Ascesa e declino delle grandi potenze di Paul Kennedy – Importante contributo del pensiero politico

Recensione di Gianni Oliva

Il libro “Ascesa e declino delle grandi potenze” di Paul Kennedy, pubblicato per la prima volta negli USA nel 1987, si colloca, senza ombra di dubbio, nella fascia delle opere fondamentali del pensiero politico del nostro tempo. Il periodo di tempo, che l’Autore analizza, è quello tra il 1500 e il 1980.

Ricordiamo che l’opera è stata insignita del prestigioso Wolfson History Awards e in Italia del premio Acqui Storia.

Vi è una domanda fondamentale, che domina la narrazione  di tutto il testo: si può verificare un momento in cui le spese per la difesa militare di una grande potenza superano le risorse della sua economia?

Se questo evento si verifica, per ogni grande potenza in questa situazione, si passa inevitabilmente dal periodo dell’ascesa e quello della decadenza. In sintesi questo “processo auto lesivo” ha trovato conferma dal secolo sedicesimo ad oggi.

In Italia il suddetto libro è stato pubblicato da Garzanti Editore nel 1987 con successive edizioni del 1989, 1993, 1994 e 1999.

L’ influenza di quest’opera è ulteriormente confermata dal fatto che molti studiosi del settore hanno firmato recensioni importanti che, in ogni caso, concordavano nel riconoscerne il peso culturale e politico.

La recensione, che alleghiamo integralmente, è del prof. Gianni Oliva, pubblicata su Storia Illustrata (supplemento  al n. 2067 di Epoca del maggio 1990). Il motivo di questa scelta è per evidenziare che in Italia quest’opera ha e continua a trovare consenso da più di trent’anni. Buona lettura.  (m. b.)

Pubblicato due anni fa negli Stati Uniti (e proposto ora dall’editore Garzanti in traduzione italiana), il corposo volume di Paul Kennedy Ascesa e declino delle grandi potenze, ha suscitato un dibattito politico di proporzioni tali da caratterizzare, seppure indirettamente, l’ultima campagna elettorale presidenziale americana: un caso analogo, nella storia, si ha solo con il saggio di Edward Gibbon, Decadenza e caduta dell’Impero Romano, che alla fine  del XVIII secolo indusse la classe dirigente della Gran Bretagna di William Pit a discutere analogie e parallelismi tra una vicenda antica e un impero ancora “statu nascenti”.

A differenza di Gibbon, che si limitava allo studio del passato, Paul kennedy parte però dall’analisi della Spagna asburgica e dell’impero britannico per arrivare sino al presente, da cui cerca di estrapolare indicazioni per il futuro: ne derivano pagine di stringente attualità, che hanno colpito nel vivo l’opinione pubblica statunitense e che sono destinate a coinvolgere in modo analogo il pubblico europeo.

La tesi centrale sostenuta da kennedy è che forza economica e forza militare sono sempre relative e che, di conseguenza, gli equilibri internazionali mutano in continuazione. In questo quadro di trasformazione, il dilemma che da secoli assilla economisti e statisti è sempre lo stesso: investire alte somme nella sicurezza militare che diventano inevitabilmente un peso per l’economia nazionale, oppure mantenere basse le spese per la difesa, ma vedere i propri interessi  nazionali minacciati dalle azioni di altri Stati?

La storia del secondo dopoguerra è indicativa: Stati Uniti e Unione Sovietica si sono talmente estese dal punto di vista strategico che hanno dovuto destinare una percentuale sempre più alta delle proprie entrate complessive per la “protezione”, a scapito degli investimenti produttivi. Ne è risultato che Paesi sconfitti, come il Giappone o la Germania, che in questi decenni non hanno avuto spese militari, hanno potuto concentrare tutte le loro energie sulla produzione, sino a diventare a loro volta, “grandi potenze”.

Il bipolarismo è finito e oggi  i protagonisti delle relazioni internazionali sono cinque “grandi”: Usa, Urss, Cina, Giappone, Cee. Ma alle loro spalle, secondo Kennedy, nuovi Paesi si affacciano e nuovi equilibri potranno determinarsi.

“Ognuna delle cinque grandi potenze di oggi deve quindi vedersela con il ritmo mutevole della crescita economica, con l’innovazione tecnologica, con i mutamenti della scena internazionale, con il costo delle armi che sale alle stelle, con le alterazioni degli equilibri di potere.Come ne usciranno, conclude Kennedy , dipende in larga parte dalla saggezza dei governi  di Washington, Mosca, Tokyo, Pechino,  e delle varie capitali d’Europa.    Gianni Oliva

 

Paul Kennedy è nato nel 1945 a Wallsend -on- Tyne, nel nord dell’Inghilterra. Dopo gli studi nelle università di Newcastle e di Oxford, ha insegnato nell’università della East Anglia, e dal 1983 è titolare della cattedra J. Richardson Dilworth di storia e direttore degli International Security Studies presso la Yale University. Nel 2000 è stato insignito dal CBE (Commander of the order of the British Empire) per “ i servizi resi alla storia contemporanea”.

Vive ad Hamden, nel Connecticut. Storico militare ha pubblicato numerose opere, tra cui Storia dell’antagonismo anglo-tedesco (1980, tr. it. 1993), The Realities behind Diplomacy 1870 – 1945 (1983), Il mondo in una nuova era (1993, tr. it. Garzanti 2007) e Ascesa e declino della potenza navale britannica (2010). Collabora a “The New York Times”, “The New Republic”, “The Washington Post”, “The Atlantic” e “The Economist”.

 

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Articolo pubblicato il 03/08/2023