Qualcosa di nuovo nasce all’orizzonte

Un appello per la salvaguardia individuale di A.Bruno e A.Tonelli

Oggi urge creare qualcosa di nuovo, positivo, strutturato, credibile e dotato di senso per la salvaguardia individuale.

Mai prima come oggi abbiamo vissuto tale senso di precarietà e urgenza.

 

Con amarezza abbiamo appreso che le stesse istituzioni di garanzia dei diritti e delle libertà si sono dimostrate complici di coloro che attentano contro di esse.

 

Di seguito, per questo, proponiamo la costituzione di strutture associative territoriali e sapienziali di salvaguardia e tutela mutuale per scambi di servizi d’intermediazione, servizi culturali, spirituali, formativi, ovvero servizi in generale.

 

Mutuali, giacché a favore innanzitutto degli associati e nel medio-lungo termine delle collettività.

Sapienziali, poiché, nel richiamarsi ai valori della classicità, devono avere al centro l'Uomo e la sua Virtù ovvero quanto egli riesce a realizzare, in pensiero e azione, in positivo nell'ambiente attorno a lui.

 

Perché questo?

L’Uomo è gravemente minacciato oggi dall’accelerazione degli immensi investimenti nel transumanesimo tanto genetico (con DNA complementare a mezzo RNA messaggero) quanto nella rete neurale dei corpi (“internet of bodies” di Neuralink).

 

Oggi il nuovo domain investing dei capitali è diventato il corpo umano e il suo cervello, in particolare.

 

Nella convinzione d’inesistenza di una trascendenza, di una vita post-mortem, novelli apprendisti stregoni, miliardari sedicenti “illuminati”, tentano di sfuggire alla morte cercando di perpetuare geneticamente o digitalmente la loro permanenza fisica.

 

More tempore, la macchina della propaganda e le intese intergovernative, in sede globalista, promuovono la privazione dell'identità sessuale, culturale, religiosa, alimentare, economica, e quant’altro, delle masse.

 

Con il pretesto di emergenze continuative (“eccezione permanente”), le élites stanno plasmando e spersonalizzando gli umani, sottomettendoli dunque, come mai prima nella storia umana.

 

La (presunta) libertà assoluta dell'Homo Deus (Harari) ora ha indotto i registi del Great Reset (Schwab e dietro il vecchio Attali) ad aprire contemporaneamente tante finestre di Overton delle varie accettazioni sociali: dall'accettazione della pedofilia e propaganda nelle scuole del LGBTQr+, al controllo corporeo e cibernetico (codice Bluetooth, pass QR vaccinale e ID biometrico), dalla esclusione e odio sociale verso i dissidenti (public-enemies), all'imposizione di stili di vita (metaverso per abolizione viaggi e per il lavoro) e alimentari (vermi e insetti), dal controllo e limitazione della spesa privata con l'eliminazione del contante fino all'abolizione della proprietà privata ("egoistica", cit. Bergoglio), dall'eliminazione della storia e della cultura classica (cancel culture), alla soppressione delle religioni tradizionali, per una nuova religione (pseudo) ecologista della terra (minuscolo), etc…

 

Obbiettivo: annullare e appiattire l’uomo in una pratica “zootecnica” di sorveglianza, chippatura e recinzione.

Strumento: il già collaudato terrorismo massivo del mainstream mediatico per un’emergenza permanente, annunciata, peraltro, puntualmente dai vari leader governativi, che, pur di non rasserenare genti e imprese, preferiscono annunciare “sciagure pandemiche e nucleari” (cit.Von der Leyen 08.12.2022).

 

Dicevamo delle “strutture territoriali e sapienziali”. Esse, se messe in rete, potrebbero efficacemente opporsi, non “contro” qualcosa ma “per” qualcosa, pro humanitate.

 

Ma per fare questo, bisogna prima avere il coraggio di dire la verità, bypassando le pregiudiziali ideologiche, e quelle delle divisioni e dell’odio sociale abilmente create dai media delle élites negli ultimi anni.

 

Il modello della democrazia, rappresentativa, nel mondo del controllo digitale e cibernetico e della massiccia propaganda del “pensiero unico”, non può più funzionare.

 

Oggi la tendenza delle masse all’omologazione emulativa e/o coercitiva (a mezzo pass digitali estorti a pena di restrizioni, anche lavorative) ha dimostrato il fallimento della politica democratica fondata sulla delega, attraverso il voto.

 

La dialettica oggi si è ristretta alle classificazioni a-logiche delle crociate ideologiche contro i nemici pubblici, di volta in volta identificati: no-vax, no-pos, no-war, no-Nato, no-gender, no-climate change, no-migrants, no-new diet, etc...

 

Tale la strumentalità della divisione sociale che le pratiche di “non-discrimination” o di “social-inclusion”, verbalmente asserite, vengono poi dimenticate verso i quotidiani “public-ememies” (in un profluvio d’inglesimi d’accatto).

 

Anche governanti, pur eletti con messe di suffragi elettorali, vengono posti in condizione di non potere operare da condizionalità esterne, quali PNRR, BCE, fondi strutturali, etc, poste dai  “mercati” (ovvero soggetti finanziari internazionali creditori), da strutture sovranazionali non-democratiche, dai mass media e dalla loro propaganda, dai sindacati (proni a detti soggetti finanziari ma non al servizio dei lavoratori), e dalla stessa perdita pregressa delle sovranità fondamentali, innanzitutto di quella monetaria.

 

In alcuni paesi, poi, lo stesso esercizio elettorale, tramite il voto elettronico, verosimilmente manipolato, giustifica serissime riserve sulla sua effettiva rappresentatività democratica.

 

Bisogna avere, dunque, il coraggio di dirlo: la democrazia rappresentativa è diventata una soluzione del passato.

L’esercizio della democrazia rappresentativa è impedito, o nel migliore dei casi compromesso, proprio dagli strumenti tecnologici che avrebbero dovuto, invece, agevolarlo.

 

Serve inventare nuove risposte alle sfide del transumanesimo tecnologico del presente, usando, possibilmente, gli stessi strumenti tecnologici a vantaggio però degli Uomini, della loro creatività, della loro cultura, ovvero, della loro Libertà.

Occorre inventare, in altre parole, qualcosa di nuovo e inedito, che abbia, però, un forte radicamento nella sapienza del passato, ma anche nel territorio.

 

Bisogna opporre al mercato globalista dei monopoli proposte mutualiste e di “primo mercato” a livello locale.

La dinamica economica delle multinazionali, distruttrice della concorrenza, consente loro enormi margini e capitalizzazioni a scapito della qualità e, soprattutto, dei territori.

 

È basilare ripartire, dunque, dalla polis greca o dai Comuni dell’Italia rinascimentale. Dobbiamo contrapporre al globalismo, un progetto strategico e a medio lungo termine di sviluppo locale, che sia tanto culturale quanto economico.

 

E per questo riprendere la saggezza umanista dei filosofi delle polis, come ad esempio la visione politica dei filosofi presocratici o quella degli umanisti rinascimentali.

Serve opporre un Neo-Umanesimo al fanatismo distopico transumanista di una ristrettissima élite chiusa in inaccessibili fortezze dorate.

 

Proponiamo un Neo-Umanesimo che sia radicato nella partecipazione collettiva e locale alle scelte, senza le manipolazioni e la propaganda dei grandi sistemi e dei loro media.

 

Se organizzate in reti, le strutture territoriali e sapienziali di salvaguardia e tutela mutuale potrebbero concorrere a tutelare efficacemente le Libertà degli uomini.

 

Chi eserciti funzioni di direzione nella politica, deve esibire come requisito e "curriculum" fondamentale la pratica di discipline meditative di consapevolezza e di sorveglianza sulle proprie Ombre, in particolare avidità e spirito di autoaffermazione egoistica.

 

In ultimo, se non si creeranno urgentemente tali o simili strumenti di salvaguardia mutuale, duole dirlo, a breve ci resterà solo l'ovile.

 

Come scrive Andrea Zhock, richiamando Padre Dante: “Come alla soglia dell'Inferno, anche oggi, tra tutti coloro i quali sentono questa sfida dovremmo dirci che "Qui si convien lasciare ogni sospetto / Ogni viltà convien, che qui sia morta."

 

Aurelio Bruno e Angelo Tonelli

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 17/12/2022