Eclisse della Ragione

Transizione eco-logica, dove la logica sfugge…

Vivo sognando un mondo in cui la Giustizia trionfi e il rispetto dei cittadini verso lo stato sia lo specchio del rispetto che lo stato ha nei confronti di ogni singolo cittadino.

 

Mi dicono che è utopia e probabilmente lo è, ma se non sogniamo come possiamo trovare il tridimensionale della nostra vita?

Inoltre è proprio il riferimento a Utopia, il romanzo di Tommaso Moro originariamente scritto in latino nel 1516, che si radica un pensiero creativo necessario per comprendere molto di quella pagina della Storia che stiamo vivendo.

 

Questo libro, infatti, rappresenta il sogno rinascimentale di una società pacifica dove è la cultura a dominare e a regolare la vita degli uomini… un dialogo tra Tommaso e tale Itlodeo, sicuramente ispirato dal dialogo di Platone Repubblica in cui vengono affrontati temi come filosofia, politica, comunitarismo, economia, etica e in particolare l'etica medica.

 

Evidentemente sono figlia del mio tempo, un tempo senza età in cui il codice interiore non viene triturato dalle informazioni farlocche e i diktat di chi dovrebbe prendersi cura degli altri, invece di obbedire al Grande Burattinaio di cui è schiavo.

 

La descrizione dell’Inghilterra di quell’epoca rende perfettamente la somiglianza di quello che stiamo vivendo oggi.

Il fenomeno delle recinzioni, dell'espropriazione delle terre comuni perpetrata dalla nobiltà terriera, aveva reso in totale povertà gran parte della società inglese, soprattutto i contadini con ovvio aumento della criminalità.

 

Situazione che si è ripetuta più volte lungo il percorso della nostra civiltà. Oggi si sta avvicinando lo spettro vissuto dai kulaki, quei contadini russi benestanti, proprietari di una certa estensione di terra, che coltivavano, avendo alle loro dipendenze altri contadini: non sfuggirà il parallelo con le piccole e medie imprese odierne che stanno subendo lo stesso attacco con cui costoro furono decimati da Stalin.

 

Per quanto si possa vagheggiare una società in cui è abolita la proprietà privata e dove l'uso dei beni è concesso solo in base ai propri bisogni, dove “non avrai più nulla ma sarai felice”, la problematica della realizzazione è indicata dai personaggi che propongono una simile filosofia: Klaus Schwab? Bill e Melinda Gates? La famiglia Rockfeller? La famiglia Rothschild? George Soros? La manciata di adepti della Fabian Society che popola il nostro governo?

 

Suvvia, siamo seri… non abbiamo ancora tutti impiantato nel cervello quello splendido microchips che ci permetterà in tempo reale di diventare onnipotenti “conoscendoci meglio di quanto potremmo ottenere noi stessi”, come sostiene il professor Yuval Noah Harari, top advisor di Klaus Schwab capo del World Economic Forum.

 

Nell’isola Utopia con la scomparsa della proprietà privata non c’è ragione per il furto: i beni sono comuni, il commercio è inutile in quanto tutti gli abitanti lavorano la terra per circa sei ore al giorno provvedendo ai fabbisogni di tutti. Il resto del tempo è dedicato allo studio e al riposo. Così la società diventa molto meno violenta nello sviluppare la propria cultura vivendo in maniera pacifica e tranquilla.

Anche il denaro viene abolito e gli oggetti valgono in funzione dell’uso non per il valore di scambio.

 

Personalmente ho visto i risultati di parte di questa “utopia” durante un viaggio in Cambogia: salito al potere Pol Pot aveva deciso di creare “l’uomo nuovo” in una società contadina in cui tutti dovessero lavorare la terra… non c’era spazio per gli intellettuali (riconosciuti dagli occhiali e per il fatto di non saper salire su un albero a mani nude, sono stati giustiziati subito).

Il museo di Phnom Penh testimonia con migliaia di teschi l’entusiasmo dei cambogiani per tale governo, durato fortunatamente pochi anni, ma che è riuscito a distruggere l’intero sostrato economico finanziario di una terra rigogliosa.

 

Sull’isola Utopia ognuno può professare la religione preferita, anche se il credo generale è di una divinità creatrice e provvidente; l’anima è alla base del retto governo della società.

 

Proprio come nel nostro paese dove se non avalli la religione sanitaria a conti fatti puoi morire, perché senza lavoro non produci e se non produci non mangi tu e tanto meno la tua famiglia.

 

E siamo in attesa dell’identità digitale, solo attraverso la quale potrai accedere a quei diritti conquistati a fatica dai nostri progenitori.

Esattamente il credito sociale della Cina dove non mi sembra circoli quella “libertà” tanto sbandierata dal governo dei migliori.

 

Quello che non capisco è perché le persone non si ribellino ascoltando gli orrori che vanno diffondendo persone come Vittorio Colao, Roberto Cingolani, Yuval Noah Harari e altri guru dell’economia e della finanza, totalmente impregnati di quella ibris (tracotanza) che farebbe tremare di paura chiunque ne conoscesse il vero significato. Atlantide non è lontana.

 

C’è però qualcosa che nella mia mente da “casalinga di Voghera” sfugge: il ministro spiega a gran voce che in un futuro quanto mai prossimo (e ho notizia di operazioni già avvenute) con la nano tecnologia si potranno iniettare piccoli robot invisibili a occhio nudo, circondati da una patina vischiosa attraverso cui DA REMOTO si potrà far rilasciare le sostanze di cui la cellula malata, localizzata in precedenza, ha bisogno realizzando una guarigione immediata.

 

Una domanda sorge spontanea… lui stesso ha dichiarato che “la terra è programmata per 3.500.000.000 persone (deve avergli mandato un fax il Padreterno), per cui, a chi sono destinate queste cure, visto che noi dobbiamo sbrigarci a morire essendo già quasi 8 miliardi?

 

Dove si trova la LOGICA in tutto questo? O è solo l’ECO di una logica che si trova su un altro pianeta?

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Articolo pubblicato il 19/08/2022