“Impressionisti tra sogno e colore”, la più grande mostra italiana sull’Impressionismo

Al Mastio della Cittadella di Torino, dall’11 marzo al 4 giugno 2023

Si apre oggi a Torino una ampia mostra sugli Impressionisti. Con l’inedita esposizione “Impressionisti tra sogno e colore”, prodotta dalla società Navigare Srl, aperta sino al 4 giugno al Museo Storico Nazionale d’Artiglieria, nel Mastio della Cittadella di Torino; si potrà ripercorrere la storia del rivoluzionario movimento artistico dell’Ottocento dalle sue origini, fino ad arrivare all’eredità raccolta dai cosiddetti post-impressionisti alla fine del secolo.

Oltre duecento le opere originali esposte tra dipinti, monotipi, eliografie ed altre opere grafiche; disegni, ceramiche dipinte a mano, provenienti da collezioni private e rappresentative di circa cento artisti prevalentemente francesi.

L’esposizione torinese non si propone come un insieme di dipinti allineati uno accanto all’altro, ma come un insieme di opere organico che vuole documentare l’irrompere della rivoluzione impressionista a Parigi, in un arco di tempo che va dal 1850 al 1915; essa sarà uno seccezionale spaccato su questo grande movimento artistico e sui suoi esponenti che hanno contribuito a diffondere una tra le più straordinarie rivoluzioni artistiche nella storia dell’arte.

Si partirà dalle esperienze dell’École de Barbizon (con le presenze di Corot, Daubigny, Troyon e altri “barbisonniers”, per proseguire con il nucleo centrale dei grandi protagonisti del movimento (Monet, Degas, Renoir, Cézanne, Gauguin, Pissarro) che parteciparono alle otto mostre impressioniste, dalla prima di Parigi nel 1874 fino al 1886. Nella mostra ci sarà, inoltre, la presenza di grandi comprimari quali Bracquemond, Guillaumin, Forain, Desboutin, Lepic.

Conclude il percorso espositivo una galleria dedicata agli artisti di spicco del post-impressionismo come Toulouse-Lautrec, Permeke, Derain, Dufy, Picasso.

Patrocinata dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte, la mostra si avvale del contributo di un comitato scientifico internazionale composto da: Gilles Chazal, storico dell’arte ed ex direttore del Petit Palais di Parigi; Maithé Vallès-Bled, già direttrice del Museo de Chartres e del Museo Paul Valéry; Alain Tapié, storico dell’arte e Direttore Collection Peintres en Normandie; oltre a Vincenzo Sanfo, curatore e studioso dell’Impressionismo..

La mostra, proposta da Navigare srl, chiuderà i battenti il 4 giugno prossimo.

“Impressionisti tra sogno e colore” sarà aperta tutti i giorni: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30; sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.

La biglietteria si troverà presso il Mastio della Cittadella, in corso Galileo Ferraris 0, oppure online sul sito www.ticketone.it

Le origini di un movimento e il mito di Claude Monet

Il 15 aprile 1874 s’inaugura, nello studio del fotografo Nadar, la mostra del gruppo “Societé anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs”, composto, fra gli altri, da Monet, Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley; un gruppo di pittori polemici nei confronti della pittura, allora di successo, accettata regolarmente nei Salons. Monet vi presenta la tela, dipinta due anni prima, “Impressione, levar del Sole” e il critico Louis Leroy prende spunto dal titolo del quadro per coniare ironicamente il termine “Impressionismo”.

Nel 1877 Monet dipinge una serie di vedute, in ore e con luci diverse, e con differenti angolature, della stazione di Saint-Lazare, moderna costruzione in ferro e vetro, uno dei simboli della modernità parigina. Nel marzo 1883, dopo aver tenuto un’importante mostra, si trasferisce con Alice (sua moglie) e la famiglia a Giverny, in Normandia.

Nel maggio 1887 Durand-Ruel organizza una mostra di impressionisti a New York e l’anno dopo è a Londra. Nel giugno 1889 Monet espone nella Galleria di Petit ben 145 tele in una antologica della sua pittura, che va dal 1864 al 1889. Dal 1889 al 1891, dipinge la serie dei Covoni, scanditi nel mutare delle stagioni e delle ore, dando sempre meno importanza alla forma e invece crescente valore al colore.

Da sempre afflitto da problemi economici, finalmente Monet può tirare un sospiro di sollievo, acquistare la casa di Giverny e ristrutturarla, creando il famoso stagno dove coltiverà le ninfee.

Nei medesimi anni inizia a dipingere la serie delle Cattedrali di Rouen.

Nel giugno 1926 gli venne diagnosticato un carcinoma polmonare e muore pochi mesi dopo.

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Articolo pubblicato il 11/03/2023