del Pacifico potrebbe provocare una rinnovata Terza Guerra Mondiale, e da essa non ci sarebbe scampo per nessuno.

Nel frattempo, anche nell’Oceano Indiano rischia di aprirsi un nuovo scenario conflittuale.  La nave cinese "Yuan Wang 5" è arrivata nello Sri Lanka, è entrata martedì mattina nel porto di Hambantota, gestito proprio dalla Cina, dopo aver ottenuto dalle autorità il permesso, a condizione che non venga utilizzata in attività sospette.

La nave, che ufficialmente si occupa di ricerca scientifica, era attesa già la scorsa settimana (l'11 agosto), ma lo Sri Lanka aveva chiesto un rinvio a causa delle obiezioni di India e Usa, che la considerano una nave-spia.

Solo sabato, dopo intensi negoziati, le autorità di Colombo (capitale dello Sri Lanka) hanno autorizzato l'attracco a Hambantota e la sosta prevista di sei giorni (fino al 22 agosto), purché la nave mantenga acceso il suo sistema di identificazione automatica (AIS) nelle acque dello Sri Lanka.

Come se non bastasse, la Cina ha annunciato che invierà i propri soldati in Russia per prendere parte a esercitazioni militari congiunte, denominate «Vostok» (che in russo significa «Oriente»), che si terranno tra il 30 agosto e il 5 settembre. Le esercitazioni prevedono la partecipazione, oltre che delle truppe di Mosca e Pechino, di quelle di India, Bielorussia, Mongolia e Tagikistan. La decisione, secondo il ministero della Difesa cinese, «non è collegata all'attuale situazione internazionale e regionale», e fa parte di un accordo di cooperazione bilaterale annuale. Tuttavia, la tensione rimane altissima e queste continue “esercitazioni” rimangono fortemente sospette agli occhi del Pentagono e dei suoi rispettivi alleati regionali.

Ora che il duello sino-statunitense, il Covid-19 e la guerra in Europa destabilizzano l’Asia, Taipei, parallelamente deve far leva sul suo ruolo unico nel campo dei semiconduttori e nello sviluppo economico regionale a guida americana in chiave anticinese. La Repubblica di Cina ha capito che è a Formosa il luogo dove si gioca la ‘partita chiave’. Perdere l’Isola di Formosa significherebbe rinunciare alla propria indipendenza da Pechino e dare inizio alla fine dell’egemonia globale statunitense.

Nei prossimi anni, il duello Usa-Cina proseguirà e Pechino farà di tutto per non essere esclusa dalle filiere produttive globali. Cercherà delle alternative per rafforzare i legami con i membri dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) e con le isole del Pacifico. Tenterà di affermarsi come potenza regionale dominante, sostenendo i piani economici e sociali di ripresa post-epidemia in questa parte di mondo.

Ad opporsi alla futura egemonia cinese vi è ovviamente il Giappone. Vista da Tokyo, l’invasione russa dell’Ucraina è un chiaro esempio di uno Stato che impiega la forza militare per cambiare il proprio ordine regionale. L’invasione solleva interrogativi sull’allineamento russo-cinese, sempre più saldo, e sulle lezioni che Pechino potrebbe trarre dalla crisi per raggiungere i suoi interessi regionali fondamentali, ovvero la riunificazione con Taiwan e l’egemonia nei Mari Cinesi Orientale e Meridionale. 

L’Impero del Sol Levante punta a fermare la Terra di Mezzo anticipandola negli aiuti finanziari ad altri Stati limitrofi, mettendosi così di traverso come futuro attore dominante nella regione.

La visione prettamente economicista di Tokyo è ad ogni modo un freno rispetto alla logica imperiale delle Super potenze in gioco. La concezione post storica condivisa dall’Impero del Crisantemo, la rende più simile alle nazioni economiciste europee che non alle grandi Repubbliche imperiali dominanti (Usa, Cina e Russia).

Dal canto suo, mentre l’Europa è presa dalle sue piccole beghe interne, il Pentagono persiste nel tracciare la sua priorità strategica, ovvero quella di continuare a creare un “muro di isole” che impedisca a Pechino di acquisire la supremazia bellica nel proprio mare.

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Articolo pubblicato il 21/08/2022