La Santa Sede chiama Biden e Erdogan per risolvere il conflitto fra Palestina e Israele

Il Corpo Diplomatico del Vaticano all'opera per mettere fine alla sanguinosa guerra nella Striscia di Gaza.

In questi giorni il Corpo Diplomatico dello Stato della Città del Vaticano, per mezzo di Sua Eccellenza Reverendissima, monsignor Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, ha contattato il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, Hossein Amir-Abdollahian.

Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha diramato una nota nella quale ha fatto sapere che “nella conversazione monsignor Gallagher ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Israele e in Palestina, ribadendo l’assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto e di addivenire alla soluzione dei due Stati per una pace stabile e duratura nel Medio Oriente”.

Jorge Mario Bergoglio ha già provveduto ad esortare i Cattolici presenti in Medio Oriente ad adoperarsi per costruire un clima di pace.

Contestualmente ha effettuato una telefonata al Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, per chiedergli un intervento risolutivo di pace.

Quasi in contemporanea, l’inquilino di “Santa Marta” ha preso contatti con il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, per domandargli di farsi promotore di dialogo, mediazione e pace tra i Paesi di fede islamica.

Erdogan, nella conversazione con il monarca del Vaticano, ha fatto sapere che “il silenzio della Comunità Internazionale su Gaza è imbarazzante”.

A preoccupare Bergoglio – e con lui gran parte del Mondo Occidentale – sono i dati che arrivano dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che parla di quotidiano aumento di morti civili.

A destare apprensione anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che denuncia mancanza di acqua potabile, carenza di posti letto negli ospedali, scarsità di farmaci e di materiali utili per il trattamento sanitario dei feriti.

Tutti gli organismi internazionali implorano un “cessate il fuoco” per permettere alle diplomazie dei singoli Paesi di sedersi attorno ad un tavolo e cercare una possibile soluzione al conflitto.

La situazione è in divenire. La storia ci darà – com’è sempre stato – l’ardua sentenza.

 

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Articolo pubblicato il 02/11/2023