Giuseppe Argentero – Cuore intrepido per la libertà italiana

Di Alessandro Mella

Quanti ventenni furono travolti dalla furia, dalla ferocia, della guerra che insanguinò il nostro sfortunato paese tra il 1943 e la tarda primavera del 1945?

Nella bufera, nel rancore e nell’odio, si confrontavano quei ragazzi che avevano scelto di combattere per una nuova libertà che mai avevano conosciuta, dall’altra coloro i quali non erano riusciti a smarcarsi da vent’anni di regime e nel mezzo le truppe tedesche occupanti. Impietose nei giudizi e nell’azione, violente nelle rappresaglie infamanti.

Di una di queste fu vittima un nemmeno ventenne, di soli diciannove anni, eppure con lo spirito d’uomo coraggioso e maturo.

Giuseppe Argentero era nato a Foglizzo, nel cuore del Canavese, il 9 gennaio 1925 da Giuseppe ed Emilia Pistone. (1) Venuto al mondo pochi giorni dopo il famoso discorso di Mussolini alla camera del 3 gennaio, quello, per intenderci, con cui egli rivendicò la crisi seguita al delitto di Giacomo Matteotti. Scherzi della storia? Forse.

Crebbe in un’Italia assai più complessa della nostra, scossa da tanti avvenimenti, da venti perpetui di guerra. Nondimeno trovò impiego all’impresa Nebiolo di Torino dedita alla produzione di caratteri tipografici. (2)

Poi vennero l’implosione del regime fascista, l’armistizio dell’8 settembre 1943, i dubbi e le incertezze.

Ma di fronte l’arruolamento coatto nell’esercito della Repubblica Sociale, costituitasi dopo la liberazione di Mussolini dal Gran Sasso, il nostro Giuseppe non ebbe dubbi e prese la via “dei monti”.

Si unì ai partigiani della Divisione Giorgio Davito il 20 luglio 1944, un’altra data segnata dalla storia perché mentre lui compiva questo passo importante a Rastenburg una bomba esplodeva nel vano tentativo di abbattere Adolf Hitler ed il suo regime. Mentre, altra ironia della sorte, Mussolini era in viaggio verso la Germania per incontrare il suo sodale germanico.

La sua coraggiosa militanza nella Resistenza, purtroppo, ebbe durata di pochi intensissimi mesi. Sulla fine dell’anno, infatti, un’azione partigiana portò alla morte di un sottufficiale tedesco.

Come prevedibile le autorità militari germaniche disposero immediatamente perché si procedesse con una rappresaglia che vendicasse il proprio camerata caduto.

Il nostro Giuseppe, purtroppo, si ritrovò nella rete tesa dai tedeschi e con nove altri partigiani e compagni fu condotto a Cascinette d’Ivrea per la realizzazione del diabolico piano di vendetta.

Tra via Cascinette e Bertarione il gruppo fu messo al muro e qui fucilato tra la sconcerto della popolazione:

IVREA. Giuseppe Argentero (nato a Foglizzo il 9 gennaio 1925, appartenente al Rgpt Davito); Pietro Buò (nato a Torino il 24 febbraio 1913, caporal maggiore di Fanteria, partigiano della Divisione Davito); Francesco Colla (nato a Torino il 24 febbraio 1919, sergente maggiore nell’Esercito, commissario di distaccamento del Rgpt Davito); Giuseppe Melano - “Beppe” (nato a Torino il 26 maggio 1925, tornitore, partigiano della 40 Divisione Garibaldi, catturato a Monasterolo); Oreste Navone - “Pianeta” (nato a Moncalieri il 5 ottobre 1913, partigiano della Divisione Davito).

E ancora: Alberto Rinetti - “Bertino” (nato a Torino il 15 ottobre 1912, partigiano nel Rgpt Davito); Giulio Roncaglia - “Spigolo” (nato a Villar Perosa l’11 gennaio 1924, capo squadra della 40 Divisione Garibaldi); Francesco Saraiba (nato a Ciriè il 28 luglio 1922, partigiano nella Divisione Davito).

Sono tutti i nomi degli otto partigiani che il 31 dicembre 1944 furono fucilati dai tedeschi nei pressi del luogo, all’incrocio tra le vie Cascinette e Bertarione, ove la settima scorsa, a loro perenne memoria è stato collocato un pannello che ne racconta il sacrificio. 

Si trattò di una rappresaglia conseguenza dell’uccisione, ad opera dei partigiani attivi nella zona di Ivrea, di un sottoufficiale tedesco. (3)

Oggi, dunque, un ricordo è stato affidato ad un pannello collocato ove si consumò il doloroso episodio. (4)

Si concluse così la giovane esistenza di quei ragazzi e con loro quella del nostro Giuseppe, un diciannovenne appena affacciatosi alla vita adulta.

Eppure, già costretto a fare i conti con la durezza dei suoi tempi. Fino ad un sacrificio estremo il cui valore non può e non vede essere dimenticato.

Alessandro Mella

NOTE

1) Commissione Regionale Piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane, Scheda Giuseppe Argentero tramite il portale Partigiani d’Italia.

2)https://www.museotorino.it/view/preview/61584ec543354308bcbfeb7f249ed4e1/1  (Consultato 20 febbraio 2023).

3) https://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cronaca/2011/05/11/news/gli-otto-nomi-da-non-dimenticare-1.217383 (Consultato 20 febbraio 2023).

4) Domani mattina, 5 maggio, alle 10, in via Cascinette, angolo via Bertarione, ultimo appuntamento di Anpi e Comune di Ivrea per le celebrazioni del XXV Aprile. Sarà inaugurato un totem posto a ricordo dei partigiani caduti Giuseppe Argentero, Pietro Buò, Francesco Colla, Giuseppe Melano, “Beppe” Oreste Navone (nome di battaglia Pianeta), Alberto Rinetti (Bertino), Giulio Roncaglia (Spigolo), Francesco Saraiba. Interverranno, oltre ai rappresentanti istituzionali, gli alunni della scuola primaria Fiorana, che canteranno e leggeranno poesie. (La Sentinella del Canavese, 54, Anno CXIX, 4 maggio 2011, p. 11).

IVREA - Oggi, giovedì 5 maggio, alle 10 viene inaugurato un totem a ricordo dei partigiani caduti in via Cascinette, angolo via Bertarione. Partecipano gli alunni della scuola elementare Fiorana con canti e poesie, e la lettura dei nomi dei singoli partigiani: Giuseppe Argentero, Pietro Buò, Francesco Colla, Giuseppe Melano “Beppe”, Oreste Navone “Pianeta”, Alberto Rinetti “Bertino”, Giulio Roncaglia “Spigolo”, Francesco Saraiba. (Il Risveglio Popolare, 17, Anno XCI, 5 maggio 2011, p. 11).

 

 

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Articolo pubblicato il 13/11/2023