Le vacanze a Torre del Mare e a Bergeggi sono a rischio?

La vocazione turistica di Bergeggi sta cedendo il posto a quella industriale?

 

Torre del Mare, un magico angolo di Liguria che si affaccia sul golfo di Spotorno, chiuso  dal “coccodrillo” del promontorio di Noli, ha sempre convissuto pacificamente con il nucleo storico del comune cui appartiene, Bergeggi, e con la vicina Vado Ligure, da sempre a vocazione industriale. Una convivenza, quella con Vado, che sta diventando con gli anni sempre più complessa: l’ampliamento del porto industriale, le piattaforme su cui si ammassano le merci più diverse, le banchine dei traghetti per la Corsica e via dicendo, hanno allargato sempre di più la zona di mare e di costa dedicata all’industria e al commercio, modificando già da tempo i magnifici scorci che si godevano da tanti punti di Bergeggi o dalle prime costruzioni di Torre del Mare, rivolte verso Savona. Per non parlare di Albissola, dalle cui spiagge si vede con chiarezza il nuovo porto commerciale di Vado.

Ma torniamo a Torre del mare e a Bergeggi. Bergeggi, appunto, una località che ad una storica vocazione agricola e solo modestamente legata alla pesca (o almeno così mi dicono fonti locali bene informate), ne  presenta attualmente una prettamente turistica, legata in gran parte alla nascita, alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso, del comprensorio di Torre del Mare, edificato allora sul progetto dell’architetto Mario Galvagni e sul cui territorio è stato istituito il parco architettonico a lui dedicato. Per non parlare del vincolo paesaggistico a cui Torre del Mare e Bergeggi sono sottoposte e dell’area marina protetta intorno all’isolotto di Bergeggi, dove non è consentito alle imbarcazioni di sostare né di avvicinarsi. Difficile far coesistere  tutto ciò con le legittime  esigenze di Vado, ma bisognerà pure tener conto che a nessun turista può far piacere la vista su un porto industriale o sapere che nell’area marina protetta intorno all’isolotto di Bergeggi sarà riversata acqua più fredda di quanto lo sia naturalmente, nella quale  per di più sono state sciolte le sostanze tossiche indispensabili a riportare il gas dallo stato liquido a quello gassoso.

Mi riferisco ovviamente alla funzione, e quindi alla presenza del rigassificatore Golar Tundra, che di qui a tre anni colorerà allegramente con le sue lamiere rosso fuoco il nostro mare a quattro chilometri dalla costa.  Sono tanti quattro chilometri? Pare che da Savona disterà solo poco più di due, c’è chi calcola tre , e non quattro chilometri da Vado (o da Bergeggi?); si vedrà o non si vedrà dalla riva? Domande e precisazioni a cui è difficile rispondere oggi, ma che il rigassificatore porti con sé tutte le mirabilie di cui infarcisce i suoi discorsi l’ineffabile presidente della regione Liguria Toti, sinceramente mi sembra improbabile. Chissà come mai, vien da chiedersi, a Piombino non hanno accolto a braccia aperte la Golar Trend con tutti i vantaggi per l’economia e l’ambiente che la sua presenza comporta? E come mai anche qui si alzano voci contro il suo trasferimento da Piombino a Vado, mentre nel contempo le propaggini del porto industriale di Vado si avvicinano sempre più pericolosamente alle spiagge di Bergeggi? Domande che al momento non hanno avuto risposta.  Per ora il litorale di Torre del Mare sembra non aver subito l’impatto con l’ingigantirsi dell’attività del porto commerciale di Vado, ma fino a quando gli interessi del turismo avranno la meglio su quelli dell’attività industriale e commerciale?

Mi pare che le amministrazioni comunali di Bergeggi e dei comuni limitrofi stiano prendendo posizione a sfavore del posizionamento della Golar Tundra davanti alle loro coste, ma credo che la domanda fondamentale sia questa: sarà ancora possibile considerare Torre del Mare e Bergeggi, attualmente così attente alla tutela dell’area marina protetta e alla salvaguardia delle ville di Galvagni, un luogo di vacanza, dove poter nuotare serenamente ed in sicurezza  tra le acque più limpide del ponente ligure, oppure la situazione è destinata a cambiare? E siamo destinati, noi che viviamo la magia di  Torre del Mare dagli anni cinquanta o sessanta, a vedere la fine del rassicurante miracolo della continuità, della consuetudine e dell’amicizia tra i i nostri figli e i figli dei nostri figli, come era stato fra i nostri genitori e a volte i nostri nonni?

Perché magari le nostre case non avranno più lo stesso appeal ( e probabilmente  neanche il valore commerciale) di oggi, quello che che ha incantato genitori e nonni, e dalle nostre belle terrazze vedremo passare sul mare che tanto amiamo, inquinato dal cloro e dal pericolo di gravi disastri ambientali, colonne di navi che trasportano gas, liquido o gassoso che sia. È questo che vogliamo per noi e per i nostri figli e nipoti?

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Articolo pubblicato il 09/09/2023