I Brics aspirano a diventare contraltare del G7

Le riflessioni di Luigi Cabrino

Si riuniscono in Sudafrica i leader dei BRICS, i presidenti di Brasile, India , Cina e Sudafrica e, in rappresentanza del presidente russo Putin, il ministro degli esteri Lavrov.

Al gruppo dei cinque, che rappresentano 1/4 del prodotto lordo mondiale, stanno chiedendo di aderire diversi paesi emergenti.

Il BRICS si divide tra la prospettiva di diventare potenza geopolitica in un mondo che si appresta a diventare sempre più multipolare e quella di mantenere la propria impostazione originaria geoeconomica di club di nuove "potenze" economiche globali.

AGI ha sviluppato una interessante analisi sugli orientamenti della riunione sudafricana e sulla "lista" dei paesi candidati all'ammissione al club.

Dal summit delle economie emergenti, che valgono circa un quarto del prodotto interno lordo mondiale, è attesa una presa di posizione in chiave anti-occidentale, in particolare sul ruolo del dollaro nelle transazioni internazionali (che potrebbe essere di aiuto alla Russia, la cui economia risente delle sanzioni internazionali imposte per l'invasione dell'Ucraina).

Gli interessi dei diversi Paesi Brics, però, non sempre convergono: mentre la Cina cerca di estendere la propria influenza per rafforzare i propri sforzi per competere con gli Stati Uniti, il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, cerca di mantenere le distanze, dicendo che il Paese non vuole farsi trascinare in una gara tra grandi potenze.

"La nostra decisione di non allinearci con alcuna grande potenza globale, non significa che siamo neutrali su questioni di principio, o di interesse nazionale", ha detto alla vigilia del summit. A frenare le spinte anti-occidentali c'e' anche l'India, che vuole mantenere l'impronta geo-economica della sigla, senza scendere in una deriva geopolitica, sulla spinta di Russia e Cina, che non incontrerebbe il favore di Delhi.

La sfida all'occidente passa anche per i possibili nuovi ingressi di Iran e Venezuela, entrambi colpiti dalle sanzioni occidentali. Più di quaranta Paesi hanno mostrato interesse a unirsi al gruppo dei Brics, secondo quanto riferito da funzionari sudafricani, e 23 di questi hanno chiesto formalmente l'ammissione al gruppo, dato che viene letto come un segnale che i Paesi in via di sviluppo non vogliono sentirsi dire chi sostenere sullo scacchiere globale.

Forse una riflessione seria su questi temi in Europa, in vista delle prossime elezioni europee del 2024, sarebbe il caso di farla.

La posta in gioco non è il numero di europarlamentari che farà Fratelli d'Italia o la Lega, non è se il PD raggiungerà o meno il 20%.... Nel mondo stanno succedendo cose un po' più importanti e l'Europa rischia di esserne solo spettatrice.

Luigi Cabrino 

 

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Articolo pubblicato il 23/08/2023