Non è facile sintetizzare l’immenso Magistero che si è dipanato in un arco di tempo notevole dal Concilio Vaticano II
In queste settimane dopo la scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI, ho cercato tra gli scaffali della mia biblioteca (peraltro parziale, perchè l’altra metà dei libri si trova in Sicilia) i libri di Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, tra i tanti (li ho presentati su fb) presento un testo di Marco Tosatti, “Il dizionario di papa Ratzinger. Guida al pontificato”, Baldini Castoldi Dalai Editore (2005), uscito subito dopo la sua elezione.
Giustamente hanno fatto notare gli osservatori più o meno “vaticanisti” che non è facile sintetizzare l’immenso Magistero di Joseph Ratzinger, che si è dipanato in un arco di tempo notevole dal Concilio Vaticano II, prima da vescovo, poi da Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede e infine da Papa. Non per nulla c’è una petizione di alcuni vescovi per proclamare Benedetto XVI, “Dottore della Chiesa”, tra questi due cardinali autorevoli, entrambi con un glorioso passato accademico, l’italiano Angelo Bagnasco e l’austriaco Christopher Schoenborn, hanno proposto a Papa Francesco di proclamare “Dottore della Chiesa” Benedetto XVI-Joseph Ratzinger.
Secondo Benedetto XIV, che fu Papa tra il 1740 e il 1758, i requisiti necessari per la proclamazione di Dottore della Chiesa, sono 3: eminente dottrina; santità di vita; elezione da parte del Sommo Pontefice o del Concilio Generale, condizioni che sono tutte evidentemente realizzate nella vita di Ratzinger.
Una vita, come sottolinea Tosatti nell’introduzione, voleva essere diversa. Ratzinger lo ha detto esplicitamente: “Il prezzo da pagare per me è stato quello di non poter fare quello che mi ero immaginato [...] Gran parte di ciò che mi sarebbe interessato ho dovuto lasciarlo da parte, immedesimandomi fino in fondo con il servizio che mi era chiesto.
E ho dovuto liberarmi dall’idea di dover necessariamente scrivere o leggere questo o quest’altro [...]”. Infatti nell’aprile del 2005, eletto Papa, Joseph Ratzinger ha dovuto rinunciare definitivamente, “all’idea di un tranquillo autunno esistenziale fra i suoi libri, ai Castelli romani, e caricarsi, ancora una volta, sulla schiena il fardello dell’orso di San Corbiniano”. In pratica ha detto bene il professor Fazio, parlando di Ratzinger, abbiamo a che fare con un uomo che nella sua vita avrebbe voluto fare tutto il contrario di quello che è stato costretto a fare.
Dunque, conoscere la sua Dottrina, il suo pensiero non è facile, ma per cominciare ad affrontare i vari temi del suo Magistero, il testo di Tosatti potrebbe aiutarci molto. Infatti, il dizionario, sia pur “rozzamente”, come lui stesso scrive, può dare al lettore un'immagine sufficientemente completa del pensiero del Papa Ratzinger, che certamente non potrà essere esaustiva.
Nell’introduzione Tosatti precisa il criterio di selezione dei documenti, dei testi, dei libri a cui ha attinto per “costruire” questo agile dizionario che naturalmente per ogni argomento segue le lettere dell’alfabeto. Certo qualcosa sarà cambiato dopo il 2005, ma penso che l’essenziale del pensiero di Ratzinger è più o meno presente e delineato in questo dizionario, che ripeto rimane incompleto.
Tosatti suggerisce di leggere il testo come una forma di dialogo con l’uomo Joseph Ratzinger e come se lo incontrasse e gli dicesse, semplicemente: “Santità, che cosa pensa di…”.
Certamente non starò qui a presentare tutti i temi affrontati in ordine alfabetico, cercherò di segnalarne alcuni che reputo importanti e significativi. Comincio con un tema abbastanza spinoso: L’Aborto. La pena di morte è quando si punisce chi è colpevole di reati gravissimi e rappresenta un pericolo per la società. Nel caso dell’aborto la pena di morte è inflitta a qualcuno che è del tutto innocente.
Occorre risvegliare la coscienza che il bambino concepito è un uomo, un individuo. Mentre in riferimento ai politici cattolici che favoriscono l’aborto, bisogna informarli che non si devono presentare per la santa comunione, fino a quando non avranno posto termine all’oggettiva situazione di peccato.
In Occidente si vive l'apostasia della fede. Stiamo attenti noi cristiani a non ritirarci in gruppi chiusi. I primi cristiani hanno suscitato ascolto, perché non erano un gruppo chiuso. L'attivismo non va bene. Non è un cristiano migliore chi si agita di più. “La reformatio”, quella che è necessaria in ogni tempo, non consiste nel fatto che noi possiamo rimodellare sempre la ‘nostra’ Chiesa come più ci piace. Può capitare che qualcuno eserciti ininterrottamente attività associazionistiche ecclesiali e tuttavia non sia affatto un cristiano.
La Chiesa in Europa è destinata ad essere una minoranza. La Chiesa non può essere un tribunale per i cristiani del passato. La Chiesa non può e non deve vivere con una arroganza nel presente, sentirsi esente dal peccato e identificare come fonte del male i peccati degli altri, del passato. La Chiesa non è una democrazia. La fede non può essere definita a maggioranza.
Molti rinunciano a credere perché sembra loro che la fede possa essere definita da una qualche istanza burocratica, che sia cioè una specie di programma di partito, chi ne ha il potere può definire ciò che bisogna credere, e quindi tutto dipende dal fatto di giungere al potere nella Chiesa.
Una Chiesa che riposi sulle decisioni di una maggioranza diventa una Chiesa puramente umana. Essa è ridotta al livello di ciò che è fattibile e plausibile, di quanto è fatto della propria azione e delle proprie intuizioni e opinioni. L’opinione sostituisce la fede.
Il comunismo è una vergogna del nostro tempo. Il fallimento dei regimi comunisti è dovuto proprio al fatto che si è cambiato il mondo senza sapere ciò che è buono per il mondo e ciò che non lo è. Cristo non confondiamolo con Budda, Maometto o gli “avataras”.
Tutto cambia se Dio c’è o se Dio non c’è. Purtroppo anche noi cristiani viviamo spesso come se Dio non esistesse (“etsi Deus non daretur”). Un mondo senza Dio è un mondo senza speranza, e una cultura senza Dio porta nel suo nucleo la disperazione, diventa inevitabilmente cultura di morte. I diritti umani li ha inventati la Chiesa…Attenzioni ci sono anche i doveri umani.
Se scompare il Diritto naturale, va in crisi la politica. Si chiede il Papa: “come possono essere conosciuti questi valori ultimi, che costituiscono i fondamenti di ogni politica ‘ragionevole’, moralmente giusta e pertanto vincolano tutti al di là di ogni cambiamento delle maggioranze?”. La risposta è nel Diritto Naturale. Sul Divorzio vado oltre. Mi fermo alla Donna, l’immagine, l’ideologia del “Women’s empowerment”, nata dalla Conferenza di Pechino.
Lo scopo di questa ideologia è l’autorealizzazione della donna: principali ostacoli che si frappongono tra lei e la sua autorealizzazione sono però la famiglia e la maternità. Per questo motivo la donna deve essere liberata, in modo particolare, da ciò che la caratterizza, vale a dire dalla sua specificità femminile. Nella paura della maternità che si è impadronita di una gran parte dei nostri contemporanei entra sicuramente in gioco anche qualcosa di ancora più profondo: l’altro è sempre, in fin dei conti, un antagonista che ci priva di una parte di vita, una minaccia per il nostro libero sviluppo.
Le donne non saranno ordinate sacerdoti. Il Signore Gesù come è testimoniato dal Nuovo Testamento chiamò solo uomini, e non donne, al ministero ordinato. E questo non fu determinato per motivi culturali, per condizionamenti sociologici, nè meno ancora per una inferiorità della donna.
Ecologia. Si può fare ecologia, in modo cristiano a partire dalla fede nella creazione, che pone dei limiti all’arbitrio dell’uomo, che dà dei criteri alla libertà. L’inquinamento dell’ambiente, che viviamo direttamente, rispecchia ed è una conseguenza dell’inquinamento interiore, a cui troppo poco badiamo. Ratzinger pensa che sia questo il difetto degli ecologisti.
Combattono con comprensibile e giustificata passione contro l’inquinamento dell’ambiente, mentre continuano a considerare addirittura come uno dei diritti dell’uomo il suo autoinquinamento spirituale… Finchè manterremo questa caricatura di libertà - la libertà di distruzione interiore e spirituale- non cambieranno nemmeno le sue conseguenze esteriori.
Europa. Le radici cristiane, non offendono “gli altri”, anzi. Citare Dio non è violenza contro nessuno. Passiamo alla Fede, che non è qualcosa che imprigiona la nostra libertà, anzi ci apre la mente all’immensità del mondo. Il magistero ecclesiale protegge la fede dei semplici: di coloro che non scrivono libri, che non parlano in televisione e non possono scrivere editoriali nei giornali.
La radicalizzazione del laicismo, del secolarismo, vogliono ridurre la Chiesa cattolica a una setta. Quando si attacca la “Dominus Iesus” come fosse espressione di intolleranza, la verità è proprio il contrario: non si tollera più che la Chiesa cattolica possa esprimersi sulla propria identità e sulla propria fede, che essa non impone a nessuno, ma che esprime e difende. In pratica il Papa vede una forte emarginazione della Chiesa in tutte le regioni d’Europa, in alcune parti come in germania è in atto una paganizzazione della società.
Sugli immigrati, Benedetto XVI cita il cardinale Giacomo Biffi. E’ chiaro che ogni governo, anche il più aperto, non può accettare indefinitamente tutti gli immigrati. Bisogna dunque distinguere quelli che possono arrivare e gli altri. Secondo quale criterio? Era la domanda che si era posto il cardinale Biffi. Bisogna accettare in primo luogo - in vista della pace civile delle nostre società europee - i gruppi che sono più integrabili, più vicini alla nostra cultura.
Il Papa fa riferimento ai musulmani che vogliono diventare cristiani, di assisterli, non possiamo lasciarli soli. Inoltre Benedetto XVI è convinto che la democrazia occidentale non è esportabile nei paesi islamici. Tuttavia l’Islam non è uno blocco unico, ci sono interpretazioni differenti. Poi c’è l’impressione nel mondo islamico che l’occidente è decadente e con lui anche il cristianesimo.
Dopo aver accennato al laicismo, Tosatti, si sofferma sul concetto di Libertà, (se l’uomo è solo un essere biologico, una morale sessuale non ha senso). La cultura contemporanea è quella della libertà assoluta, attraverso la quale l’uomo si deve “realizzare”. C’è poi un vecchio sogno nell’uomo contemporaneo, quello di essere come Dio. Infine con la lettera L, non potevano mancare le riflessioni sulla Liturgia: basta esperimenti, per favore! Non mi soffermo.
Andiamo alle riflessioni sulla Maggioranza, che può essere cieca o ingiusta. Quando una maggioranza schiaccia una minoranza per esempio religiosa o di razza, si può parlare ancora di giustizia? Esistono valori che sussistono in se stessi.
Senza il Matrimonio, l’Europa non è più Europa. Tutti sappiamo quanto il matrimonio e la famiglia siano minacciati oggi, paradossalmente troviamo gli omosessuali che richiedono una forma giuridica equiparata al matrimonio. Naturalmente non si vuole discriminare nessuno quando si sostiene che il vero matrimonio è quello tra un uomo e una donna.
Con la lettera M, ci sarebbero da affrontare diversi argomenti peraltro importanti come la Misericordia, la Missione, la Morale. Passo all’Occidente che odia se stesso, ciò è strano, quasi patologico. Questo è un concetto molto presente in Benedetto XVI. L’Occidente cerca di aprirsi ai valori esterni, ma non ama più se stesso, la sua propria storia e vede soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo. La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, talvolta si tratta di abbandono e di rinnegamento di ciò che è proprio.
Attenti alla Politica quando promette troppo. Quando vuole sostituirsi a Dio nel suo agire, diventa non divina ma demoniaca. Il nuovo dogmatismo il Papa lo individua nel Politically correct, una minaccia per il libero pensiero Quante vittime ha fatto il mito del Progresso; la società perfetta non esiste. La dialettica del progresso, messa in pratica, esige le sue vittime: affinché i progressi addotti dalla Rivoluzione Francese potessero essere realizzati, era necessario accettare le sue vittime, così hanno detto gli illustri professori.
Anche per il marxismo, affinché potesse produrre la società riconciliata erano necessarie le ecatombi di vittime umane. Qui la dialettica mitologica è stata tradotta in fatti. Mi fermo per tutti gli altri argomenti, vi lascio alla lettura del Dizionario di Tosatti.
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Articolo pubblicato il 11/02/2023