"L'attualità del pensiero di Giuseppe Mazzini", a Torino

Convegno Nazionale, organizzato da Associazione Mazziniana Italiana Torino e Piemonte, confederata a Consiglio Nazionale delle Donne Italiane

A Torino, il 23 febbraio 2023, alle ore 16,30, presso Convitto Nazionale Umberto I, in via Bligny 1 bis, si terrà il Convegno Nazionale “L’attualità del pensiero di Giuseppe Mazzini”, organizzato da A.M.I. Associazione Mazziniana Italiana ONLUS Torino e Piemonte, confederata a Consiglio Nazionale delle Donne Italiane.

Questo il Programma del Convegno.

Saluto delle Autorità

Relatori:

Maria Cristina Morandini (Università degli Studi di Torino), I principi della educazione;

Milena Boccadoro (Giornalista televisiva), L’emancipazione della donna ieri e oggi;

Michele Finelli (Presidente Nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana), Etica e politica nel pensiero mazziniano.

Introduce Cristina Vernizzi.

Letture a cura di Aldo Salassa di brani tratti dai Doveri dell’Uomo.

Modera Alberto Sinigaglia (Presidente del Polo del 900).

Così la professoressa Cristina Vernizzi presenta il Convegno Nazionale “L’attualità del pensiero di Giuseppe Mazzini”.

«Al di là delle linee politiche cui Giuseppe Mazzini dedicò tutte le sue energie, la sua passione, l’intera vita, e che furono la unificazione italiana, la istituzione repubblicana nel nostro Paese, e la Unione Europea, che aveva preconizzato dai primi dell’Ottocento, il suo pensiero riveste ancora una forte attualità tra le questioni che oggi si dibattono tra l’opinione pubblica e nelle varie sedi dentro e fuori dal Parlamento.

Infatti, sostanzialmente egli diresse sempre una grande attenzione alla formazione e alla crescita morale dell’individuo che pose al centro della società. Tra le varie modalità di progresso da lui indicate, emergono nettamente quelle che fanno da asse portante del suo sistema e che si attagliano ai dibattiti in corso per noi uomini del 2000: sono i punti che vengono proposti nel Convegno che conclude le manifestazioni dedicate al 150° della scomparsa del patriota.

Anzitutto, nelle pagine del libro I doveri dell’uomo che rappresentano in estrema sintesi il suo pensiero, leggiamo l’educazione.

È uno dei temi fondamentali su cui calca l’attenzione. Egli ne parla come “il pane dell’anima”, cioè come il mezzo indispensabile per raggiungere la libertà. Dopo l’esperienza della scuola da lui esule fondata a Londra per emigrati italiani e per i loro bambini, analizza il senso e il valore della istruzione nel campo scolastico: le attribuisce il ruolo di saper sviluppare le nostre facoltà intellettuali e le capacità di esercitare la nostra convivenza civile. Poi allargando il discorso alla educazione, sostiene con parole vibrate che questa si rivolge alle facoltà morali, ci dà consapevolezza dei nostri doveri e diritti. Senza educazione non è possibile scegliere liberamente e con giustizia tra il bene e il male, avere coscienza dei diritti fondamentali, essere liberi dalla soggezione da altri uomini; quindi, è alla base di ogni processo di emancipazione sociale. Sono parole che ci conducono a riflessioni amare sulla condizione di molti popoli dei giorni nostri.

Di conseguenza, altro argomento che ebbe ad affrontare e volle ripetutamente sostenere, è l’emancipazione della donna. Egli, infatti, volle la collaborazione di donne sia nella organizzazione e nella diffusione dei principi a lui riconducibili, che, come responsabili di giornali, scuole, associazioni. Tutto un mondo sommerso che egli riuscì a portare alla luce, tenacemente, denunciando e sottolineando con parole vigorose le profonde ingiustizie a cui la donna è stata sottoposta nei secoli. In nome di pregiudizi voluti dallo strapotere di pochi, ella è stata sottoposta alla violenta oppressione delle leggi, alla mancanza della educazione. Non può esistere disuguaglianza tra uomo e donna, “essi sono due note senza le quali l’accordo umano non è possibile” asserisce. E sottolinea, in tempi che non ne capivano il messaggio, che la donna non è solo colei che condivide gli affetti famigliari, ma essa si proietta in tutti i tentativi di miglioramento sociale. E dagli ambiti mazziniani sorsero figure di donne rimaste esemplari nella storia dell’Ottocento e del Novecento, dalle prime sostenitrici aderenti alla Giovine Italia nel 1831 alle tante partecipi alla guerra di liberazione degli anni ’40 del Novecento. Come si evince, le sue sono convinzioni sociali che urgono nei nostri tempi di essere ascoltate da più parti, e che in molti Paesi sono non solo disattese, ma drammaticamente ignorate.

L’altro argomento su cui è proposta una riflessione, anche questo di estrema attualità, è il senso morale nella politica. Di fronte ad episodi di corruzioni a vari livelli pubblici, ricondurci al suo pensiero, significa quasi riannodare il filo che una lunga tradizione si collega a tanti suoi aderenti. Si pensi a Gandhi, a T. Roosvelt. a J. F. Kennedy, per citare i maggiori che lessero e misero in pratica e citarono i suoi insegnamenti.

La non violenza, la solidarietà, l’impegno del singolo individuo per la collettività congiunti ad una estrema convinzione di agire non per propri vantaggi, ma per il bene comune, sono i principi che egli espresse e ai quali quei grandi si ispirarono. Per il Nostro, ciò che crea una compagine sociale, è l’affermazione di un diritto uniforme, la lotta alla diffusione di privilegi, caste, ineguaglianze. Chi si pone al vertice di organismi dello Stato, o di qualsiasi altra posizione di preminenza pubblica cui sia stato liberamente chiamato o votato, diventa l’interprete di quelle aspirazioni per adempiere compiti destinati al bene pubblico. Ma se gli eletti non agiscono secondo coscienza, non rispondono ai bisogni sui quali si erano nutrite le speranze di miglioramenti, travalicano promesse fatte e non mantenute, in breve non adempiono al mandato, allora il popolo ha il diritto di mandarli a casa.

Questo è il significato di una etica in politica e che Mazzini dichiara con l’energia e con l’intransigenza che gli furono peculiari e che egli adottò nel governo della Repubblica Romana del 1849. Per lui non può esserci spazio per gli egoismi e per i tornaconti personali quando si affronta una qualsiasi impresa per uno scopo pubblico. Ciò significherebbe schiacciare la libertà, di cui l’uomo ha il diritto e di conseguenza egli "ha il dovere di conquistarla in ogni modo contro qualunque potere la neghi".

Sono parole sue e che sembrano dettate non oltre un secolo fa, ma in occasione dei tragici eventi bellici dei giorni nostri».

Queste le considerazioni espresse dalla professoressa Cristina Vernizzi in merito al Convegno Nazionale “L’attualità del pensiero di Giuseppe Mazzini”. Vista l'importanza dell'incontro e l'attualità delle tematiche affrontate dagli autorevoli studiosi, confidiamo in una numerosa partecipazione della cittadinanza.

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Articolo pubblicato il 17/02/2023