In mostra a Torino Martino Bissacco e Franco Fassone

I due pittori torinesi espongono presso Lo Scarabocchio-Saletta d’Arte di Ciro Spinapolice fino al 5 novembre

A Torino, dal 15 ottobre, giorno dell’inaugurazione, si sta svolgendo la Mostra dei pittori torinesi Martino Bissacco e Franco Fassone, presso Lo Scarabocchio-Saletta d’Arte di Ciro Spinapolice, in via Domodossola 44, in Borgata Parella. La Mostra è stata curata da Ciro Spinapolice, presidente del Gruppo Associativo Artistico Culturale ART-TO, con la presentazione di Enzo Papa, critico d’arte. Sarà visitabile, con orario 15:00-19:30, da martedì a sabato, fino al 5 novembre 2022.

Martino Bissacco, nato a Taglio di Po nel 1941, si trasferisce molto giovane a Torino. Formatosi presso la bottega del Pittore Mario Brunetti, dove ha svolto anche attività di ceramista, dopo vari passaggi dal paesaggistico al surreale approda definitivamente alla pittura informale. Partecipa a mostre collettive in Italia e all'estero.

In questa mostra compaiono varie sue sculture che si possono ricollegare alla sua attività di ceramista per la realizzazione di lampade e di altri prodotti di ceramica moderna, svolta a Torino e successivamente ad Albissola (Savona). Bissacco considera questo periodo molto importante per la sua formazione e me lo ha descritto così: «Frequentavano la Manifattura Ariele [fabbrica aperta da Mario Brunetti, N.d.R.] artisti già molto famosi come Agenore Fabbri, Carmelo Cappello, Umberto Mastroianni, Piero Ducato e tanti altri. Stando vicino a loro, ascoltandone i discorsi, imparavo i segreti del lavoro. Lo stesso accadde quando, a 20 anni, trasferendomi ad Albissola Marina per produrre, sempre insieme a Mario Brunetti, manufatti con la tecnica della ceramica a freddo, mi sono ritrovato al centro di una vera e propria comunità artistica. Ci si incontrava in un locale-galleria gestito dal ristoratore Pescetto, dove spesso capitavano artisti del calibro di Aligi Sassu, Wilfred Lam, Asger Jorn, Lucio Fontana».

Le opera presenti a Lo Scarabocchio-Saletta d’Arte non sono ceramiche, bensì in terracotta, realizzate con argilla rossa con prima cottura (a biscotto) che raffigurano: “Il Ballo”, “Il Bacio” e un’anfora dalla forma particolare.

Altre sculture, sempre di Bissacco, sono allestite con legni di varia forma e dimensione, poi dipinti con vivaci colori acrilici. I soggetti sono “Il Cigno”, “Gli Argonauti” e “L’uovo di Colombo”.

Franco Fassone, nato a Torino, si è diplomato al primo liceo di Belle Arti di Torino e successivamente ha seguito il corso presso la Scuola di Cartellonista Pubblicitario. Ha frequentato lo studio del pittore Pippo Bercetti. Ha partecipato a numerosi concorsi ottenendo premi e riconoscimenti.

I quadri esposti presso Lo Scarabocchio-Saletta d’Arte sono di stile surrealista fantastico. Fassone crea uno sfondo scuro sul quale elabora la sua idea attraverso ritagli, con tecnica di collage, creando una continuazione fra le immagini mediante disegni realizzati con matita, biro, pennarelli e colori acrilici fino a ottenere surreali e fantastiche chimere.

Può essere interessante riportare quanto ha scritto dei quadri di Franco Fassone, l’artista e critica d’arte Barbara Rotta: «Le opere di Franco Fassone, in mostra presso la Galleria d’Arte Lo Scarabocchio a Torino, sono testimonianze di momenti e racconti mostrati nel visionario assemblaggio di figure tra il collage e una scrittura che colora o copre e racconta le atmosfere delle profondità.

Oltre il tempo, oltre il segno, la figura si fa scarna, sensuale, scheletrica, sfinge di significati nascosti e oscuri. L’occhio guarda l’uomo che si fa spettatore dell’inconscio nel nero, nel rosso delle vene, il colore tende a scurirsi e segna il mistero di un messaggio. Il messaggio si insinua nell’attesa a volte sofferente, dolente nella decifrazione di un’impotenza d’azione.

Donne come sfingi e membra come gioielli spuntano dalle profondità degli sfondi di Fassone, evidenziano una parte del corpo, il viso dolente, ansimante, un orecchio o solamente una bocca all’insegna del dover rappresentare sentire, dire o semplicemente stupirsi, tuffarsi nell’estasi.

I fondi dell’artista segnano un mondo che accoglie dimensioni psichiche attraverso ritagli, colla e quel pensiero di denuncia e spirito di scarnificazione dell’essere umano.

A volte si fa semplicemente indolente e lascia immagini di quiete che vengono puntualmente dominate dall’oscurità o da quel tocco surrealista che confonde, medita, denuncia, gioca e respira tra finito e non finito, composto e disarticolato in una carrellata di soggetti che si fanno pensiero ed illuminazione tra una poesia di Baudelaire e il racconto visionario dell’artista stesso» (Barbara Rotta, 27 ottobre 2022).

Il 5 novembre, a chiusura della mostra, ci sarà una performance di Martino Bissacco che realizzerà in diretta un suo quadro non figurativo, definibile astratto, ma non informale, secondo l’affermazione espressa dal critico d’arte Enzo Papa.

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Articolo pubblicato il 01/11/2022