Piacenza – I Cinquecento anni del Santuario di Santa Maria in Campagna

Le Poste Italiane dedicano all’importante edificio religioso un francobollo nella tematica Patrimonio artistico e culturale italiano, per l’occasione anche un elegante folder

L’importante Basilica di Santa Maria di Campagna che il 13 aprile 1522 veniva posata la prima pietra, e l’anno appena trascorso ricorrevano i cinquecento anni all’importante avvenimento e all’edificio  in questione sono state dedicate per un anno intero importanti  manifestazioni che termineranno proprio il prossimo mese di aprile. Una di queste iniziative è avvenuta  dalle Poste italiane, il 26 settembre 2022 hanno emesso un francobollo ordinario con tariffa “B”(€1.20) per espletare  l’affrancatura delle lettere in territorio nazionale non superiori di  20 grammi.

La vignetta dentellata eseguita da Francesco di Pietro riproduce il prospetto della rinascimentale  Basilica di Santa Maria di Campagna di Piacenza. L’esemplare stampato dal Poligrafico Zecca dello Stato S.p.A in rotocalcografia, è stato prodotto con una tiratura di trecentomila esemplari. Il testo descrittivo qui riportato viene  eseguito  da Corrado Sforza Fogliani, Presidente Comitato Esecutivo della Banca di Piacenza – scomparso alla fine dell’anno passato -  sia per il bollettino illustrativo che per  le pagine interne del folder.

“La prima pietra per la costruzione della Basilica di Santa Maria di Campagna venne posata nel 1522 e nel  1528,  fortemente voluta  dalla comunità cittadina veniva portata a compimento. Nel 1521 si costituì, allo scopo, la Congregazione dei Fabbricieri, perlopiù composta da rappresentanti della nobiltà e della borghesia piacentina (la chiesa è dunque da sempre civica ed è oggi di proprietà del Comune), che affidò la progettazione all’architetto Alessio Tramello, allievo del Bramante. Nell’area in cui sorge il tempio, Diocleziano martirizzò nel 303 d.C. un gruppo di cristiani e i poveri resti vennero occultati in un ipogeo.

Qui sorse un piccolo santuario, detto “di Campagnola”, oggetto di crescente devozione e stazione di preghiera dei pellegrini grazie al diffuso convincimento delle proprietà taumaturgiche dell’olio scaturito dal “pozzo dei martiri”. Con l’aumentare dei pellegrinaggi (alla devozione per i martiri si aggiunge quella per la Madonna di Campagna, in nome della quale Papa Urbano II  concesse indulgenze  poi confermate da altri pontefici), la chiesuola di Campagnola non bastava più a contenere i fedeli in preghiera. 

Ecco dunque l’esigenza di costruire un tempio più grande. Il Tramello addossò alla precedente chiesa il nuovo edificio a pianta centrale a croce greca. Le tracce della primitiva cappella scomparirono quando, nel 1791, i monaci decisero di ristrutturare  il  Coro che oggi ingloba l’antico “pozzo dei martiri”(come recenti ricerche promosse dalla Banca di Piacenza hanno acclarato), nell’800 indicato a pavimento in correlazione con l’accesso all’altare maggiore, come indicato in pietra incisa a pavimento (FERRUNT HIC CONDI MARTIRES) – Dicono che qui siano sepolti i martiri.  

La decorazione interna della Basilica venne concepita come un grandioso inno per immagini innalzato alla gloria della Vergine, a cui presero parte, tra il ‘500 e ‘800, vari artisti (il Pordenone, a cui si deve la Cupola maggiore, la Cappelle di Santa Caterina  e della Natività, il Sant’Agostino  e il Dio padre del lanternino, il Sojaro, che affrescò il tamburo della Cupola, Galeazzo, Giulio e Bernardino Campi, Camillo Procaccini, Malosso, De Longe, Bibiena, Stern, Avanzini). A questa Basilica ( che i Farnese vollero affidata ai Francescani minori), i piacentini tutti erano- e sono- particolarmente affezionati, anche per il rituale “Ballo dei bambini”(con gli stessi protesi dai frati verso la statua della Madonna).

La prima messa del giorno, quando viene scoperta la trecentesca statua della Madonna di Campagna dal velario che l’ha ricoperta per tutta la notte, i frati e i fedeli si rivolgono a Lei con l’invocazione:”Tu che hai sempre difeso e protetto la città di Piacenza”.  

Il  giornale quotidiano ” Civico20news”, si è occupato in diverse occasioni di questo importante ma soprattutto imponente bellissimo Santuario Basilica. Il Ministero dello Sviluppo Economico lo abbia inserto per l’emissione di un francobollo ordinario nella tematica “Patrimonio artistico e culturale italiano”, sancisce il giusto interessamento. Il lettore deve sapere che il Ministero dello Sviluppo Economico, oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy  la scelta dell’emissione di nuovi valori in un anno, all’incirca non superano ai cento nuovi  soggetti ( e sono già tanti).

Mentre, le richieste da parte di istituzioni enti industrie  per nuove  emissioni a riguardo di ricorrenze luoghi si aggirano ogni anno su un  migliaio di richieste, una commissione valuta attentamente  tutte le documentazioni fornite dai richiedenti  e nè decreta l’avvenuta emissione, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Quindi,  un francobollo è sempre un traguardo ambito.

Descrizioni  delle immagini

Foto folder delle Poste italiane per i Cinquecento anni della Basilica di Santa Maria di Campagna

Foto 1  Lapide che ricorda il pozzo dei martiri / Foto Valeria Poli

Foto 2 Busta primo giorno  delle Poste Italiane affrancata con il francobollo della Basilica annullato dal timbro  di emissione. L’esemplare si trova solo all’interno del folder

Foto 3  Veduta della crociera con la cupola  affrescata dal Pordenone tra il 1530 – 1536(?) e terminata dal Sojaro nel 1513/Foto  Marco Stucchi

Foto 4 Cartolina  delle Poste Italiane adoperata per l’emissione del francobollo della Basilica di Santa Maria di Campagna per i Cinquecento anni della posa della prima pietra della Basilica per la costruzione.  L’esemplare è stato obliterato con l’annullo speciale primo giorno di emissione.

Le immagini  che documentano il testo sono state tratte dal folder delle Poste Italiane

 

 

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Articolo pubblicato il 21/02/2023