Urbino (Pu) –  La realtà dei depositi museali rivelata al grande  pubblico nella mostra “L’Altra Collezione”

Sessanta opere, poco note del patrimonio artistico della Galleria Nazionale delle Marche, esposte per sette mesi fino al 5 maggio 2024 negli appartamenti del Palazzo Ducale

Le opere dai depositi ritrovano la luce  in un grande esposizione, ”L’Altra Collezione. Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche , curata da Luigi Gallo, Valentina Catalucci e Andrea Bernardini, fino al 5 maggio 2024 nelle stanze del cosiddetto Appartamento degli Ospiti al piano terreno del Palazzo Ducale di Urbino.  

Scrive Luigi Gallo  Direttore Galleria Nazionale delle Marche“L’obiettivo dell’esposizione è presentare ai visitatori una selezione di opere proveniente dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche, che nel corso dell’anno sono stati integralmente riordinati. Le opere selezionate per l’occasione sono state oggetto di nuovi studi  e interventi di restauro. La mostra intende valorizzare il patrimonio meno visibile presente  nel nostro museo per offrirne inedite letture storico-critiche: si tratta di oggetti e opere  d’arte raramente esposti, messi a disposizione dei visitatori  e degli studiosi”.

L’allestimento è affidato a Marco di Nallo, che tramite l’uso di griglie metalliche – evoca le strutture proprie dei depositi museali. L’esposizione  è organizzata per nuclei tematici che vedono dedicare per esempio, una sezione alle grandi pale, un’altra ai ritratti o ai paesaggi, e così via.

Tra le opere esposte, alcune provengono  da quelle lasciate in deposito dalla Fondazione Cassa Risparmio di Pesaro e che non hanno trovato posto assieme alle altre nuove  sale aperte al secondo piano del Palazzo Ducale,  tra l’aprile  e il luglio dell’anno scorso.

“A partire dall’inizio degli Anni 2000 – aggiunge Valentina Catalucci,  co curatrice della mostra - si è notevolmente intensificato il dibattito critico sulle realtà museali dei depositi, intesi come risorse invisibili del percorso museale e degli spazi espositivi aperti al pubblico, che contengono beni non utilizzabili  in un momento specifico dell’allestimento museale, ma disponibili per allestimenti futuri, esposizioni temporanee, laboratori e programmi educativi. Sullo scorcio del XX secolo, si sono sviluppati modi diversi di intendere il significato di ciò che era non  esposto all’interno di un museo: cominciò a prender piede l’idea  di rendere fruibili i depositi, nelle due diverse accezioni di depositi visibili(visible storage) e depositi aperti (open storage).

Oggi quindi - continua  Valentina Catalucci -  si deve ripensare proprio alla centralità dei depositi nel ruolo dei musei, per permettere una maggiore democratizzazione di accesso alle opere in essi conservate, ovvero come una struttura di comunicazione che include il pubblico, fornendo degli strumenti culturali che favoriscono il dialogo,  portando così a un maggiore compimento della missione principale dell’istituzione museale, ossia la diffusione della conoscenza ”.  

 Andrea Bernardini – co curatore dell’esposizione-,”La conoscenza di un museo non può dirsi completa se, insieme alle opere esposte, non si conoscono le storie degli oggetti conservati nei depositi. I motivi della loro esclusione non sono sempre da imputare a una mancata attrattiva estetica: il più delle volte anzi le opere non trovano posto in sala a causa del loro cattivo stato di conservazione, per le dimensioni o per la delicatezza  dei materiali e della tecnica, come  è il caso delle opere grafiche.

C’è anche la possibilità, non rara, che interi secoli d’arte vengano lasciati in deposito per mancanza di ambienti espositivi. In questa casistica è rientrata in passato anche la Galleria Nazionale delle Marche, che vi ha posto rimedio inaugurando il 14 luglio 2022, le nuove sale del secondo piano del museo, dedicati ai secoli più recenti e – in particolare- con un focus sul Settecento e la figura di papa Albani”.

Lo sforzo per rendere visibile questa mostra, sono stati anche i complessi  preparativi dei restauri, un accurato riordino e messa  a norma dei depositi della Galleria Nazionale delle Marche – curato da Giovanni Russo, che ha offerto l’occasione per un generale e approfondito monitoraggio delle opere. Diverse delle opere ora visibili, sono state sottoposte a delicati interventi di manutenzione straordinaria e di restauro in parte svolti direttamente dal laboratorio interno alla Galleria diretto da Giulia Papini e Francesca Graziosi, e in parte affidati alle mani di professionisti esterni.

“A distanza di cinquant’anni dalle principali mostre a Palazzo Ducale-  scrive nel saggio del catalogo  Giulia Papini,   funzionario restauratore – sui restauri effettuati sulle opere del territorio, l’iniziativa concomitante di un evento espositivo incentrato sulle opere custodite nei depositi ha fatto si  che si ponessero le basi per intraprendere, come allora, una consistente campagna di restauro. La favorevole congiuntura dell’adeguamento dei sistemi di sicurezza dei depositi e dell’ideazione de L’altra collezione, non solo ha permesso di perfezionare e razionalizzare gli ambienti, facilitando visite e ispezioni, nel rispetto dei fini conservativi, ma ha permesso di approfondire, attraverso lo studio e il restauro, la conoscenza di opere per lungo tempo rimaste confinate .

Nondimeno, l’attuazione di una manutenzione totale e sistematica , oltre che l’intervento imprescindibile  per garantire la conservazione delle opere, sarà utile nella programmazione di futuri interventi, nella prospettiva di un continuo e contemporaneo miglioramento di contenuto e contenitore”.L’esposizione è accompagnata da uno splendido catalogo  Electa saggi di Luigi Gallo, Valentina Catalucci, Andrea Bernardini e Giulia Papini, con la catalogazione  di tutte le opere presenti  in mostra,  ognuna è  accompagnata da una scheda esplicativa eseguita  sui restauri che ogni capolavoro.  

Descrizione immagini:

Foto copertina catalogo mostra

Foto 1 Jacopo Bedi “Sant’Antonio da Padova e due storie di una clarissa miracolata”, 1455 circa

Foto 2  Federico Barocci “Il Perdono di Assisi” 1580-1583 circa

Foto 3 Filippo Bellini “ Madonna col Bambino in gloria e le sante Caterina, Maddalena e Apollonia”, 1586-1587 circa

Foto 4 Giovan Giacomo Pandolfi,”Madonna in gloria col Bambino, San Giovannino e angeli” fine del primo -inizio del secondo decennio  del XVII secolo

Foto 5 Anselmo Bucci  “Zio Carletto torna d’Africa”, 1943

Foto 6 Antonio Maria  Marini”Paesaggio con san Girolamo”, 1700circa(?)

Foto 7 Nino Caffè  “Grande pannello” 1967

Le foto che documentano il testo sono tratte dal catalogo della mostra:

“L’altra collezione. Storie e  opere dai depositi della Galleria delel Marche”, a cura di Luigi Gallo, Valentina Catalucci e Andrea Bernardini, fino al 5 maggio 2024, Orari dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19.15( chiusura biglietteria alle 18.15); Lunedì chiuso, Palazzo Ducale di Urbino, Piazza Rinascimento 13 Urbino, per informazioni Tel. 0722 2760, www.gallerianazionalemarche.it

 

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Articolo pubblicato il 31/10/2023