
A cento anni dalla scomparsa dell’artista bresciano, una mostra con oltre un centinaio di opere scelte dal curatore Davide Dotti per illustrare quel mondo ormai scomparso, fino al 7 gennaio 2024
Nelle celebrazioni dell’anno di Bergamo e Brescia Capitale Italia della Cultura 2023, la città di Orzinovi in provincia di Brescia ricorda con una grande mostra alla Rocca San Giorgio, uno dei più interessanti pittori bresciani della metà del ventesimo secolo, “Giacomo Bergomi. Mostra del centenario 1923-2023”, curata d Davide Dotti.
Promossa e organizzata dal Comune città di Orzinuovi con l’Assessorato alla Cultura, patrocinata dalla Regione Lombardia e Provincia di Brescia, in collaborazione con il Gruppo Giacomo Bergomi. Nel saluto istituzionale affidato al catalogo il senatore Giampietro Maffoni – Sindaco di Orzinuovi, scrive:
”Sono onorato in qualità di Sindaco, di ospitare nella città di Orzinuovi questo importante evento culturale, che arricchisce ulteriormente l’offerta culturale per i visitatori che giungeranno numerosi a Brescia e provincia da ogni parte d’Italia in occasione dell’anno di Bergamo - Brescia capitale Italiana della Cultura2023”.
Il curatore Davide Dotti ha costruito un avvincente percorso espositivo, ripercorrendo al visitatore le fasi creative della carriera artistica , mettendo in evidenza la capacità di Bergomi di rinnovare il proprio linguaggio decennio dopo decennio, e di analizzare i soggetti che frequentò con maggiore assiduità, dalle scene di vita quotidiana al ritratto, i paesaggi della bassa bresciana, dagli scorci di Brescia fino ai brani tratti dalla quotidianità delle popolazioni andine, influenzato non solo le sue umili origini contadine, ma anche dai numerosi viaggi che fece in Italia che all’estero, soprattutto in centro America.
Tutto questo Davide Dotti, lo esegue analizzando studiano oltre ad un centinaio di lavori realizzati tra la fine degli anni Cinquanta del Novecento e i primi anni del Duemila.
“L’Amministrazione Comunale – scrive il Professor Carlo Maria Lombardi, Assessore alla Cultura di Orzinuovi - ha fortemente voluto celebrare l’opera e la vita di questo pittore che mai come nessuno prima ha saputo riportare in vita un’infinità di luoghi, persone e professioni che il tempo e il “progresso” hanno rubato alla nostra terra e forse alla memoria collettiva. La cosiddetta “Civiltà Contadina” torna ad essere protagonista riproponendo un’esistenza che si oppone ai mali della modernità”.
Col suo originale linguaggio espressivo, Bergomi ha dimostrato di essere un pittore energico e vibrante, ma al tempo stesso colto nei riferimenti ai grandi maestri del passato – da Giotto a Mantegna, da Caravaggio a Ceruti, da Van Gogh al Picasso della fase neoclassica, da Carrà a Sironi, da Migneco a Funi fino a Permeke – che ha assimilato e rielaborato secondo una personale visione estetica improntata ad uno schietto realismo.
Il lungo progetto espositivo si completa con una sezione che documenta la mirabile capacità di Bergomi nell’affrontare la grafica, con una selezione di disegni a matita, china, tempera e acquarello attraverso i quali indagò e studiò nel dettaglio i soggetti delle sue opere pittoriche.
L’iniziativa si pone, poi come obiettivo di valorizzare e far conoscere, al di fuori dei confini regionali, la produzione artistica di un pittore bresciano tra i più sensibili e carismatici dell’intero Novecento, nonché di conferire il giusto riconoscimento storico e critico alla sua ricerca artistica.
La mostra è accompagnata da un ‘esauriente catalogo prodotto dalla Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, curato da Davide Dotti con autorevoli saggi eseguiti da studiosi delle opere del maestro.
I saggi, “L’eterna catena del Carnevale(scene di vita popolare” di Fausto Lorenzi; ” Brescia e le cascine” di Tonino Zana; “La scoperta di un nuovo mondo: Andini e Indios” di Davide Dotti; ”Ritratti degli anni Sessanta e Settanta” di Paolo Bolpagni; “Still life: sapori, profumi, oggetti ritrovati” di Agostino Garda; “L’abbraccio della madre terra: campi e cascate” di Gianbattista Gaffurini e Gianbattista Piscioli.
Il bellissimo volume si conclude con la biografia dell’artista, le mostre personali quelle collettive, l’ antologia critica e la bibliografia Il tutto curato da Gianbattista Piscioli e il Gruppo Giacomo Bergomi.
Una breve storia della figura di Giacomo Bergomi.
Chi era Giacomo Bergomi? Quarto dei sette fratelli, Giacomo nasce il 31 dicembre del 1923 a Orzinuovi in provincia di Brescia. Negli anni Cinquanta, a Milano frequenta i corsi serali dell’Accademia di Brera, decisivi per la sua crescita artistica, tenuti da insegnanti quali Salvadori, Franchi, Cantore e dal Direttore Aldo Carpi.
Negli ambienti braidensi stringe amicizia con Carlo Carrà con cui istaura una importante frequentazione; il grande maestro lo consiglia e lo invita spesso nel suo studio a mostrare i propri lavori.
Gli anni Sessanta sono il tempo dell’affermazione , di una febbrile ricerca pittorica, di una rinnovata maturità, di un’intensa produzione artistica ed espositiva, della partecipazione a manifestazioni pittoriche nelle quali ottiene numerosi riconoscimenti.
Nel 1961 tiene la sua prima personale all’estero a Saint - Étienne in Francia. Negli anni sessanta sono anche il periodo dei viaggi in Puglia in Grecia e nella vecchia Jugoslavia anche al seguito dell’amico imprenditore Giuseppe Ciocca, il suo primo mecenate.
Visita la Bulgaria, la Francia, la Polonia la Spagna la Svizzera la Turchia. Gli anni settanta Bergomi va alla scoperta del Sud America , con cui inaugura un nuovo mondo pittorico, visita per lunghi periodi l’Ecuador e il Venezuela, incontrando le popolazioni indigene che ritrae nelle loro abitudine quotidiane.
Accanto ai soggetti tradizionali si aggiungono gli indios delle foreste, gli andini dai ponchos sgargianti e i pescatori dell’isola di Margarita.
Inizia poi la ricerca degli oggetti del mondo contadino che confluiranno poi nel museo a lui dedicato.
Negli anni ottanta, i viaggi si fanno sempre meno frequenti, in quelli successivi dei novanta la produzione pittorica si arricchisce dei paesaggi marchigiani , dopo il 1998 dedica grandi tele alle cascate dal 2001 al 2003 - anno della scomparsa improvvisa avvenuta il 22 settembre – Bergomi dedica le sue ultime opere ai paesaggi innevati.
Descrizioni immagini:
Foto copertina libro
Foto 1 Giacomo Bergomi “Maternità” 1959 olio su tela, 80x60cm collezione famiglia Bergomi
Foto 2 Giacomo Bergomi “Venditore di angurie”, 1965-1970 olio su tela, 100x150cm collezione privata
Foto 3 Giacomo Bergomi “Ladri di meloni” 1974, olio su tela 150x150cm, collezione famiglia Bergomi
Foto 4 Giacomo Bergomi “Panni al sole” 1985-1990 olio su tela, 150x200cm collezione famiglia Bergomi
Foto 5 Giacomo Bergomi “Vita di cascina” 1975-1980 olio su tel, 100x180 cm collezione famiglia Bergomi
Foto 6 Giacomo Bergomi “Borsa del pane” 1988 olio su tela, 100x80cm collezione privata
Foto 7 Giacomo Begomi “Donne andine al mercato” 1980 olio su tela, 150x150cm collezione privata
Foto 8 Giacomo Bergomi “Gruppo di Greche” 1964-1965 olio su tela, 100x120 cm collezione privata
Foto 9 Giacomo Bergomi “”Natura morta con paesaggio” 1964 olio su tela, 100x70cm collezione privata
Foto 10 Giacomo Bergomi “Nevicata” 2000-2003 olio su faesite, 42,3x85,5 cm collezione famiglia Bergomi
Foto 11 Giacomo Bergomi “Cascate” 1999 olio su tela, 150x250cm collezione famiglia Bergomi
Foto 12 Giacomo Bergomi “Pala della Natività” 1964-1965 olio su tel, 250x150cm Castel Mella, Parrocchia dei Santi Siro e Lucia
Le immagini che documentano il testo sono state tratte dal catalogo della mostra:
“Giacomo Bergomi. Mostra del Centenario 1923-2023”, a cura di Davide Dotti, Orzinuovi (Brescia), Rocca San Giorgio (piazza Garibaldi) fino al 7 gennaio 2024. Informazioni: Ufficio Cultura, Sport e Tempo Libero – CED; tel. 030.9942210 www.comune.orzinuovi.bs.it
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 16/10/2023