Elio Mattioda: Un partigiano del Canavese

Di Alessandro Mella

I lunghi e terribili mesi del conflitto che insanguinò l’alta Italia tra il 1943 ed il 1945, guerra di liberazione ma anche drammatica guerra civile, procurarono decine e decine di vittime soprattutto tra i più giovani.

A confrontarsi c’erano due mondi, più generazioni, ma forse i ventenni pagarono il prezzo più alto. Sia da un lato sia dall’altro.

Elio Mattioda nacque il 9 ottobre 1924, a Castellamonte allora in provincia d’Aosta, da Giovanni e Delfina Chiuminatto. (1)

Come tanti coetanei anche lui, di fronte ai Bandi Graziani che imponevano alla sua classe l’arruolamento forzato nell’esercito della repubblica fascista, scelse di raggiungere le formazioni partigiane ed il 1° luglio 1944 si unì alla VI divisione Giustizia e Libertà.

Assunse il nome di battaglia, il nome partigiano, di “Pantera”.

Pochi giorni dopo, l’8 luglio, il nostro Elio fu testimone di una pagina poco edificante di storia quale fu la Strage di Ozegna. Il giorno in cui, con inganno infelice, furono uccisi diversi marò del battaglione Barbarigo della Decima Mas tra cui il comandante maggiore Umberto Bardelli.

Il nostro “Pantera”, allora appena entrato tra le fila partigiane, pochi minuti prima della sparatoria riuscì a rubare il mitra che l’autista del battaglione aveva lasciato sul sedile dell’autocarro. (2) Probabilmente il neo-partigiano per fortuna non fu tra coloro i quali spararono dai tetti su bersagli disarmati e inermi.

Passarono i mesi ed Elio divenne rapidamente un bravo e capace combattente, ma questo valore, dimostrato in azione più volte, non bastò a salvarlo dall’avversa fortuna.

La notte tra l’8 ed il 9 ottobre 1944 la sua brigata, la “Mario Costa”, risalì la Valchiusella verso Rueglio per scampare a reparti tedeschi in avanzata. Disgraziatamente cinque partigiani, dovendo fare i conti con un guasto all’autocarro, persero del tempo accumulando un fatale ritardo poiché vennero sorpresi alle Benne di Oglianico.

Con i polsi legati e l’animo straziato furono condotti, a piedi, verso i Mastri di Bosconero e qui, alla schiena, mitragliati a morte. Tra loro il nostro Elio “Pantera” Mattioda, ucciso insieme a Franco Dusi, Mario Dazzo, Bartolomeo Bruatto (di cui parlai in altro testo) e Ugo Marcone. (3)

Elio andò a morire, brutti scherzi della storia, il giorno del suo compleanno. Quello in cui andava compiendo vent’anni. Era nato il 9 ottobre 1924 e fu assassinato il 9 ottobre 1944.

Diversi anni dopo le autorità riconobbero il sacrificio del giovane Mattioda con una medaglia d’argento al valore militare alla memoria:

 

MATTIODA Elio di Giovanni e di Peila Chiuminatto Delfina da Castellamonte (Aosta), classe 1924, soldato partigiano combattente (alla memoria).

Volenteroso partigiano, partecipava a tutte le numerose operazioni svolte arditamente dalla sua brigata d’assalto nel corso di venti mesi, riportandone anche una lieve ferita.

Offertosi volontario per una rischiosa missione tendente a far saltare una caserma occupata da reparti repubblichini, con il suo sangue freddo contribuiva validamente alla completa riuscita di questa, che doveva recare notevoli danni all’avversario.

Catturato qualche giorno dopo e riconosciuto come uno dei più arditi partigiani della zona, veniva senz’altro passato per le armi, chiudendo magnificamente la sua vita di valoroso combattente per la libertà”.

Novara, 25 - 26 settembre 1944, Mastri Rivarolo Canavese, 9 ottobre 1944. (4)

L’episodio citato nella motivazione pare essere quello della Caserma Perrone di Novara una cui parte crollò nel settembre 1944 in seguito ad un’esplosione. Nella struttura, infatti, avevano trovato posto alcuni reparti della Divisione Littorio. Tuttavia, le fonti non concordano sulla data con differenze di pochi giorni oscillando sempre tra il 24 ed il 28 settembre. La vicenda fu così riportata nei notiziari della GNR della RSI:

Il 28 settembre u.s., in Novara, lo scoppio di un ordigno causa il crollo di una parte della caserma PERRONE. Vittime in corso di accertamento. (5)

Con riferimento alla segnalazione inserita nel notiziario del 2 corrente, si comunica che, in seguito allo scoppio di un ordigno, avvenuto nell’interno della caserma Perrone di Novara, sono rimasti uccisi 9 militari e altri 3 hanno riportato ferite varie. (6)

Ovviamente diversi furono i toni della Resistenza nel relazionare il fatto ai propri comandi superiori:

La caserma "Perrone" di Novara, sede delle Brigate Nere e di reparti repubblicani è stata fatta saltare da pochi uomini della Colonna d'Assalto "Mario Costa", spintisi lontanissimo dalle loro basi per colpire il nemico nel cuore.

Gli arruolati nell'esercito fascista giudicati non del tutto indegni erano stati precedentemente invitati a disertare e quasi tutti avevano aderito, passando con i Volontari della Libertà o cedendo le armi.

Il Patriota incaricato di accendere la miccia che doveva far brillare i 60 kg di esplosivo, sorpreso da un milite armato di mitra lo disarmava e lo immobilizzava. I patrioti, a missione compiuta, rientravano su una macchina strappata e rinnegati francesi comandati dai tedeschi e, durante il viaggio, disarmavano due vicebrigadieri della GNR. Il nemico accusa 12 morti, ma le sue perdite sono certamente maggiori, a parte i feriti ed i danni materiali. (7)

Si noti che la “Mario Costa” era proprio la formazione del nostro “Pantera”.  L’azione a svantaggio dei due sottufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana potrebbe essere quella riportata anche dalla parte “lesa”:

Il 28 settembre u.s., in Carpignano Sesia, due militi della G.N.R., venivano aggrediti da numerosi banditi. Un milite rimaneva ferito gravemente, mentre l’altro veniva catturato. (8)

Del nostro Elio e dei suoi compagni di lotta rimase e rimane vivo il ricordo e mai, nel tempo, sono mancate le commemorazioni in memoria del sacrificio che essi dovettero subire:

Rievocato ieri a Rivarolo il martirio di dieci patrioti.

Rivarolo Can., lun. mattina. (g.l.) Il ventennale della lotta di Liberazione è stato celebrato ieri nella piccola frazione di Argenterà di Rivarolo, dove il 9 ottobre 1944 vennero fucilati cinque partigiani: Mario D'Azzo, Giacomo Cat Berrò, Elio Mattioda, Bartolomeo Bruatto e Franco Dusi.

Pochi mesi più tardi, il 22 marzo 1945, furono uccisi dal nazifascisti altri cinque patrioti: il tenente Renzo Scognamiglio, Il sergente Mario Porzio, Antonio Ugolini, Sergio Tamietti ed Alessandro Bianco, tutti appartenenti alla 6^ divisione alpina «G.L.» che erano stati catturati qualche giorno prima ad Argentera, portati a Volpiano dove vennero torturati nella caserma della «Folgore» e poi ricondotti ad Argenterà per la fucilazione, avvenuta lungo il muro esterno del cimitero.

Il camposanto è stato ampliato nel dopoguerra, ma quel breve tratto di muro è stato giustamente conservato e si erge ora a ricordo nel mezzo del recinto.

Qui, dopo la messa, ha tenuto la commemorazione ufficiale l'on. Giovanni Bovetti, il quale partecipò al movimento di Liberazione in questa zona. Egli ha ricordato tutti i martiri di Argenterà, a cominciare dal tenente Renzo Scognamiglio, giovane di Azione Cattolica che, prima della fucilazione, scrisse una nobilissima lettera alla madre con espressioni di perdono per i suoi carnefici.

Hanno poi parlato l'ex comandante partigiano Aldo Grassotti, ed il sindaco cav. Gianetto. Erano presenti il nuovo presidente del l'Amministrazione provinciale avv. Oberto ed altre autorità, con i sindaci del circondario con i gonfaloni del loro Comuni. (9)

E del resto la memoria di questi giovani, il loro esempio, il loro coraggio, sono valori da custodire e tramandare, come esempio, alle generazioni future con la speranza che mai pagine queste abbiano a ripetersi.

Alessandro Mella

 

NOTE

1) Commissione Regionale Piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane, Scheda Elio Mattioda tramite il portale Partigiani d’Italia.

2) La Decima Mas, Ricciotti Lazzero, Rizzoli Editore, Milano, 1984, p. 94.

3) http://www.bertapiero.it/garibaldi/il%201944.htm (Consultato 15 gennaio 2022).

4) Decreto 17 gennaio 1957, registrato alla Corte dei Conti il 22 luglio 1957, Presidenza, registro  9, foglio 272. In Gazzetta Ufficiale, 137, Anno XCIX, 10 giugno 1958, p. 2442.

5) Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana, 2 ottobre 1944, p. 13.

6) Ibid., 7 ottobre 1944, p. 20.

7) Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia, Corpo Volontari della Libertà, Bollettino delle Azioni Partigiane, 13, Protocollo 131, 15 novembre 1944, p. 16.

8) Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana, 2 ottobre 1944, p. 13.

9) La Stampa, 68, Anno XCVII,22 marzo 1965, p. 5.

 

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/11/2023