La Francia brucia e il prode Macron è privo di strategia

Le tante analogie, dalla Commune di Parigi del 1848 al maggio Francese del 1968

La località di Nanterre suona famigliare al ricordo dei lettori meno giovani. Perché quel comune della banlieu parigina ospita il campus dell'Université Paris Nanterre, che conta circa 31.000 studenti. Nel maggio del 1968, la sede universitaria fu protagonista e capofila dei movimenti studenteschi e da lì iniziò il Maggio francese e la fiamma della ribellione incendiò l’Europa, come da sei giorni, dopo l’uccisione del giovane immigrato da parte di un gendarme, è partita la rivolta.

Da Parigi a Marsiglia le notti che ci avvicinano al 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia sono rischiarate da roghi e rivolte a macchia di leopardo. Sono prese d’assalto armerie e rubate divise degli agenti.

Ieri sera è iniziata una notte pesante a Marsiglia, con il confronto quasi corpo a corpo tra agenti e manifestanti. A Parigi gli champs Elysees son blindati da una presenza massiccia di agenti e alle 21 la polizia aveva già effettuato decine di fermi tra i giovani manifestanti. Non si prevede un’attenuazione degli scontri e la tensione è elevata. Oggi come tre secoli e mezzo fa. La Francia si distingue per questa vocazione barricadera che è tutt’altro che un fuoco fatuo, come la storia insegna.

Come si è presentata la strategia per gestirla?

Oltre 1360 fermati, divieto di vendita di strumenti pirotecnici, acidi e materiale infiammabile. Metropolitane chiuse. Posti di blocco e blindati in strada. Non siamo alle barricate, ma quasi. La premier Elisabeth Borne ha ribadito: "Tutte le ipotesi sono sul tappeto per ristabilire l'ordine pubblico".

Macron ha lasciato il vertice europeo a cui stava partecipando per tornare a Parigi. Come la storia insegna, la lontananza del Governo dalla capitale è un pessimo segno. La Commune di Parigi del 1848 iniziò esattamente così: con la sconfitta militare di Napoleone III e i soldati lontani dalla Senna. 

Il Presidente Francese ha quindi deciso di tornare in fretta e furia per gestire una situazione che appare ingestibile, ma è nudo. Iniziata come una protesta di massa per la morte di un 17enne di nome Nahel ad opera di un poliziotto, il governo non ha perso tempo a dare in pasto alla folla l’agente. Atto inutilmente vile, verrebbe da dire, quando le direttive erano chiare.

La Francia ha ripreso fuoco, come e peggio del tempo dei gilet gialli. Come e peggio della rivolta contro l’aumento delle pensioni. 

Macron ha invitato le famiglie a tenere i figli a casa. Dimostrando che il retaggio patriarcale che è la famiglia, tanto disprezzato dalle sinistre, in alcune occasioni diventa prezioso. Eppure appellarsi al senso materno non pare riscuoterà grossi successi. Da Parigi trapela che sono in preparazione leggi speciali e stretta ulteriore sui diritti civili. E la memoria torna alle ultime ore della Commune, quando il sangue del Vescovo di Parigi fu lavato con quello dei ribelli al cimitero di Pére Lachaise.

Ma cosa sta succedendo in Francia? Nulla che non si sia già visto ai tempi della rivolta delle banlieu: una massa giovane, arrabbiata, di origine mussulmana presa di mira dalla polizia di uno stato laicista, anziano e intollerante decide di dare sfogo alla propria rabbia. Sino ad ora, dalle moschee non è emerso un leader in grado di incanalare la furia. Poi, chissà! 

Un’altra rogna nel lungo rosario di dolore della democrazia macroniana già sulla via del tramonto. Intanto Emmanuel rinvia gli impegni internazionali ad iniziare dalla visita di Stato in Germania.

I giornali d’oltralpe sparano contro i giovani teppisti. Ma, la storia ci insegna che ogni rivolta ha il pronostico contrario finché non lo ribalta e diventa una rivoluzione. Finché l’ultimo fuoco non si sarà spento e l’ultimo casseur non sarà stato arrestato il rischio di un nuovo 14 luglio sarà sempre all’orizzonte.

Il finale aperto, Davide contro Golia, i giovani che rovesciano l’ordine costituito.

Basterà la figura di un presidente già delegittimato a far scemare la tensione, oppure, il rischio del responso delle urne, già pronosticato non farà che anticipare la sua ingloriosa uscita di scena?

 

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Articolo pubblicato il 02/07/2023