La Chiesa ha bisogno di preghiere non di critiche

Con le accuse infamanti a san Giovanni Paolo II si è toccato il fondo

Da tempo si assiste in particolare su Fb ad uno stillicidio di accuse nei confronti della Chiesa e in particolare di Papa Francesco. Recentemente con le accuse infamanti a san Giovanni Paolo II si è toccato il fondo. Padre Livio direttore di Radio Maria, molto attento a questo modo di operare, rispondendo ad una lettera di una ascoltatrice, dove si sottolinea il fatto che i mass media  non  perdano occasione di attaccare  la  Chiesa cattolica,  ampliando  manchevolezze  umane, peraltro, dimenticando  i grandi meriti che ha nel  campo spirituale, morale  e sociale.

C’è un tono accusatorio, spesso condiviso anche da  opinionisti cattolici, pronti a puntare  il dito e  persino  il  pugno. La lettera termina con un invito ai cattolici a guardare  alla  Chiesa con  più  fede e considerazione,  invece di gareggiare  con  i figli delle  tenebre  al lanciare  sassi.

Padre Livio rispondendo alla ascoltatrice sostiene che “La  Chiesa  va   amata  e  va aiutata in  primo luogo con  la  propria vita  personale. Essendo una realtà umana  oltre  che  divina, è  chiaro che ha  i suoi difetti e  persino i suoi peccati. Per questo la  Madonna chiama continuamente  la Chiesa  alla Conversione”. Ciò non significa che bisogna rinunciare “a criticare  la  Chiesa e chiudere  gli occhi dinanzi alle  sue  manchevolezze”. Del resto secondo padre Livio, nella Chiesa, "non sono mancate nel  tempo e  non  mancano neppure  oggi le  anime nobili  che rinnovano  la Chiesa  con quello  che  sono,  con quello che dicono e  quello che  fanno”.

Il direttore di Radio Maria conclude: “Cerchiamo di essere una di queste  anime, invece  di unirci al  coro  dei detrattori e  delle lingue biforcute”. E’ sempre la solita storia, anche per i cattolici, è più facile puntare il dito su quel prete o su quel religioso, invece di lavorare sulla propria condotta e di essere promotori della Nuova Evangelizzazione. Ma soprattutto in queste occasioni quasi mai si guarda alle numerose schiere di uomini e donne che hanno saputo servire ed amare la Chiesa. E mi riferisco ai tanti santi, beati, venerabili, servi di Dio, che sono stati riconosciuti dalla Chiesa, ma anche a tanti altri sconosciuti, che magari aspettano di essere riconosciuti.

Chi mi conosce sa che da qualche tempo sto impiegando il mio tempo, cercando di studiare, di approfondire certe figure che più di altre hanno operato mettendo in pratica il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo. In particolare sono attratto dai cosiddetti “santi sociali” del torinese come don Bosco, Cottolengo, Murialdo, Cafasso, quelli più conosciuti, ma ce ne altri meno conosciuti come il beato Faa di Bruno, Allamano, il Lanteri, i coniugi Tancredi e Giulia di Barolo, il giovane Pier Giorgio Frassati. Nell’arco di un solo secolo, l’800, questi santi, beati e laici hanno lasciato un’impronta indelebile nel tessuto sociale della città, impronta ancora viva e visibile oggi e non solo a Torino.

Affidiamoci ai tanti campioni, ai giganti della carità che si sono adoperati concretamente senza abbracciare utopistici progetti per aiutare gli ultimi, i diseredati, i reietti della società, i proletari. In pratica, quelli che tutte le ideologie ottocentesche hanno cercato invano di promuovere, ma solo a parole, senza opere. Naturalmente in duemila anni di storia della Chiesa di santi, beati, venerabili, ognuno con le sue particolarità, sensibilità, con le loro vocazioni. E’ questa la vera Chiesa a cui guardare e ispirarsi.

Una “santità”, a cui ci chiama il Maestro, che non è un’utopia, un progetto ideologico. Leggendo cosa hanno fatto e soprattutto come si sono comportati nelle difficoltà della vita ( è importante avere biografie dei santi non edulcorate), certamente possono offrire un grande contributo a tutte le nostre difficoltà, delle risposte alle nostre domande, ai nostri pensieri spesso contorti se non paralizzati dal mondo moderno.

E badate bene queste considerazioni non valgono solo per i credenti, per chi ha fede e magari viene accusato di bigottismo.

 

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Articolo pubblicato il 22/04/2023