Long covid

L’Ospedale Amedeo di Savoia apre a Torino per lo studio dei sintomi un ambulatorio cui rivolgersi per un consulto con l’impegnativa del medico di base

Figlio d’un padre ignoto, un incidente di laboratorio o forse un consapevole elaborato, SARS COV-2 è il coronavirus partito un giorno alla conquista del mondo. In pochi mesi ha piantato le sue bandiere nere con la scritta COVID-19 lungo tutte le strade percorse per motivi di lavoro o di svago da viaggiatori ignari di questo clandestino addosso, migrante infido, dotato della intensa capacità di generare e mettere al mondo altri figli, dagli scienziati chiamati varianti. Dal padre, questi hanno preso tutto e di proprio hanno qualcosa in più e di diverso. Nel tempo, il quadro clinico dei contagi ha subito pertanto alcuni significativi cambiamenti e l’OMS, che ha dichiarato forse con qualche ritardo la pandemia, oggi indugia ad annunciarne la fine: nelle persone contagiate, infatti, la durata e la complessità dei postumi potrebbero far pensare a una morte apparente del virus.

PASC (Post-Acute Sequele of SARS-CoV) o più genericamente Long Covid è la sindrome caratterizzata da sintomi spesso non subito riconducibili alla precedente infezione, che si manifestano anche dopo settimane dalla negativizzazione del test diagnostico e che variano da paziente a paziente e persistono spesso per molti mesi.

La diagnosi di Long covid, riconosciuta ormai come entità clinica specifica, per Michele Lagioia, Direttore medico sanitario di Humanitas, si basa su una storia di COVID-19 e una mancanza di pieno benessere, anche per via dei sintomi che, in genere, includono fatica persistente, stanchezza, debolezza, dolori muscolari e articolari, mancanza di appetito; specifici, invece, sono: dispnea (fame d’aria), tosse persistente, dolore al petto e senso di oppressione, tachicardia e palpitazioni, aritmie, variazioni della pressione arteriosa, ma anche pericarditi e miocarditi, mal di testa, difficoltà di concentrazione e memoria (la cosiddetta nebbia mentale o brain fog), disturbi dell’olfatto, del gusto, dell’udito, nausea, vomito, perdita di appetito, dolori addominali, diarrea, reflusso gastroesofageo, disturbi del sonno, depressione del tono dell’umore (tristezza, irritabilità, insofferenza, mancanza di interesse nei confronti di attività che prima piacevano), ansia, stress, psicosi.

Non tutti quelli che si sono ammalati di Covid-19, in seguito, presentano sintomi da Long Covid. Per coloro che, tuttavia, pur ormai negativi al virus, non percepiscono un recupero completo del proprio benessere, sono consigliabili gli opportuni accertamenti, dicono i medici, considerati certi fattori di rischio, che sembrano legati non solo allo stato di salute generale al momento dell’infezione quanto anche alla eventuale spedalizzazione nel corso della stessa, alla età avanzata, alla obesità, al diabete.

A Torino, l’Ospedale Amedeo di Savoia all’interno della Struttura Complessa Malattie Infettive e Tropicali, diretta dal Dott. Guido Calleri, ha appena aperto uno specifico ambulatorio, in collaborazione sperimentale con l’Istituto Superiore di Sanità, proprio per lo studio degli effetti patologici da Long Covid, che presentano oggi molti aspetti oscuri, in particolare di tipo neurologico e cardiorespiratorio. Qui potranno rivolgersi coloro che ritengono di essere portatori, forse, delle possibili conseguenze del virus pandemico.

L’Azienda Sanitaria Locale “Città di Torino” comunica che questo ambulatorio Long Covid è aperto il giovedì mattina dalle ore 9 alle ore 12 presso il Padiglione B dell’Ospedale. Collaborano all’interno infettivologi, geriatri, pneumologi, cardiologi, neurologi e fisiatri. È possibile accedervi per un consulto attraverso impegnativa del medico di medicina generale con dicitura “visita infettivologa”. Le prenotazioni vengono effettuate dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 15:00, telefonando al numero 011. 4393900.

Si vales, vàleo.

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Articolo pubblicato il 29/03/2023