Milano rende omaggio al genio di Hieronymus Bosch

A Palazzo Reale, un’esposizione da non perdere.

“Bosch e un altro Rinascimento” è il titolo della mostra, aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023, dedicata a Hieronymus Bosch, sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco.

Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti dalle wunderkammern più importanti al mondo.

Hieronymus Bosch, pittore olandese che ha operato tra la fine del Quattrocento e l’inizio Cinquecento, è uno dei principali esponenti di quella pittura caratteristica del Nord-Europa e che è il frutto delle reciproche influenze artistiche tra le Fiandre e l’Olanda.

Ma l’arte di Bosch, fin da subito, si è dimostrata originale e completamente a se stante, lontana sia dalla maniera italiana, a cui i suoi contemporanei guardarono con ammirazione, e sia da quella fiamminga; realizzando così opere frutto di un’originale sintesi tra arte locale e inventiva propria.

I capolavori di Hieronymus Bosch hanno sempre generato curiosità e domande nell’osservatore, un po’ per il suo staccarsi completamente dagli artisti del suo tempo, un po’ per quegli scenari fantastici e a volte inquietanti che sapeva ricreare con grande maestria nelle sue tele.

Carl Jung lo definì il “Maestro del mostruoso… scopritore dell’inconscio”.

I temi da cui trasse ispirazione sono i dogmi religiosi, la condanna dei peccati, la morale, il disprezzo per la corruzione, che riflettono le idee della Confraternita della Nostra Diletta Signora di cui il Maestro faceva parte, un’associazione risalente al 1318 legata al culto della Vergine.

Nelle sue opere, sono presenti una complessa simbologia e una strabiliante creatività: metamorfosi alchemiche, disegni allegorici e tradizione ermetica sono protagoniste indiscusse della sua produzione artistica.

Per questo Bosch è famoso in tutto il mondo e continua ad affascinare il pubblico che resta letteralmente sedotto dal suo linguaggio pittorico, fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche.

La mostra di Milano, rende omaggio a questo straordinario e unico artista nel suo genere, presentando un progetto davvero originale e inedito: Bosch, secondo i curatori (Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades e e Claudio Salsi), rappresenterebbe l’emblema di un Rinascimento ‘alternativo’, lontano da quello più conosciuto, governato dal mito della classicità, e confermerebbe l’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa. 

Un altro Rinascimento , caratterizzato da visioni particolari nel dettaglio, figure impregnate di follia, creature inquietanti, che oggi appaiono ai nostri occhi fortemente contemporanei o distopici.

La fama di Bosch non iniziò nelle Fiandre, dove l’artista era nato, ma in Europa meridionale. Il ‘fenomeno Bosch’ ebbe infatti origine nel mondo mediterraneo, precisamente nella Spagna e nell’Italia del Cinquecento. Sarà proprio in Italia che il linguaggio fantastico e onirico di Bosch e dei suoi seguaci, protagonisti di un ‘altro Rinascimento’, troveranno il terreno più fertile e maturo per crescere e diventare modello figurativo e culturale per quel tempo e per molte delle generazioni di artisti successive, anche a distanza di secoli.

L’esposizione di Palazzo Reale non è una monografica convenzionale, ma mette in dialogo e in correlazione capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, in un confronto che ha l’intento di spiegare quanto l’altro Rinascimento influenzò grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Mantegna e molti altri.

Il percorso espositivo presenta al visitatore non solo alcuni dei più celebri capolavori di Bosch, ma anche opere derivate da soggetti del Maestro e mai presentate insieme prima d’ora in un’unica mostra.

Per la prima volta in Italia, il Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio, una delle sue opere più importanti, nella quale il pittore offre, a chi lo osserva, una trattazione completa e complessa della storia del santo rappresentando in maniera incisiva i pericoli della vita spirituale.

Altri importanti capolavori presenti in questa inedita e preziosa esposizione sono il Trittico del Giudizio Finale, il San Giovanni Battista e il Trittico degli Eremiti.

Interessante il raffronto tra i quattro arazzi boschiani dell’Escorial e il cartone dell’Elefante, proveniente dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, modello per il quinto arazzo oggi perduto.

Presente in mostra con una decina di incisioni anche il più importante tra i seguaci di Bosch, Pieter Bruegel il Vecchio

La proliferazione di oggetti rari, bizzarri e preziosi che caratterizza la moda delle collezioni eclettiche tipiche del gusto internazionale cinquecentesco viene evocata nell’ultima sala, allestita come una originale Wunderkammer che riporta a un confronto immediato e diretto con la rappresentazione caotica e irrealistica di uno dei capolavori più impegnativi di Bosch: Il giardino delle delizie.

Chiude il percorso un’opera audiovisiva di Karmachina, Tríptiko. A vision inspired by Hieronymus Bosch, un viaggio attraverso il mondo irreale e fantastico del pittore fiammingo.

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Articolo pubblicato il 05/01/2023