"La trappola di Tucidide e altre immagini" di Anna Caffarena

Modelli di politica estera oggi di Piero Flecchia (seconda parte)

(prima parte)

 

La visione sostanzialmente elitaria della politica appare chiara soprattutto dove la Caffarena passa dalla teoria al presente della politica estera, che analizza intorno a tre date capitali: la caduta del muro di Berlino nel 1989 (inizio del crollo del bolscevismo); l'attacco dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York, massima evidenza del precipitare della politica planetaria in una situazione che Anna Caffarena illustra con il vocabolo metaforico Anarchia: momento di pericolo per la pace e quindi per i commerci; e infine l'esplosione della crisi economica del 2008, che di fatto incrina pericolosamente la stessa struttura unitaria, intorno all'egemonia USA, del cosiddetto 'blocco occidentale', vasta area del pianeta comprensiva di Europa USA Canada Giappone Corea del sud Australia.... tutte nazioni retta stabilmente a democrazia rappresentativa, ma soprattutto organizzata intorno all'economia di mercato, e programmaticamente tesa all'abolizione di ogni barriera doganale politica, verso un libero commercio planetario.

 

L'evo della politica estera nel quale ci troviamo al presente dislocati prende forma, nel modello della Caffarena, al crollo dell'imperialismo bolscevico russo, percepito dal blocco di stati egemonizzati dall'impero USA come una grande vittoria della democrazia rappresentativa in politica e dell'iniziativa privata in una situazione di libero mercato sul versante economico.

 

Questo in ambito accademico-diplomatico occidentale, ma una rappresentazione del crollo del bolscevismo moscovita sul quale neanche tutto l'Occidente conviene.

 

Il partito papista vide e vede nel crollo del cosiddetto Impero del Male, l'azione redentrice della Vergine Maria, in un disegno interpretativo teologico profetico che ha una illustre tradizione dottrinale, e un suo simmetrico in area islamica.

 

Qui, il crollo del bolscevismo moscovita è ascritto all'intervento dell'Onnipotente. E gli effetti di questi due modelli di politica a guida teologica sono al presente planetariamente ben accreditati, a discendere dall'Iran, e l'attentato terroristico dell'11 settembre a New York è un sottoprodotto di quella identità politica a guida teologica, oggi egemone in Polonia e Ungheria, nonché la stessa presente vittoria politica in Italia della Giorgia Meloni, che declamatamente cristiana cattolica, è espressione di quella visione teologica della caduta del leninismo.

 

Come dentro la stessa ex bolscevichia ha assunto peso rilevante non la dottrina che disloca una situazione di libertà intorno ai due poli della democrazia rappresentativa e della libertà di mercato, ma fu l'intervento della Trascendenza ad abbattere il materialismo ateo.

 

È questa la visione teologica della politica alla quale fanno riferimento tutti gli stati dell'ex area egemonizzata dal bolscevismo moscovita, e ben oltre.

Qui, il modello al quale fa riferimento la cultura accademica occidentale, e nella cui area si inscrive il saggio della Caffarena, è un poco attendibile modello propagandistico, sostenuto a difesa e negli interessi dell'impero amerikano.

E la prova del nove per questa interpretazione è la guerra russo-ucraina, appunto luogo del fallimento del progetto politico delle democrazie rappresentative occidentali.

 

D'altra parte anche la Caffarena giudica che l'Occidente ha mancato la sua grande occasione quando non ha assunto come propria la proposta di Gorbaciov di un unico mercato da Lisbona a Vladivostok, preferendo premere per la disintegrazione dell'identità statale ex bolscevica, che Gorbaciov voleva mantenere e guidare verso una forma di socialdemocrazia.

 

Al progetto gorbacioviano soprattutto USA e Gran Bretagna preferirono l'alternativa Elstin, dalla quale discenderà quella Putin. E questo perché l'integrazione politica dell'ex impero bolscevico nel mercato comune europeo avrebbe significato la perifericizzazione dell'impero USA, e l'accentuazione della marginalità finanziaria della piazza di Londra; soluzioni entrambe inaccettabili per il capitalismo nel suo centro decisionale: gli USA.

 

Un'area di libero scambio da Lisbona a Vladivostok avrebbe in primis significato la morte naturale della NATO, ergo la fine della legittimazione dell'ingerenza amerikana in Europa, come costruita dal crollo del nazismo, in risposta all'ingerenza del bolscevismo.

 

Al crollo del leninismo moscovita era di vitale importanza per l'imperialismo amerikano ricostruire una situazione di tensione nella sua periferia imperiale europea; tensione provvisoriamente surrogata con la catastrofe dell'11 settembre, strepitosamente cavalcata dall'imperialismo USA per raccogliere consensi, soprattutto in Occidente, mentre simmetricamente gli apparati imperiali USA lavoravano, malgrado l'esplosione della grande bolla speculativa immobiliare del 2008, a far naufragare l'ipotesi Gorbaciov, verso quella vera nuova trappola di Tucidide nella quale è stato condotto Putin.

E proprio come fu condotto Saddam Hussein in Irak, dopo averlo illuso che il conflitto sanguinoso sostenuto con l'Iran a vantaggio degli USA gli desse diritto alla ricompensa Kuwait.

 

Ma vediamo di ricostruire per sommi capi la trappola di Tucidide nella quale il capitalismo anglosassone ha condotto il già protetto Vladimir Putin, a parare le tensioni centrifughe dei governi europei, restii a pagare i servigi militari NATO, ovvero USA, ormai valutati superflui, dopo il crollo del bolscevismo.

 

La geopolitica Ucraina è stata trasformata da Stalin, che ha de-etnicizzato le province oggi reclamate da Putin, un tempo cuore della cultura Ucraina, sterminando, negli anni '920, per fame e deportazione quelle popolazioni.

 

Nel deserto demografico creatosi sono poi immigrati russofoni, che hanno russificato l'area, ma assegnata, nello smembramento dell'ex impero bolscevico, allo stato ucraino.

 

La svolta nazionalista ucraina del secondo decennio del XXI secolo ha avviato un processo di rietnicizzazione ucraina in quelle province, suscitando nel contempo una insorgenza armata sotto la protezione di Mosca, che intanto sollevava la questione politica locale a livello internazionale.

 

Mosca perseguiva una tutela delle popolazioni russofone d'ambito ucraino; e che sembrava aver ottenuto con gli accordi di Minsk dell'ottobre 2014, che avrebbero dovuto segnare il cessate il fuoco.

 

Sotto molti aspetti la situazione nelle province ucraine dove oggi si combatte ha il suo simmetrico nella situazione conflittuale della minoranza tedesca in Alto Adige negli anni '960-70.

 

Ergo la situazione conflittuale dei russofoni ucraini si sarebbe potuta risolvere applicando in loco la stessa soluzione politica negoziata tra Italia ed Austria.

 

Ma la situazione politica in Ucraina era altamente instabile e gli USA avevano assolutamente bisogno di creare una zona di tensione in ambito europeo per ribadire i vincoli NATO, attraverso i quali l'impero amerikano controlla, dalla caduta del nazismo, l'Europa occidentale: la mantiene integrata e vassalla, malgrado la tenace resistenza francese e la tentazione di un asse franco-germanico a costruire una autonomia politica reale.

 

Una analisi delle ragioni che impedirono all'asse francotedesco di cogliere la grande occasione Gorbaciov dovrebbe essere il centro di senso di un saggio d'ambito occidentale europeo sulla politica estera centrata sull'attualità, ma questa soluzione porterebbe a una totale demistificazione circa la commediografia democratica dell'impero USA.

 

E lo si coglie anche in alcuni passaggi chiave del saggio della Caffarena; ma che si mantiene ai bordi della decisiva questione della subalternità dell'Europa rispetto all'impero USA. Come anche il saggio tende a mantenere in ombra la natura intimamente imperialista degli USA, stato costruito sul genocidio degli amerindi, e sullo sfruttamento selvaggio dell'immigrazione europea, diventata necessaria per lo sviluppo degli USA dopo la fine dell'importazione di schiavi dall'Africa.

 

E proprio come oggi per l'economia capitalista di rapina USA è di vitale necessità lo sfruttamento economico dell'immigrazione dei latinos, nel contempo usati dalla destra reazionaria come alle origini gli aborigeni amerindi e poi le varie ondate di immigrazione.

 

Imperialismo pseudodemocratico, l'imperialismo amerikano ha adottato in chiave propagandistica i due pilastri della democrazia rappresentativa, per deriva interna portata all'oligarchicizzazione, e il mito liberista dell'economia di mercato; altrettanto illusorio del mito della democrazia rappresentativa.

E infatti come quella per moto proprio tende, nelle società industriali, all'oligarchia, per deriva interna l'economia di mercato tende agli oligopoli.

 

Come appunto oggi l'economia USA; la cui politica persegue scientemente conflitti periferici, per dare coesione all'impero, dopo aver appreso: guerra di Corea, la lezione dallo stalinismo.

 

In questo quadro rientra anche il presente conflitto russo ucraino, attraverso il quale l'impero USA persegue il controllo dell'Europa, da mantenere un mercato economico regolato dall'esternità imperiale USA, operazione possibile soltanto per quanto l'Europa non procede verso una soluzione politica federale.

 

Politica di unità federale realizzabile soltanto attraverso una faglia conflittuale con l'impero USA, che non può accettare una unità politica europea, senza patire una forse mortale amputazione economica.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 01/11/2022