Indagando tra i veri mostri del riscaldamento globale

Una realtà sotto gli occhi di tutti, annebbiati da decenni di bufale e di silenzi

Dovuta premessa

Partiamo da una realtà assodata: poiché avvolgono tutta la Terra, le emissioni di gas a effetto serra bloccano il rilascio oltre l’atmosfera del calore generato sulla Terra sotto forma di raggi infrarossi. La conseguenza è un riscaldamento progressivo dell’aria, dell’acqua e della terra, origine dei cambiamenti climatici.

Oggi la cognizione che il pianeta si stia riscaldando a causa dell’attività antropica è cosa nota a livello popolare, ma c’è voluto troppo tempo e non sempre gli sforzi per contenere le emissioni di gas serra e la desertificazione si sono indirizzati nella direzione giusta. Sono troppi i mostri che stanno arrostendo la Terra. 

Quanto inquina un aereo di linea

Le vacanze esotiche ormai sono alla portata di tutti, ma c’è un altro prezzo da pagare. Volare produce 285 g di CO2 per ogni passeggero (mediamente 90), per ogni kilometro percorso. Un’auto media ne produce circa 40 per ogni km percorso, il treno 14. Ogni giorno volano circa 26 mila aerei, in gran maggioranza nell’emisfero Nord, risultando il mezzo di trasporto usuale più inquinante, responsabile del 7% dei gas serra rilasciati direttamente in atmosfera. Ma i mostri sono altri…

Quanto inquina un razzo spaziale

Non sopporto più gli entusiasmi suscitati dalle prodezze di Elon Musk, del suo progetto space X e di tutte le menate di “spazio ultima frontiera”. C’è un limite da valutare: nei tre minuti di spinta per uscire dall’atmosfera, un razzo Falcon produce da 200 a 300 t di CO2, due ordini di grandezza in più rispetto a un volo aereo di medio raggio. Nel 2021 si è raggiunto il record con 136 lanci di razzi oltre l’atmosfera. A chi giova la corsa allo spazio? E perché non si approfondisce quanto sia “sostenibile”?

Gli effetti devastanti del cambiamento climatico adesso fanno audience, inzuppano le cronache dei telegiornali, riportando notizie raccapriccianti che ci restituiscono un futuro incerto per molte forme di vita, compresa la razza di quell’homo sapiens che ha deluso ogni aspettativa e che non sembra voler cambiare i propri peggiori vizi.

Quanto inquina una nave da crociera

Oltre 200 navi da crociera che promettono vacanze da sogno e trastulli epicurei galleggiano sui mari del mondo. Secondo vari dati, tra cui quelli di Milano Finanza, nel 2022 hanno sparato dai loro fumaioli gas serra pari a 4,4 volte dei 253 milioni di autovetture che circolano in Europa. C’è da riflettere, ma i mostri sono altri…

Mi occupo del problema energetico dai tempi dell’università, continuando a raccogliere dati, osservare e scrivere sulla evoluzione di un probabile, ormai quasi inevitabile olocausto, elencando motivi e dati, così come molti altri ricercatori e altrettanti scienziati che hanno sempre ammonito, ma senza mai trovare il giusto ascolto.

Oggi sappiamo come stanno andando le cose, ma per decenni sono bastati alcuni pareri contrari di pochi, “eminenti” scienziati con gli occhi nei neutrini oppure sparati verso le stelle, per mettere in dubbio un fenomeno che era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno era disposto a vedere veramente.

E Greta Thunberg ammoniva il mondo parlando ai potenti, ridicolizzata e persino minacciata di morte da un ciuffo di giustizialisti da tastiera male informati, presuntuosi e arroganti. I mostri erano, e rimangono altri…

Quanto inquina un cargo porta container

Le enormi navi cargo inquinano pure ferme all’attracco perché non vengono spente mai, rilasciando solo in porto 20 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Per ricavare l’emissione di una nave cargo da circa 100.000 t il calcolo è complesso. È un’equazione che comprende: massa del mercantile, velocità, carico trasportato (portata), e numerosi altri parametri. Secondo stime recenti sono responsabili dell’8% delle emissioni globali di CO2 e bruciando nafta ad alto contenuto di zolfo esalano anche anidride solforosa e diossido di azoto. Una vera porcheria!

Le grandi navi mercantili a spasso per mari e oceani sono circa 50.000 ogni giorno, di cui 5500 sono porta container, ognuna restituisce al cielo tanto “particolato” quanto 1 milione di auto, ma non basta. Ogni anno cadono a mare migliaia di container (4000 nel 2020). Non tutti affondano, molti galleggiano a filo d’acqua con grande rischio per la piccola navigazione. Sommando altri fattori che agiscono sull’ecosistema marino con effetti tristissimi, ogni volta che acquistiamo un frutto esotico o un giocattolo d’importazione è il momento di porsi qualche domanda. Ma i mostri sono altri…

L’olocausto delle foreste

La cronaca di questa estate “Caronte” ci riporta esempi deprimenti: la mancanza di accordo dei paesi dell’America Latina sul vertice di salvaguardia della foresta amazzonica; nulla di fatto, se ne parlerà più avanti, mentre il polmone della Terra è perenne saccheggio di terre e di legname; le isole Hawaii bruciano ancora, migliaia di morti e dispersi; in Grecia sono andati a fuoco Rodi, Corfù e altre perle ioniche; in Italia, in Spagna, in Portogallo, in Canada e chissà dove, altri incendi appiccati dall’uomo per spasso, convenienza o ignoranza.  

Per allargare gli orizzonti basta digitare il canale 57. Il cronista del documentario di Rai scuola “Sapiens”, Mario Tozzi, spiega in modo chiaro e circostanziato, salvare il pianeta si può con poche iniziative da attuare subito: smetterla di consumare il suolo, moderare le abitudini e i “giocattoli” che sputano veleni in atmosfera, e soprattutto, restituire alla madre Terra 1200 miliardi di alberi d’alto fusto entro il 2030 (da fonti forestali USA ne occorrono 1 trilione). Microrganismi oceanici e alghe contribuiscono ad assorbire il 30% di CO2 regalando ossigeno, ma le foreste restano il principale, rimedio terrestre, poiché le piante sono ghiotte di CO2 e restituiscono oltre il 50% di necessario ossigeno al Pianeta Vivente.

Il "patto" di piantumazione per almeno 1000 miliardi di alberi è nato al G20 di Roma. La consapevolezza di dover rispettare l'impegno si sta concretizzando con progetti in almeno 126 paesi del mondo, ma difficile è metterli in atto e la colpa è dei veri mostri.

Un dato di “Atlante foreste”: ogni anno in Italia vengono piantati 2,5 milioni di alberi; solo per la produzione di carta igienica vengono abbattuti 3 milioni di alberi. La toilette  è il posto giusto per fermarsi a riflettere…

I mostri di questo e altro siamo noi, viziati, indolenti e arroganti “hominis sapiens”. Artefici di un modo di vivere illimitato produciamo gas serra abusando dei nostri cellulari, rimpinzandoci di hamburger, comprando su Amazon etc…

A seconda delle abitudini ciascuno produce un tot di tonnellate di CO2 ogni anno. 5,4 t. per ogni italiano, 5,1 per gli inglesi, 8,1 per i tedeschi e così via. La media cala verso il terzo mondo che però aumenta il numero degli umani e loro aspettative. La Cina è il paese più inquinante, gli Stati Uniti lo sono pro capite e nessuno intende fare marcia indietro mentre il 2030 avanza.

Non volevo scrivere più di queste cose, deluso e spossato da ogni paradosso. Mi sono scosso dopo che il presidente Mattarella, quest’anno si è votato alla causa ambientalista che probabilmente ha scoperto da poco. E non è il solo.

L’Esimio Presidente, qualche tempo fa, al Tg di mamma Rai, cavalcando dichiarazioni dell’Onu, annunciava l’era “dell’abolizione globale” delle emissioni di CO2 entro quel 2030 che ormai è già qui. Ed è lì che mi sono chiesto: “ma dov’era Mattarella fino adesso? È più vecchio di me! Aveva decenni p er votarsi ad una causa che oggi è quasi persa! Ignoranza o populismo? Domande senza risposta”.

La verità esiste nello scrigno della conoscenza e dell’umiltà

Incappando quasi per caso sul documentario di Rai Scuola, finalmente ho ritrovato aria di conoscenza. L’esperto conduttore, in primis ha elencato i danni procurati al drammatico problema da quegli scienziati che hanno negato la responsabilità antropica, ritardando la presa di coscienza, poi ha detto il resto.

Studiavo tutto questo già nel 1980. Molto si sarebbe potuto fare a suo tempo e come palpabile esempio, Mario Tozzi ha ricordato quanto tutte le nazioni del mondo si siano coalizzate per annullare le emissioni dei clorofluorocarburi, i gas responsabili del buco nell’ozono che non filtrava più le radiazioni ultraviolette e stava arrostendo la superficie del Mondo.

In conclusione, è ora di dare un taglio a tutte quelle bufale che, nel nome degli interessi petroliferi e in genere energetici legati alle multinazionali estrattive e di trasformazione degli idrocarburi, si sono susseguite incolpando del riscaldamento planetario ora l’asse terrestre, ora i capricci del Sole, scomodando ere glaciali di 50 mila anni fa.

Noi abbiamo saccheggiato il pianeta e inzaccherato l’atmosfera in un paio di secoli. Forse possiamo rimediare e forse no, certo l’auto elettrica non risolverà il problema, ma sarà un business per i costruttori. Inquinare con moderazione "sostenibile" invece è lecito se vi sono abbastanza alberi per ristabilire gli equilibri naturali. Basta asfalto & plastica, più energia solare, economia km zero… vacanze in treno a Grottammare?…

Dobbiamo comprendere, così da fare ciascuno “un breve passo indietro, un grande passo per l’umanità”. Insisto nel lasciar perdere altri programmi di intrattenimento e andare a "Rai scuola". “Sapiens”, "Newton" e le altre rubriche eco scientifiche combattono la desertificazione culturale in modo interessante e intelligente. Condividetele con i vostri figli, così da inseminare una corretta cognizione di causa. Aiuterà a essere meno mostri voraci, ma grati e parsimoniosi esseri viventi.
 

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Articolo pubblicato il 17/08/2023