La battaglia della Marsaglia: una lettura diversa della storia

Un libro-ricerca documentale di Carla Amoretti che mette in discussione la versione ufficiale dell’evento bellico

Il libro di Carla Amoretti “La battaglia della Marsaglia – una diversa lettura della storia” è una ricerca innovativa e originale che ha il raro pregio d’indagare su eventi storici, attraverso documenti incontrovertibili, proponendo una versione che contraddice quella fino ad ora riconosciuta ufficiale.

L’autrice con grande professionalità esplora, con una metodologia matematica, i documenti da cui ricava elementi che, compenetrandosi come in un “puzzle”, portano inevitabilmente a conclusioni che sorprendentemente non sono mai state prese in considerazione fino ad ora.

In sintesi, la conclusione che emerge in modo evidente e che nello stesso tempo sgretola la versione consolidata, sta nel fatto che Vittorio Amedeo II, Duca di Savoia  (Torino, 14 maggio 1666 – Moncalieri, 31 ottobre 1732), fosse intenzionato a perdere la battaglia che avvenne il 4 ottobre 1693 (in seguito detta della Marsaglia), da parte degli Alleati della Lega di Augusta (la Grande Alleanza) contro l’armata francese di Luigi XIV, al comando del maresciallo Nicolas Catinat (Parigi, 10 settembre 1637 – Saint-Gratien, 23 febbraio 1712).

Una affermazione questa che di primo acchito può sembrare una provocazione insostenibile, ma che davanti alla sapiente e rigorosa elaborazione dei documenti e degli eventi che ne conseguiranno, assume la concretezza dell’evidenza.

Il Duca Vittorio Amedeo II ne aveva tante preoccupazioni per giungere a questa segreta convinzione, anche se dai documenti emerge che i suoi alleati incominciavano a percepire dei sospetti sempre più consistenti e preoccupanti.

La situazione europea al tempo della Lega di Augusta (1688 - 1697) rendeva il Ducato di Savoia uno Stato, di modeste dimensioni territoriali, pericolosamente condizionato dai giochi delle grandi potenze in campo.

Infatti, il Ducato di Savoia, per la sua posizione geografica era da sempre una preda ambita sia dai due stati confinanti, Francia e Spagna (Ducato di Milano) sia dall’Impero Asburgico. La situazione politica europea del tempo era travagliata dalle guerre di Religione, con esiti più drammatici in Inghilterra, dove il re Giacomo II cattolico fu esiliato a Parigi, e il Re Guglielmo III d’Orange, protestante, salì sul trono inglese a fianco della moglie Maria II Stuart.

La potente Francia di Luigi XIV (il Re Sole, Saint-Germain-en-Laye, 5 settembre 1638 – Versailles, 1° settembre 1715), forte della sua crescente economia e popolazione, tramite il suo ministro della Guerra Louvois (Francois Michel Le Tellier, marchese di Louvois – Parigi,18 gennaio 1641 – Versailles, 16 luglio 1691) era sempre più desiderosa di espandersi e inevitabilmente attuava una politica estera oscillante tra la conflittualità latente o quella decisamente aggressiva. Inoltre lo stesso ministro Louvois manteneva il più delle volte con il Duca Vittorio Amedeo II un atteggiamento molto arrogante e minaccioso.

Pertanto, era comprensibile che il Duca Vittorio Amedeo II, da abile e freddo politico, attuasse, per necessità di sopravvivenza, un comportamento di dissimulazione complesso e impegnativo. Infatti, si può constatare che il Duca Vittorio Amedeo II, ogni volta che era nominato generalissimo delle armate di uno schieramento, rallentava le operazioni in quanto la vittoria di quella parte non gli avrebbe mai dato la garanzia di non vedere il suo Stato subordinato ai suoi stessi alleati.

Tuttavia, la novità storica che l’Autrice riesce a far emergere dagli eventi che prepararono la “battaglia della Marsaglia”, attingendo dalle corrispondenze segrete dei potenti attori del tempo, si può riassumere nei 7 obiettivi sottoesposti che il Duca Vittorio Amedeo II perseguì tenacemente, benché fosse consapevole di creare profondi contrasti e dissociazioni da parte dei comandanti militari suoi alleati.

1)- Rallentò la condotta dell’assedio di Pinerolo

2)- Non bloccò il maresciallo Catinat nella valle di Susa

3)- Non occupò le colline di Piossasco

4)- Non bloccò il maresciallo Catinat nella valle del Sangone

5)- Impegnò le sue armate con il rischio di approvvigionamenti non adeguati

6)- Diffuse un libello provocatorio istigando, per reazione, i francesi contro gli imperiali

7)- Dispose le sue armate, di nazionalità, lingue, modo di combattere diversi in uno schieramento contrario alle regole, allontanando i comandanti imperiali dai loro reparti

Ad integrazione di questi punti il Principe Eugenio (che partecipava alla battaglia della Marsaglia in qualità di comandante dell’ala destra della seconda fila alleata dove erano schierati reparti di cavalleria e di fanteria) scrive di suo pugno che non sapeva se questo suo cugino “indefinibile”, volesse vincere o perdere le battaglie che faceva.

Tuttavia, per facilitare la comprensione dello svolgimento della battaglia della Marsaglia (o di Orbassano), l’Autrice illustra attraverso l’analisi approfondita della carta della battaglia stessa le fasi salienti dell’evento, evidenziando i sorprendenti particolari che trasformano nello stesso tempo l’immagine statica e dinamica dell’azione bellica delle truppe coinvolte.

La bellezza e la complessità della carta della battaglia, realizzata dall’ingegnere militare Louis Laparà de Fieux (Arpajon-sur-Cere, 24 settembre 1651 – Barcellona, 17 aprile 1706), al seguito dell’armata del maresciallo Catinat, resta un capolavoro della rappresentazione cartografica e della tecnica d’incisione dell’epoca.

Pertanto, è necessario scendere nei particolari per apprezzare le informazioni che offre questo straordinario documento.

Un momento importante degli studi sulla battaglia della Marsaglia (4 ottobre 1693) fu scoprire i codici grafici (cioè le rappresentazioni delle immagini), mai decriptati prima, con cui il Laparà de Fieux, con tutta la sua esperienza di ingegnere militare compose nel 1694 la grande incisione su quello scontro.

Nella battaglia della Marsaglia il Maresciallo Catinat impiegò l’ingegnere militare di 42 anni, Louis Laparà de Fieux, come staffetta portaordini. Muovendosi da una estremità all’altra dello schieramento, acquisì le informazioni che resero il suo lavoro grafico così puntuale e preciso.

Louis Laparà de Fieux fu discepolo del grande ingegnere militare noto come Vauban, ovvero Sébastien Le Preste de Vauban (Saint Leger Vauban, 15 maggio 1633 – Parigi, 30 marzo 1707).

Laparà de Fieux divenne già all’età di 21 anni, nel 1672, ingegnere e luogotenente. Percorse anche tutti i gradi della gerarchia militare, partecipando a 15 assedi nell’arco di 5 anni [1673-1677]. Fu ferito lievemente durante 5 assedi e poi nel 1678 durante la presa di Gand e Ypres, subì lesioni gravi. Dal 1690 fu Ingegnere Capo in 18 assedi morendo in quello di Barcellona il 17 aprile 1706.

La comprensione della grande incisione del Laparà de Fieux avvenne quando l’Autrice scoprì che in essa vi era una doppia rappresentazione: carta (colorata in giallo) e quadro (colorato in arancione).

La suddetta le separò e le fece dialogare tra loro. Infatti, c'era un prima ed un dopo: la carta raffigurava l'inizio della battaglia, con tutti i nomi dei reggimenti e squadroni schierati e la parte quadro era la parte finale, con lo scontro e la fuga e lo sganciamento dal campo di battaglia dei diversi reggimenti e squadroni degli Alleati.

Era una incisione che dinamicamente ci faceva vedere l’evolversi della battaglia, partendo da contemporanee immagini statiche. Una rappresentazione del Laparà de Fieux tecnicamente originale e che fino ad ora non era stata presa in considerazione e commentata con la corretta interpretazione. Un merito che, evidenziamo, spetta esclusivamente al lavoro di ricerca e approfondimento dell’Autrice.

Le informazioni dinamiche aumentarono quando l’Autrice scoprì che alcuni nomi di comandanti erano scritti più volte, in posizioni diverse.

La lettura dei molti libri d’epoca sull’evento permise alla suddetta di capire che erano stati magistralmente rappresentati gli spostamenti dei comandanti nelle fasi cruciali della battaglia. Inoltre, per fissare visivamente l’ordine cronologico l’Autrice decise di unire con frecce le scritte ripetute.

Nel contempo usò colori diversi, per i reparti di fanteria e cavalleria dei due schieramenti (gamme di blu per i francesi e gamme di giallo-rosso per gli alleati) e delle frecce per gli spostamenti dei principali comandanti.

La colorazione pertanto rende evidenti i codici (le immagini) della rappresentazione con cui tale incisione era stata concepita, non visibili senza la possibilità di studiarla a forti ingrandimenti e di elaborarla elettronicamente con la computer grafica.  

Nelle campagne militari in Piemonte, dal 1690 a fianco degli alleati contro la Francia, Vittorio Amedeo II inviò G. B. Groppello conte di Borgone (Avigliana, 1650 – Torino, 28 agosto 1722), notaio e agente segreto, travestito da villano, a Pinerolo per accordarsi con il maresciallo Tessè [René de Froulay de Tessé (Le Mans, 14 maggio 1648 - Yerres, 30 marzo 1725)], che comandava questa piazzaforte in mano alla Francia.

Il libro delle Memoires del Tessè rivela le trattative segrete in corso già prima della battaglia della Marsaglia (4 ottobre 1693) e che durarono sino alla pace del 1696. Si guerreggiava senza mai nulla di fatto. Anche un plico di documenti dell’Archivio di Stato di Torino testimonia e approfondisce l’evolversi degli accordi segreti.

L’Autrice ha consultato più di 80 libri riguardanti i diversi schieramenti in campo e questo ha permesso di comprendere le vere mosse di Vittorio Amedeo II miranti alla salvaguardia del suo Ducato. Non era un pessimo comandante militare, ma con tutti era un dissimulatore dei suoi veri intendimenti, mosso da una grande abilità diplomatica che lo portò ad essere definito la “Volpe Savoiarda”.

Tutte queste manovre, segrete e non, non fanno altro che confermare, alla figura di Vittorio Amedeo II, il riconoscimento di sagace politico e di sovrano lungimirante.

Il volume è decisamente affascinante per il ritmo, per la logica della narrazione, per la ricchezza delle fonti documentali e per le immagini cartografiche, che vengono utilizzate con la tecnica della sovrapposizione al fine di accertare le incongruenze e la conferma dei riferimenti significativi.

Tuttavia, la caratteristica peculiare della ricerca resta nel fatto che l’Autrice propone una storia documentata e alternativa alla versione fino ad ora consolidata. Evento che inevitabilmente contribuirà a stimolare un interessante ed auspicato dibattito in merito.

Il volume merita la dovuta attenzione ed è consigliato agli studiosi, ai ricercatori, agli studenti e agli appassionati di storia.

Il libro non è in vendita attraverso i comuni canali di distribuzione, in quanto è stato finanziato ed edito dal Comune di Volvera (TO) dove è reperibile, per l’acquisto o per la consultazione, presso la stessa amministrazione.

Carla Amoretti, Docente di matematica per 41 anni negli Istituti Tecnici Superiori, con vincita di numerosi riconoscimenti per i lavori realizzati con le classi.

Curatrice dell’archivio Amoretti dal 2008 al 2018 sino alla creazione dell’Associazione Archivio Amoretti di cui è stata nominata presidente per un secondo mandato a settembre 2022. Tiene conferenze, mostre, corsi, scrive almanacchi, giochi dell’oca e libri a carattere storico.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/10/2022