Silvia Beccaria in mostra a Torino

"Ascoltare anche ciò che manca" fino al 29 luglio, c/o Riccardo Costantini Contemporary, via Goito 8

La galleria di Riccardo Costantini, in via Goito 8, nel poliedrico e creativo quartiere San Salvario, suscita emozioni appena si varca l’ingresso.

Ascoltare anche ciò che manca, mostra curata da Olga Gambari, propone opere di Silvia Beccaria che formano un racconto di vita che si dipana dal 2020 ai giorni attuali. Il titolo della mostra è un verso di una poesia di Mariangela Gualtieri, Noi tutti non siamo soli, che sembra tradurre in versi le sensazioni che vivono nelle opere in mostra.

Silvia disegna geografie con la materia prima: dalla pagina di un libro o di un vecchio catalogo, da uno spartito musicale, dalla carta primitiva entra a piene mani nel gorgo dell’animo, fa lievitare esperienze e sentimenti. E l’eco dei ricordi riemerge attraverso la mancanza, una frattura diventa occasione per rivivere l’inconscio collettivo che è in noi. Carta e ancora carta: vergata, incisa, strappata, disegnata, inventata, alla ricerca di un materiale tangibile e allo stesso tempo evocativo di altre forme di arte, di poesie non scritte che soltanto l’animo conosce e non sa dire.

La mostra si è aperta giovedì 8 giugno e sarà visitabile sino al prossimo 29 luglio, domenica e lunedì esclusi, dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19.30.

Leggere qualche verso di Mariangela Gualtieri aiuta ad entrare in maggiore empatia con le creazioni di Silvia Beccaria.

(…) Te lo dico io

che ascolto

il tonfo della pigna e della ghianda

la lezione del vento

e il lamento della tua pena

col suo respiro ammucchiato sul cuscino

un canto incatenato che non esce.

Ascoltare anche ciò che manca.

L’intesa fra tutto ciò che tace.

Silvia ricompone storie, frammenti di vita, documenti e narrazioni che incontra o intercetta, come fosse una maga o una rabdomante.

La galleria di Riccardo Costantini ha un fascino moderno e antico, dovuto agli strati antichi lasciati in superficie, su una parete o lo stipite di una porta, negli ambienti ovattati di un vecchio palazzo dai muri spessi, dove il caldo e i rumori faticano a penetrare. Potremmo essere in un monastero, o in un convento, se non ci fossero le opere laiche di Silvia Beccaria appese ed esposte.

L’opera Percorsi nasce durante un lockdown, in un momento di smarrimento planetario, quando le certezze sembravano perse; il disorientamento riporta alla percezione dello spazio e dell’altro che non c’è, chiuso a sua volta in una casa vietata agli estranei, e tutto diventava senso di estraneità. Stanze che diventano rifugi e prigioni, come nelle grandi stanze della Galleria di Riccardo Costantini, dove il senso del tempo si perde e anche una finestra regala il senso del tempo antico, che sembrava trascorrere più lento.

Le opere vanno guardate in silenzio, per assorbirne tutta la forza creativa e la potenza intrinseca, fino allo smarrimento di una guerra inaspettata nel cuore dell’Europa.

Assenza (2022) si ispira proprio al ritorno del conflitto, come una superficie increspata di onde, un mare liscio che diventa tempesta e uragano, nell’incertezza del domani, che soltanto ieri sembrava certo e immutabile.

La sorpresa e lo stupore assalgono di fronte a Il suono del silenzio (2022). Un titolo significativo, che a me ricorda le note eterne di Simon & Garfunkel, ed è proprio uno strumento musicale che si trasforma in scultura, canne d’organo di diametri e lunghezze diverse, un’armonia disarmonica di musica e silenzio.

Questo e tanto altro è Silvia Beccaria. Non pretendo di aver capito tutta la sua arte, mi sono immerso nella contemplazione e ho lasciato occhi e orecchie liberi di vagare nell’infinito, in cerca del senso della bellezza e della purezza che abbiamo perduto. E anche il tempo si dilata, in quelle poche stanze a piano terra di via Goito 8. Buona visita e buon ascolto a chi vorrà incontrare Silvia Beccaria e la Galleria di Riccardo Costantini.

Silvia Beccaria vive e lavora a Torino. È un’artista visiva che utilizza l’intreccio come medium espressivo. Dopo una Laurea in Filosofia e un Master in Arteterapia presso l’Università di Torino, ha iniziato un percorso di studi sotto la guida dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs. Per molti anni ha elaborato progetti didattici utilizzando l’arte come strumento di riabilitazione ed educazione e ha collaborato con il Dipartimento Educazione del Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli. Il progetto di Silvia prende vita dal senso dell’arte dell’intreccio che contiene, nel suo significato più profondo, il concetto della scrittura e del racconto. Intrecciare è infatti l’arte del comporre una trama così come si fa con la penna su un foglio di carta....

Le trame sono i suoi colori e i suoi pennelli, “dipinge” con materiali che trasforma in filamenti intrecciabili, quali gomma, plastica, carta e così via, quelli che meglio, di volta in volta, le permettono di esprimere il concetto dell’opera e di “scrivere il suo racconto”. L’incanto della natura, i luoghi della memoria, la bellezza del linguaggio e della poesia, le connessioni tra tessitura e scrittura diventano parte integrante dei suoi racconti creati filo dopo filo dando vita ad installazioni che germogliano dalla tela. Silvana Nota così scrive di lei: “La scelta concettuale della manualità in qualche modo la ricollega ad esperienze vicine alla Fiber Art, o ad altri artisti che dagli Anni Sessanta ad oggi hanno individuato nel medium tessile una via di comunicazione ricca di possibilità, ma in realtà il suo lavoro prende distanza da etichette e movimenti, presentandosi con rilevante originalità e forza contenutistica”.

Silvia Beccaria realizza installazioni e sculture. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche tra cui citiamo: Fondazione Garuzzo, La Castiglia Saluzzo; Collezione civica di Fiber art Trame d’Autore-Città di Chieri; Collezione civica arte contemporanea-Città di Moncalieri, Museo del setificio Piemontese, Il Filatoio-Caraglio. Ha partecipato a varie mostre in Italia e all’estero, tra le quali: Triennale Design Museum (Milano); Palazzo Carignano (Torino); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino); Casina delle Civette-Musei di Villa Torlonia (Roma); Spazio Culturale Ratti-Ex Chiesa di San Francesco (Como); Center for the Arts-Casa Colombo (Jersey City, NJ, USA); Museo delle Mura Aureliane (Roma); Palazzo Collicola-Arti Visive (Spoleto, Perugia); Palazzo Barolo (Torino); Centro Culturale Vila Flor (Guimaraes, Portogallo); Museo Antiquarium Parra Oppidum degli Orobi, (Parre, Bergamo); Misp-Museo arte del XX e XXI secolo (San Pietroburgo, Russia); Museo del Setificio Piemontese Il Filatoio (Caraglio, Cuneo); Convento Sao Francisco (Coimbra, Portogallo).

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Articolo pubblicato il 15/07/2023