Poppi (Arezzo) – Capolavori della Galleria degli Uffizi salvati nel Casentino

La ricostruzione dell’incredibile storia del salvataggio di centinaia di opere d’arte di grande pregio mondiale salvate dalla distruzione nel secondo conflitto mondiale, ritornano al Castello dei Conti Guidi di Poppi per sensibilizzare il pubblico in una grande mostra fino al 28 gennaio 2024.

L’evento in programma al Castello di Poppi,” Michelangelo rapito, capolavori in guerra dagli Uffizi al Casentino”, curata da Alessia Cecconi, fino al 28 gennaio 2024.

L’evento promosso dal Comune di Poppi   è  inserito nel programma degli Uffizi Diffusi con la collaborazione del Museo Casa Siviero, il sostegno e il patrocinio della Regione Toscana, il contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Firenze e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, e la collaborazione con l’Unione dei Comuni montani del Casentino, l’Ecomuseo del Casentino e la Banca della Memoria di Poppi. La mostra, racconta la tormentata storia del salvataggio di centinaia di sculture e dipinti  tra i più famosi al mondo, ed allo stesso tempo offre anche l’opportunità di un’esperienza di arte immersiva, con le immagini in alta definizione di quelle stesse opere, tra cui anche la Maschera di Fauno, attribuita a Michelangelo, che non venne mai più ritrovata.

Carlo Toni - Sindaco di Poppi –, “Premetto che non è stato semplice programmare e organizzare  l’esposizione, data la molteplicità degli attori interessati, ma Alessia Busi, dipendente del Comune, e la curatrice Alessia Cecconi con abile e oculata regia sono riuscite a ben amalgamare questo interessantissimo evento che attraverso la multimedialità ci conduce, anzi ci immerge emotivamente, nel cuore della narrazione”.

È la terza volta che il Castello di Poppi  ospita una iniziativa del piano di diffusione di arte sul territorio. Dopo le mostre di Dante, Leonardo, l’argomento di quest’anno, pone alla conoscenza, la ricostruzione delle vicende per la salvaguardia  del patrimonio artistico toscano durante il secondo conflitto mondiale; questo è avvenuto, grazie ad un risultato di un’attenta ricerca archivistica e iconografica che porta alla luce foto storiche, documenti, filmati d’epoca  mai pubblicati.  

Sfogliando il catalogo, edito da Mazzafirra, con saggi della curatrice Alessia Cecconi, Attilio Tori, Luca Grisolini, Alberta Piroci Branciaro, e  la riproduzione delle immagini di questi capolavori patrimoni dell’umanità, salvati dalla dispersione e dalla distruzione,  ti prende  una grande commozione.

All’interno dell’ex Scuderie del maniero, vennero  custodite oltre trecento casse di assoluti capolavori. Dagli Uffizi arrivarono e furono messi sotto la  massima sicurezza opere come, la “Madonna del Cardellino di Raffaello”, la “Nascita di Venere” di Sandro Botticelli, la “Sacra Famiglia di Michelangelo”(Tondo Doni).

Mentre nel monastero di Camaldoli, l’altra sede coinvolta   per salvare le opere, vennero nascosti capolavori di Leonardo, Beato Angelico, Tiziano e Piero della Francesca. Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, “La mostra illumina, per la prima volta, le loro tante storie e trasforma le loro singolarità in una grande epopea collettiva di passione, di impegno e di bellezza salvata”.  

Il percorso espositivo è articolato in questo modo: nel cortile del Castello e nell’ambiente delle ex scuderie al piano terra, sono presentate opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici. Dagli Uffizi sono arrivati il “Ritratto di Giovanni II Bentivoglio” di Lorenzo Costa.

In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo ( esposta ordinariamente agli Uffizi, è realizzata nel 2013 a cura dell’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze da una matrice dell’Ottocento), oltre a preziose edizioni antiche della vita di Michelangelo e a documenti originali dell’archivio degli Uffizi, che ricostruiscono giorno per giorno la corsa contro il tempo per mettere al riparo le opere dei musei fiorentini, in particolare quelle che proprio da Uffizi e Palazzo Pitti partirono per il Casentino.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt:” La mostra  di Poppi non è solo un’occasione per ammirare dipinti e belle immagini ma tocca soprattutto un argomento di scottante attualità: l’arte infatti, è tra le vittime principali dei conflitti in tutto il mondo, perché rappresenta l’idea più profonda di identità nazionale”.

Il Gabinetto degli Uffizi, ha messo a disposizione gli spettacolari scatti fotografici  che documentano il trasloco senza precedenti delle opere nei rifugi di campagna  e le distruzioni a cui sarebbero state sottoposte. L’esposizione prosegue poi in quella multimediale  nei suggestivi ambienti della storica biblioteca Rilliana, dove il visitatore viene coinvolto dalle proiezioni in alta definizione- su pareti e pavimento – di una serie di opere  dal fascino straordinario, con la possibilità di scoprire  particolari normalmente non visibili.

La curatrice della mostra Alessia Cecconi,”Il tema della salvaguardia del patrimonio artistico durante la seconda guerra mondiale ha conosciuto una crescente fortuna. Questa esposizione ha la particolarità di ricostruire, grazie anche all’incredibile  documentazione  dell’archivio storico delle Gallerie e del Gabinetto fotografico degli Uffizi, un segmento fondamentale di tali vicende in uno dei luoghi simbolo della storia”.

Il  Castello di Poppi per la terza volta diventa fulcro di un’importante iniziativa  presentandoci  testimonianze fotografiche, per prendere coscienza che anche le opere più importanti in passato  hanno rischiato di essere distrutte. Le immagini e le descrizioni vengono prelevate dal catalogo che accompagna la mostra

Descrizione immagini:

Foto copertina catalogo

Foto 1:”La Madonna del magnificat” di Botticelli ricoverata nel deposito del Castello di Poppi al momento del rientro alla Gallerie degli Uffizi 1945(Gabinetto fotografico degli Uffizi)

Foto 2 La messa in sicurezza delle opere d’arte della Galleria Palatina durante la Seconda Guerra Mondiale(Gabinetto fotografico degli Uffizi)

Foto 3 Le opere delle  Gallerie fiorentine al loro ritorno a Firenze alla stazione di Campo Marte luglio 1945 (Gabinetto fotografico degli Uffizi)

Foto 4 Michelangelo, “Sacra Famiglia(Tondo Doni), tempera su tavola, 1504-1506. Firenze Galleria degli Uffizi. L’opera fu messa in salvo al Castello di Poppi dall’ottobre 1940 al giugno 1945

Foto 5 Sandro Botticelli, “Nascita di Venere”, tempera su tela, 1484-1485, Firenze Galleria degli Uffizi. L’opera fu ricoverata al Castello di Poppi dall’ottobre 1940 al giugno 1945

Foto 6  Andrea Verrocchio e Leonardo da Vinci, “Battesimo di Cristo e due angeli”, olio e tempera su tavola 1470-1480, Firenze Galleria degli Uffizi. L’opera fu ricoverata al castello di Poppi dall’ottobre 1940 al giugno 1945

Foto 7 Raffaello Sanzio  “Madonna del Cardellino”, olio su tavola 1506, Firenze Galleria degli Uffizi . L’opera fu ricoverata al castello di Poppi dall’ottobre 1940 al maggio 1945.

 Castello di Poppi (Arezzo) “Michelangelo Rapito”, a cura di Alessia Cecconi, fino al 28 gennaio 2024,  Orari per le visite: fino al 30 settembre 2023  dal Lunedì al giovedì ore 10.00 – 19.00, venerdì/ domenica 10.00-20.00; dal 1 ottobre al 1 novembre tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00; dal 2 novembre al 28 gennaio venerdì - domenica ore 10.00- 18.00. Per informazioni  +39 0575 520516 – info@castellodipoppi.it

 

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Articolo pubblicato il 06/09/2023