
Di luna al primo Marte si fanno tutte l’arte. di Micaela Balice
Siamo alle soglie del nuovo anno gregoriano e l’antica Artemide fa sentire la sua presenza di curatrice, nell’intento di lenire i nostri dolori e malesseri non solo fisici.
Insieme al fratello Apollo viene incontro ai nostri giorni e le nostre notti, emanando frequenze consolatrici per chi in questo periodo ha subito traumi, lutti e anche difficoltà nella vita pratica.
È la protettrice dei bimbi, quelle creature che mai come in questi tempi hanno bisogno di tutta l’attenzione possibile perché sono il nostro futuro, con buona pace di chi (Klaus Schwab - La quarta rivoluzione industriale) pretende di “ristrutturare sistematicamente e culturalmente il nostro mondo” con un processo di depopolamento per lo meno inquietante. C.M.
La Lunazione della Quercia è una lunazione che comprende i mesi di novembre e dicembre, si colloca dopo la porta solare in cui si celebrano i Giorni dei Morti nel passaggio tra ottobre e novembre e ci conduce alla porta successiva, la più buia, quella del solstizio d’inverno del 21 dicembre.
È quindi una lunazione oscura, preparatoria alla festa del ritorno della luce rappresentata dalle festività natalizie.
Se il novilunio avviene a fine novembre o ai primi di dicembre è possibile che il Natale si manifesti proprio all’interno di questo mese lunare.
Veniamo completamente immersi nel periodo buio dell’anno e la notte compare via via sempre prima sino a rendere il pomeriggio cupo.
Il freddo arriva più o meno lentamente e copre tutte le cose con il suo manto. Giungono le prime gelate dopo il plenilunio.
La natura si ritira, docile, sotto le copertine di foglie e dell’humus morbido e umido della terra. Gli uccelli migratori sono svaniti col sogno delle nostre estati e rimangono a farci compagnia le cornacchie e le beffarde gazze.
È la luna delle tisane, della polenta, dei camini accesi, delle scorte fatte in estate e trasformate in sottaceti o marmellate da consumare con gli amici.
Ma è anche la luna della tenacia, della generosità, della forza intesa come resistenza e resilienza rappresentate dalla quercia.
Quest’albero maestoso e sacro a molte culture si erge spesso in modo solitario nelle radure boschive, crescendo diventa possente e robusto e la sua legna è tra le più apprezzate per la sua durezza e la capacità di scaldare bruciando con lentezza.
Ma è anche una pianta nota per la sua generosità in quanto offre riparo e nutrimento a numerosi animali: le sue ghiande infatti sono commestibili e se vengono ancora apprezzate dai cinghiali selvatici, un tempo venivano consumate anche da noi umani, ridotte in farina per delle panificazioni dei poveri unita a farine miste.
La quercia rappresenta anche il vecchio che cambia, che si trasforma, che viene sostituito dal nuovo: il ciocco di legno che brucia nel camino è un rimando all’anno che finisce, al sacrificio dell’anziano in favore del nuovo bambino che sta per nascere.
Non a caso era usanza diffusa bruciare un ceppo a Natale che avrebbe arso fino all’Epifania accompagnando e benedicendo col suo chiarore il ritorno della luce solare.
Il passaggio tra il vecchio e il nuovo è tema di questo transito potente, ed il sacrificio dell’anziano o della vecchia befana rimanda alla saggezza degli avi che abbiamo onorato in precedenza e che sanno quando è ora di lasciare il posto alla novità, ai nuovi frutti.
La quercia ne rappresenta la forza intesa appunto come saggia consapevolezza e presenza: entità antiche, i grandi alberi hanno conservato lo spirito del mondo e lo custodiscono anche negli inverni più duri dell’esistenza.
Nel folklore venivano chiamati “talking trees”, alberi parlanti, dei quali la quercia ne è uno dei sommi esponenti.
Questi davano oracoli e consigli a chi si rivolgeva loro.
Tolkien ne fa tributo raccontandoci degli Ent, la razza senziente più antica della Terra di Mezzo definita anche “Pastori degli Alberi”.
La silvoterapia è un modo per riconnettersi a questa arcaica fonte di conoscenza e ritrovare la forza e la lucidità che sovente perdiamo nel vortice del mondo di questa terra di mezzo.
L'influenza della luna sulle colture è nota da sempre e seguendo questo pratico calendario lunare saprete quale attività svolgere nei diversi mesi dell'anno - seminare, raccogliere, potare, concimare, innestare, travasare - per ottenere i migliori risultati.
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Articolo pubblicato il 23/11/2022