La campagna elettorale e l'isteria energetica dell'ultima ora

Quarant’anni di burocrazia e di inadeguatezza che hanno impedito all'Italia di sviluppare un'ampia indipendenza energetica

L’origine del male

La campagna elettorale prosegue il suo bla-bla, anziché compattarsi in un’unità energetica nazionale, i buoni propositi sulla sostenibilità e l'impellente rispetto del pianeta sono già passati in predicato, l'Europa dalla voce grossa è senza gas e il caos delle sanzioni alla ricca madre Russia presentano il conto. Putin ha vinto senza sparare. Era una previsione elementare, eppure….

Caro bollette e isteria elettrica, per continuare a nutrire la bulimica necessità di spreco occidentale, hanno innescato una sfida elettorale deprimente e inadeguata. È triste ricordare che l’Italia e la sua collocazione geografica, sembra disegnata da Dio in “persona” per cibarsi di energie rinnovabili, ma non solo.

Ogni forma di energia rinnovabile è stata oggetto di progetti in agenda da parte politica adi petrolifera, già dal 1973 (guerra del Kippur), progetti poi rinnegati per incapacità, per ignoranza, per sudditanza ad accordi geo-economici e per nuove dipendenze da fonti fossili, destinate ad altrettanti momenti di crisi prossimi a venire. Esattamente come adesso.

Ad oggi, ascoltando le raffazzonate intenzioni del centrodestra e le voci del centro-sinistra, megafono di nullità, è imperativo ricordare che da decenni le iniziative per la messa in opera di impianti di energia rinnovabili, per il 70% sono bloccati dall’italica burocrazia, da inadeguate rigidità degli assessorati ai beni culturali e ambientali, non ultimo il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani. È ora di darsi una sveglia.

La tempesta del gas russo, l'impennata delle bollette, la recessione che è già qui da tempo, e tutte le polemiche interne, hanno mortificato il Bel Paese, pieno di risorse naturali e genio individuale. Il cordone ombelicale con l’Europa lo blocca e l’indigenza interna danneggia il resto. È duro ascoltare le trovate disperate partorite dalla incapacità di uno e dell'altro traditori della fatua transizione ecologica. Sentir sdoganato il gas e la quarta generazione del nucleare come energie pulite è un'imponente bestemmia. Non lo sono, ma…

Se per ipocrisia politica, dall'oggi al domani il metano è diventato una fonte fossile “poco inquinante” e il CO2 che deriva dal suo impiego, un'interferenza "sostenibile" (!?), allora l’Italia aumenta una "ipotizzabile" potenzialità energetica di discussa vecchia data.

Non solo La Penisola è una Arabia Saudita delle energie rinnovabili in attesa di maggiore attenzione, ma è anche allungata su potenziali giacimenti di metano e petrolio, sebbene fonti di energia fossile, quindi anacronistiche con l'obiettivo di ogni iniziativa internazionale per il contenimento delle emissioni di gas serra. Propositi notoriamente scomodi per gli interessi di tutte le potenze industriali, Italia compresa (l'agenda 2030 sottoscritta nel 2015 da 193 paesi dell'Onu è stata una falsa).

A oggi, su un consumo di 76 miliardi di metri cubi annui di gas, 29 sono di provenienza russa, finché durerà. I giacimenti di metano in Italia sono 1300, ma solo 514 sono attivi. Molti sono stati dismessi in tempi non sospetti a causa di una poca convenienza che oggi varrebbe oro gassoso. Molti altri sono stati chiusi dal Piano di Transizione Energetica del primo Governo Conte, trascurando il potenziale di nuovi giacimenti. Soprattutto l'Adriatico potrebbe ritornare ad alleggerire la crisi del gas fino all’auspicata transizione energetica che contempli TUTTE le energie alternative, compreso il biogas e l’energia geotermica, quest’ultima prestigio storico dell’ industria nazionale.

Inoltre, stabilito che il panico ha la meglio su logiche di svincolo dal gas russo, allora, pur a malincuore, occorre ricordare che in Sicilia e nel suo mare, sono stati individuati cospicui giacimenti di petrolio. Progetti di estrazione sistematicamente bocciati. Dunque, tra rinnovabili, gas e petrolio, l'arma di Putin si può spuntare con un autarchico pluralismo attuabile già dagli anni 80 e un cambio nello stile di vita preteso soprattutto dal Pianeta. 

Con il rinnovabile ancora in “alto mare”, almeno per un po’, imparando a ottimizzare l'ipocrisia, i consumi e gli sprechi, sarebbe logico ringraziare quel generoso “Mare nostrum” e con rispetto, iniziare a trivellare, smettendo false ideologie, poiché fin quando le energie di origine fossile non verranno soppiantate da sistemi meno inquinanti, in qualche altra parte del mondo, che è casa di tutti, vengono comunque estratte… E noi le si paga al prezzo di Wall Street.

Che l’Italia sia la potenziale Arabia Saudita di molte energie primarie è stato più volte un oggetto di studio su Civico 20 News e in tempi non sospetti. Ricordarlo è un obbligo. Oggi lo scoop fa audience, preda di ipotetici esperti e raffazzonati giornalisti che si pavoneggiano su tutti i canali. Dov'erano quando si poteva intervenire per tempo?

Stabilito che ora più che mai, con l’andare delle estati sempre più soleggiate, ogni angolo d’Italia, ogni tetto, ogni capannone sono buoni per cibarsi di energia solare, rendendosi autonomi in modo capillare, secondo i dati di Terna, il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia, nel 2020, causa pandemia è stato di 301,2 TWh (tetrawattora), da valutare un 6% in più.

Sempre nel 2020 il 37% dei consumi italiani è stato soddisfatto dall’insieme delle fonti rinnovabili, pari a circa 116 TWh, e il costo di produzione delle stesse è economico e conveniente. Dal 2018 sono stati installati nuovi impianti per oltre 900MW, 750 di fotovoltaico, la produzione totale fotovoltaica nel 2019 ha raggiunto i 20.900 MW, ma una diffusione più capillare e più favorita, porterebbe a valori molto più elevati.

Il potenziale eolico nazionale proiettato al 2030 è di 19,3 GW, ma le reali possibilità, soprattutto insulari, sono elevatissime e le più recenti dichiarazioni del governo lasciano intravedere una maggiore presa di coscienza. Attualmente, la potenza eolica installata in Italia è di 10,93 GW. L’Olanda è all’avanguardia e i suoi beni culturali ne sono ben orgogliosi.

Altro elemento di diversificazione dell’apporto energetico è il metanogeno da biomassa, anch’esso oggetto di studio e verifica già negli anni 70, ottimo per l’indipendenza di aziende e consorzi agrari. Un sistema non sempre compreso a livello locale e osteggiato da preconcetti nei confronti del biogas, ottima alternativa autoprodotta, rispetto ai costi dei carburanti agricoli, oggi saliti in modo esorbitante.

Un ulteriore, autorevole apporto al risparmio energetico, sarebbe da tempo operativo se si fossero messe in atto normative per disciplinare la costruzione degli edifici nuovi dotandoli di sistemi passivi, in grado di coprirne il fabbisogno calorico. Normative già stabilite da Vitruvio nel I sec a.C. nel suo trattato “De Architecture". Le energie rinnovabili erano già chiare a quell'epoca. Forse un buon motivo c’era. I paesi nordici lo sanno e lo fanno!

L’Italia è terra di vulcani e il suo potenziale di energia geotermica è valutato tra un minimo di 5800 a un massimo di 116.000 TWh. Considerato che il fabbisogno energetico interno, come indicato all’inizio dai dati Terna supera di poco i 300 TWh, se si iniziasse a studiare una tecnologia in grado di sfruttare con discrezione l’immensa potenza dell’Etna, l’Italia sarebbe in grado di illuminare mezza Europa, e non è una battuta.

Per installare una centrale geotermica sono necessarie numerose condizioni favorevoli, ma in Italia siamo pionieri in materia. Infatti, la prima centrale geotermica al mondo è stata creata in Toscana, a Lardarello nel 1911, sulle pendici del monte Amiata. In seguito è stata affiancata da quelle di Travale e Radicondoli, di Grosseto, Pisa e Siena, per un totale di 1372 MV.

In conclusione , un ultimo richiamo al comparto idroelettrico, prima fonte rinnovabile in Italia, produce il 41% dell’energia rinnovabile del nostro Paese. Gli impianti sul territorio sono circa 4300 per una produzione pari a 46 TWh. Tutto si può migliorare riesumando vecchi impianti.

Come spesso accade, le soluzioni esistono, soprattutto spostando l’incidenza di qualche punto di vista. Da tempo l’Italia avrebbe potuto essere indipendente da un punto di vista energetico. Un passo che richiedeva, e richiede ancora una visione più illuminata e illuminista della vita e del mondo.

"Domani sarò ciò che oggi ho deciso di essere" (James Doryce) 

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Articolo pubblicato il 02/09/2022