Aosta – L’opera di Robert Capa in una mostra al Centro Saint Benin

Trecento fotografie provenienti dagli archivi dell’Agenzia Magnum Photos, per illustrare la produzione fotografica di uno dei più celebri fotografi del Novecento, fino al 24 settembre 2023

Grandi mostre di successo, come sempre,  ha messo in campo la Regione Autonoma Valle d’Aosta per il periodo estivo del 2023, Joan Miró, recentemente né abbiamo parlato attraverso queste pagine, un'altra senza dubbio di rilevanza nazionale è quella al Centro Saint Benin, per narrare la leggenda di uno dei più grandi fotografi del Novecento, “Robert Capa. L’opera 1932- 1954” (foto copertina catalogo Silvana Editoriale). La mostra promossa dall’Assessorato Beni e attività culturali è curata da Gabriele Bauret, in collaborazione con Daria Jorioz, dirigente della struttura attività espositive e promozione della Regione Valle d’Aosta, presenta al visitatore oltre trecento fotografie, selezionate dagli archivi dell’Agenzia Magnum Photos, evidenziando  le molteplici sfaccettature dell’opera di un autore passionale sfuggente e instancabile, che non esitava di rischiare la vita per i  suoi reportages.

 Le pareti del Centro Saint Benin, il pubblico potrà ammirare le opere di Capa, dagli esordi, alla morte prematura avvenuta in Indocina, dallo scoppio di una mina antiuomo mentre documenta la guerra al fronte. La mostra si articola in nove sezione tematiche: Fotografie degli esordi, 1932-1935; La speranza di una società  più giusta, 1936; Spagna: l’impegno civile, 1936-1939; La Cina sotto il fuoco del Giappone, 1938; A fianco dei soldati americani, 1943-1945; Verso una pace ritrovata, 1944-1954; Viaggi a est, 1947 -1948; Israele terra promessa, 1948-1950; Ritorno in Asia: una guerra che non è la sua 1954.

 Nei reportages del fotografo, come in tutta la sua opera, esistono  quelli che Raymond Depardon chiama “tempi deboli”, contrapposti ai tempi forti  che caratterizzano le azioni. I tempi deboli ci riportano all’uomo , Ende Friedmann, alla sua sensibilità verso le vittime e i diseredati, al suo percorso personale dall’Ungheria in poi.  Immagini che lasciano trapelare la complicità e l’empatia del fotografo rispetto ai soggetti ritratti, soldati m anche civili, sui terreni di scontro, in cui ha maggiormente operato e si distinto.  L’esposizione si propone di evidenziare le molteplici sfaccettature dell’opera di un autore passionale, sfuggente e instancabile, che non esitava a rischiare la vita per i suoi reportages.

Scrive Gabriel Bauret in catalogo: ”Il suo posto nella storia della  fotografia potrebbe essere paragonato a quello di Robert Doisneau, ma il paragone si ferma qui: tanto Capa è un eterno migrante dallo spirito avventuroso, quanto Doisneau è un sedentario che nutre la sua fotografia con i soggetti che sa scovare a Parigi e nelle sue periferie”. La cronologia dell’opera di Capa, vero e proprio monumento nella storia della fotografia, scandisce le pagine di questo libro ricchissimo di immagini, dando da un lato l’idea della sua vastità e dall’altro delineando il mondo in cui il fotografo opera sul campo. Il volume- scrive ancora Gabriel Buriat-  traccia le tappe principali di un percorso la cui brillantezza non ha pressoché eguali, lasciando emergere diverse icone da questo corpus eccezionale.

I suoi resoconti di guerra ne hanno plasmato la leggenda, come afferma Michel Lefebvre nel suo saggio, ma Capa, pur risultando spesso il primo e il più vicino, ci mostra la realtà anche da altre angolazioni: le sue immagini descrivono momenti che ci rimandano all’uomo, alla sua sensibilità verso vittime e migranti, evocando così il suo viaggio dalla nativa Ungheria. Si dice che la musica riveli se stessa tra le note: questo libro lascia intravedere alcune sfaccettature di un personaggio complesso , intraprendente e indubbiamente mai del tutto soddisfatto, che non esita a rischiare la propria carriera come la propria esistenza. Se Capa ha mostrato una personalità da giocatore, la sua opera assume una dimensione epica che non sfuggirà al finale tragico». 

Il progetto espositivo è accompagnato da un catalogo edito in italiano, inglese, francese da Silvana Editoriale con saggi di Gabriel Bauret e Michel Lefevre.

 

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Articolo pubblicato il 16/06/2023