Innamor-arti

� P. Meletti / CSA

Alla CSAFarm di Torino, il finissage della personale di Pietro Meletti e l'incontro con l'autore, mentre il progetto creativo prosegue

Mentre continua ancora a svolgersi e dipanarsi l’accattivante personale foto-iconica di Valeria Sangiorgi, col-legata, affacciata e confrontata con le opere scultoreo-installative della serie Numeri primi di Enzo Bersezio, presso il suo Atelier (visitabile almeno fino al prossimo 20 maggio), nelle contigue salette della subalpina CSA Farm Gallery l’altrettanto intrigante – ed intricata – mostra Amor sacro e amor profano di Pietro Meletti (a cura di Marcello Corazzini) si appresta a concludersi con un sorprendente incontro con l’autore, che oggi, sabato 13, dalle 4 del pomeriggio alle 8 di sera, presenta al pubblico due cartelle e un libro d’artista, insieme al multiplo grafico digitale, in 24 esemplari, intitolato Love, giusto in tema; non termina, però, il complesso progetto poetico-intellettivo e creativo di cui questa importante esposizione è frutto, nell’articolata ramificazione e stratificazione concettuale a sei livelli interconnessi, “distinti ma complementari” (il riciclo di fram-men-ti stampati di rotocalchi degli Anni Settanta, il crono-spazio di categorizzazione degli “eventi sedimentati”, la basilare Terra dell’Esistenza del quotidiano, la colonizzazione dell’ambiente culturale e psico-sociale da parte del “nuovo mercato”, quindi le “notizie della storia” riferite alla “realtà analogica dei device” e, in ultimo, l’alienante “mondo rovesciato”, innaturale e falsificato, che ne viene ri-prodotto): tra immagine e immaginazione, razionalità e sensibilità, ecco un’indagine approfondita e un’acuta riflessione d’ottica mentale, percettiva, intuitiva ed interpretativa, emotiva quanto cognitiva, sull’odierna condizione umana individuale e collettiva, dispersiva e dispersa, disperatamente alla ricerca d’una propria prospettiva permanente di concentrazione gravitazionale (sempre per parafrasare scherzosamente Battiato). Spesso così... accartocciata su se stessa.

A breve si aprirà pure l’originale, animata e vivace rassegna Le mie Afriche di Giorgio Ramella, allestita da Giorgio Biasutti con la Mauric Renaissance – dal 22 del corrente mese al 18 giugno – nella suggestiva location della Cripta di San Michele Arcangelo, in piazza Cavour, col patrocinio della Città di Torino. Per esplorare con la fantasia il plurale continente vero. No, non nero, per niente monotono, anzi coloratissimo!