"Radicali Italiani" e "+ Europa" contro i Sindaci che non registrano i figli delle Coppie LGBT

Prese di posizione discutibili da parte dei "figli" di Marco Pannella.

Nelle ultime settimane nel mondo della Sinistra politica non si fa altro che parlare della trascrizione dei figli delle coppie LGBT nei registri anagrafici dei comuni.

Dinanzi ai reali problemi del Paese soggetti politici come “Radicali Italiani” e “+ Europa” concentrano tutte le loro energie nel sostenere le tematiche tanto care alla Lobby LGBT.

In Piemonte ci sono state due grandi ed importanti mobilitazioni che hanno visto impegnati gli eredi di Marco Pannella nell’attacco ai sindaci che – in mancanza di una legge dello Stato – non si sentono di compiere un gesto quantomeno inopportuno.

Nel Comune di Cuneo, dove sindaco è Patrizia Manassero per il “Partito Democratico”, l’Associazione “Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei”, per bocca del suo segretario Filippo Blengino, ha affermato: “Come “Radicali Italiani” e “+ Europa” abbiamo proposto a tutti i Comuni d’Italia di iniziare a trascrivere i figli delle coppie gay. Non esistono bambini di serie A e di serie B e giocare sulla loro pelle per fini politici e ideologici è qualcosa di squallido. Sono vicino ai Sindaci che hanno chiesto un incontro urgente con il Governo per discutere della questione. A loro, però, chiedo che si aggiungano anche Manassero, Calderoni, Fogliato e Portera. La segretaria del PD Elly Schlein ha più volte dichiarato di essere a favore della trascrizione. Ci stupisce il fatto che, a partire dalla sua sostenitrice Manassero, nessuno abbia ancora accettato di trascrivere i figli delle coppie gay”.

Una manifestazione analoga è avvenuta domenica scorsa dinanzi al municipio di Trofarello (Torino) dove diversi esponenti dell’Associazione Radicale “Adelaide Aglietta” di Torino, “Radicali Italiani” e “+ Europa” hanno fatto un sit-in di protesta contro il primo cittadino motivando così il loro gesto: “Chiediamo al sindaco di Trofarello Stefano Napoletano di trascrivere i bambini nati dalla coppia omogenitoriale residente in città. Serve sicuramente una legge come ha ricordato il Sindaco, ma se la legge non arriva serve il coraggio di garantire il diritto inviolabile di un bambino ad avere entrambi i genitori riconosciuti. Il Sindaco prenda esempio dal suo collega di Savona che nei giorni scorsi ha registrato un figlio di una famiglia arcobaleno”.

Dinanzi a famiglie che non arrivano alla fine del mese, scuole materne non sufficienti o non strutturalmente a norma, carenza di presidi sanitari, trasporto pubblico locale pressoché assente e grave carenza idrica, il polo della Sinistra Radicale concentra forze ed energie per chiedere ai Sindaci di compiere disobbedienze rispetto alle prese di posizione del Governo Italiano.

E’ davvero questo ciò che serve al nostro Paese? E’ davvero questo ciò di cui hanno bisogno i cittadini?

In Parlamento è approdata la Proposta di Legge a firma di 31 parlamentari di “Fratelli d’Italia” dal titolo “Modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano”.

Se questa proposta dovesse essere approvata come legge diventerebbe impossibile, per le coppie LGBT (ma anche per qualche coppia etero), mettere in atto la pratica barbara dell’utero in affitto.

Come ci fanno sapere da “Fratelli d’Italia”, infatti, “l’utero in affitto offende la dignità della donna gestante, discrimina la madre biologica che dopo la gestazione ed il parto perde ogni diritto sul figlio e riduce i bambini ad oggetto di un mercato su ordinazione”.

Ciò nonostante Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, ha convocato per le prossime settimane una riunione con tanti sindaci per trattare il tema e vedere come poter accontentare le Coppie LGBT.

Il Sindaco Patrizia Manassero, il 18 marzo scorso, scriveva che anche nel Comune di Cuneo “abbiamo ricevuto alcune richieste di riconoscimento dei figli da parte di coppie omogenitoriali, che purtroppo non abbiamo ancora potuto esaudire per la mancanza di una legge che lo permetta. Siamo nel 2023 e invece che andare avanti con i diritti, sembra di tornare indietro. Auspichiamo al più presto un cambiamento, affinché tutti possano avere gli stessi diritti, genitori e bambini!”.

A Patrizia Manassero, così come a Stefano Lo Russo, si rammenta che c’è un problema sicurezza che ammorba i cittadini residenti di Cuneo e Torino. Entrambi i capoluoghi, infatti, sono importanti e intollerabili piazze di spaccio di sostanze stupefacenti.

Prima di postulare l’introduzione di nuove leggi divisive e non così impellenti bisognerebbe fare in modo che venissero rispettate quelle già in auge in modo da garantire a tutti i cittadini una vita sicura, tranquilla e a misura di famiglia, quella vera.

Torneremo senz’altro sul tema e vi aggiorneremo sugli sviluppi.

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Articolo pubblicato il 05/04/2023