Francesco Nullo: il garibaldino che andò a combattere per la libertà della Polonia

Una storia risorgimentale che ci propone la prof.ssa Cristina Vernizzi

Ci giunge dalla  prof.ssa Cristina Vernizzi -  Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana-Sezione di Torino-Piemonte e componente del Centro Internazionale Studi Risorgimentali Garibaldini di Marsala -  l’interessante articolo che, pur classificabile nel contesto della “storia minore”, in realtà si rivela uno strumento che si inserisce e che arricchisce la “Grande Storia”.

 

L’Autrice, con una sintetica ed efficace narrazione, ci propone la figura del garibaldino Francesco Nullo che, tra avventurose vicende politiche e personali, spinto da una irrefrenabile vocazione per l’affermazione della “Libertà dei Popoli”, non esita a raggiungere, con un nutrito manipolo di volontari bergamaschi, il teatro di guerra polacco, dove muore in combattimento da valoroso eroe.

 

Il clima risorgimentale, che ha alimentato e condizionato le scelte di vita, sovente tragiche, di tante “figure storiche”, continua a sollevare un inevitabile dubbio. Realizzare la “Libertà”, anche quando è più sognata che reale, può coinvolgere una persona fino all’estremo sacrificio?

La storia, nel suo lungo fluire, lo conferma dall’antichità fino ai giorni nostri,  esclusivamente per una esigua e particolare minoranza d’individui: quelli che, privati di questa irrinunciabile prospettiva “ideale”, ritengono senza senso e valore privilegiare l’esistenza dei destini personali. E’ probabile che Francesco Nullo fosse uno di questi idealisti!

 

Nel ringraziare l’Autrice, per la sua preziosa collaborazione, auguriamo una buona lettura. (m. b.)

 

 

 

FRANCESCO NULLO (Bergamo 1826- Krzykawka 1863)

 

Il garibaldino bergamasco che andò a combattere per la libertà della Polonia -  di Cristina Vernizzi

 

 

 

 Nel 1863 Francesco Nullo ha alle spalle una lunga esperienza di battaglie combattute sia come regolare nell’esercito sardo, ma soprattutto come volontario al seguito sempre di Giuseppe Garibaldi.

Nato a Bergamo nel 1826, ha partecipato alle cinque giornate di Milano, ha combattuto a difesa della Repubblica Romana,  poi nella seconda guerra di indipendenza e successivamente tra i Mille dove è accorso con i suoi volontari bergamaschi. Con loro ha compiuto gesta epiche e i  poeti Marradi e D’Annunzio ne hanno  esaltato il valore, definendolo  Il Fieramosca della spedizione garibaldina

È colonnello dei Cacciatori delle Alpi e dopo la disavventura della spedizione di Aspromonte che lo ha visto arrestato e imprigionato in Piemonte nel forte di Bard, vive nella sua Bergamo dove svolge con successo un’attività commerciale. E qui  viene raggiunto dalla notizia della insurrezione polacca del gennaio 1863.

Occasione della lotta era stata la leva obbligatoria nell’esercito russo imposta dallo Zar alla popolazione . Questa, sottoposta da quasi 100 anni al dominio russo e spartita con Austria e Prussia, ha reagito con il miraggio della riconquista della libertà e della ricomposizione del territorio nazionale.

 

In Nullo c’è il ricordo vivo  degli studenti polacchi che con la loro bandiera, guidati  dal poeta Adam Mickiewicz erano accorsi in aiuto a Milano nel 1848; aveva combattuto al fianco della legione polacca costituitasi a sostegno dei Mille di Garibaldi, e non può non intervenire per la loro libertà 

 

Sostenuto dall’ampia risonanza che il conflitto  ha in Italia dove il Parlamento  dichiara la solidarietà con gli insorti, Nullo raccoglie un manipolo di volontari bergamaschi. 

Lungo il percorso si uniscono i cadetti della scuola militare polacca di Cuneo. Istituita nel 1861 a Genova, con lo scopo di preparare  milizie pronte ad intervenire per la libertà del loro Paese, dall’anno precedente era a Cuneo e ora dà il proprio contributo con arruolamenti numerosi. Molti altri accorrono da tutta Europa e in fine con  circa  600 uomini si trova ad affrontare l’esercito russo sui confini della Polonia.

Pur sotto il comando del generale polacco Miniewski, Nullo guida i suoi in una guerriglia che all’inizio fronteggia validamente le truppe zariste. Ma la preponderanza numerica e il superiore equipaggiamento del nemico, rendono le operazioni difficili. Dopo violenti attacchi  e  una difesa accanita, resta in sella al suo cavallo fino ad essere travolto dalle milizie russe.  Cade con molti dei suoi compagni, sul campo a Krzykawka, nei pressi di Cracovia, colpito da un proiettile, il 5 maggio. È lo stesso  giorno  che aveva segnato il suo ingresso tra i Mille.

L’eroismo gli viene riconosciuto anche dal generale avversario che lo fa deporre in una cassa rivestita di velluto rosso e gli vien tributato  l’onore delle armi.

 A guerra conclusa, nel 1864 Teodor Tripplin,  già ufficiale medico nella Scuola Militare polacca di Genova e di Cuneo, scriverà un  dramma teatrale sul contributo delle donne alla insurrezione.

In Polonia è un personaggio molto popolare, a lui sono dedicate  delle strade a Varsavia e a Cracovia dove sono stati eretti anche i monumenti in suo ricordo. Il Museo Nazionale di Varsavia gli ha riservato  un ampio spazio con cimeli e immagini e la sua figura  è studiata sui libri di scuola.

 

 

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Articolo pubblicato il 13/11/2023