Ferrara – L’universo di Leo Contini Lampronti

Una mostra alla scoperta di questo eclettico artista recentemente scomparso, attraverso la sperimentazione artistica e l’ispirazione religiosa. La ricca produzione artistica esposta per la prima volta nelle sale del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah a Ferrara, fino al 4 febbraio 2024

In attesa della grande esposizione dedicata al secolo breve, in programma nella primavera 2024, gli ambienti del MEIS, propongono fino al 4 gennaio 2024 la mostra, “Ritorno a Ferrara. L’universo di Leo Contini Lampronti” curata da Hava Contini e Yaet Sonnino-Levy, un percorso che invita alla scoperta dell’universo artistico di Leo Contini Lampronti. La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Ambasciata d’Israele in Italia, e il sostegno del  MEIS: Intesa Sanpaolo.

Arte e fede erano due concetti inseparabili per Leo. Agiva spinto dalla sua interiorità  e confidava - scrive nel saggio Hava Contini, figlia  di Leo Contini Lampronti – che ciò che faceva fosse giusto e rilevante proprio perché guidato dalla fede. Omanuto emunato ( sono le parole in ebraico ) il cui significato  è: la sua arte  è la sua fede, sono scritte sulla tomba di Leo Contini Limpronti nel cimitero di Kiryat Shaul uno dei cimiteri fuori Tel Aviv, dove riposa dopo la sua morte ”.

La ricca produzione di opere presentate al MEIS  ripercorrono le evoluzioni stilistiche dell’artista,  con un forte legame con Ferrara la città dei suoi genitori. Una Ferrara fisica e metafisica che viene espressa nelle sue opere. Il cognome Contini è una delle Comunità ebraiche più antiche d’Italia.  

Nel percorso espositivo,   si vuole appunto riscoprire quell’artista eclettico curioso, che lo incontriamo nelle  tele come “la coppia”( il pane ferrarese), la bicicletta, e i sassi del ciottolato della via del centro storico di Ferrara, simboli di una memoria famigliare che abita l’immaginario dell’artista, traducendosi in segni pittorici.

Dario Disegni – Presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS – afferma  che  la mostra vuole raccontare una molteplicità di storie. Una di queste, è quella di Leo Contini Lampronti come ebreo italiano del Novecento, che interagisce con il Tempo e le sue conseguenze.

Che vive in un nuovo mondo, Israele, e si confronta  con le sue radici e le sue nuove scoperte; che gioca con lingue  e linguaggi  senza mai dimenticare il suo rapporto con il Paese da cui discende. La sua vita e le sue opere sono dunque anche il riflesso dell’Ebraismo italiano del Novecento, tra domande, dubbi, difficoltà e possibilità”.

“Prima di conoscere Leo Contini Lampronti, ho incontrato le sue opere “ Scrive nel saluto istituzionale il Presidente del MEIS Amedeo Spagnoletto Il dilemma su cosa si intenda per arte ebraica- se arte fatta da ebrei o espressione di temi ebraici - trovo che giunga a sublimazione con Contini e la sua opera:uno spazio ideale nel quale i due concetti si incontrano e trovano armoniosa compenetrazione”.

Leo Contini Lampronti  nasce a Nizza nel 1939 da genitori ferraresi,  nel 1967 si trasferisce a Tel Aviv dopo avere conseguito la laurea in ingegneria nucleare. Proprio in Israele, Leo Contini Lampronti esplora e sperimenta  forme e  tecniche, dedicandosi completamente all’arte e confrontandosi con lingue, parole e mondi diversi.  La sua produzione spazia tra disegni, oggetti rituali ebraici, sculture, dipinti e creazioni originali, tra cui le totomanie, le anasculture e gli ARKS.

La mostra è accompagnata da un agevole e prezioso  catalogo edito da Pacini Editore, con saggi di: Hava Contini, Saul Contini, Andrea Pesaro, Vittorio Modena, Davide Cassuto, Leo Contini Lampronti, Yael Sonnino-Levy - Valeria Ottolenghi, Marc Sheps, Arie Berkowitz.

Descrizione immagini:

Foto copertina catalogo

Foto 1 Leo Contini Lampronti”Autoritratto veduta parziale”, Tel Aviv, 1984, tempera e olio su tela 56x40cm, Collezione Leo Contini Lampronti

Foto 2 Bicchiere da Qiddush a riflessione anamorfica, Giaffa, 2016, argento inciso, altezza bicchiere 8 x diametro piatto 16cm, Collezione Leone Yehuda Hassan, modello presentato al Concorso Internazionale di Judaica di Gerusalemme

Foto 3 Ferrara città ciclica, Ferrara, 1985, litografia, 50x70cm, Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano  e della Shoah – MEIS – Ferrara

Foto 4  Leo Contini Lampronti “Veste a strisce svolazzante “, Tel Aviv, 1988, tempera, olio e foglie d’oro su tela, 54x49 cm, Collezione Anna e Lamberto Piperno Corcos

Foto 5 Leo Contini Lampronti “Autoritratto in bagno”, Tel Aviv, 1986 tempera su tela, 52x60cm Collezione Leo Contini Lampronti

Foto 6  Leo Contini Lampronti “Trico(t)machi”a, Parigi, 1986 tempera e olio su tela, 150x150cm, Collezione Leo Contini Lampronti

Foto 7 Calice da Qiddush Gradient  su zampe, Giaffa, 2015, argento, altezza 13xdiametro 6,5 cm, Collezione Hava Contini

Foto 8 Leo Contini Lampronti, “Coppia fra le lenzuola Pane ferrarese”, Ferrara, 1985/Milano, 1994, tempera e olio su tela, 86x106cm, Collezione Susan Milano

Foto 9 Leo Contini Lampronti “ Strada del Ghetto di Ferrara”( particolare del dittico), Ferrara 1985, tempera su tela, 95x130cm

Le immagini che documentano il testo sono tratte dal volume della mostra:

 “Ritorno a Ferrara. L’Universo di Leo Contini Lampronti”, MEIS ( Museo Nazionale  Dell’Ebraismo Italiano e della SHOAH)  Ferrara, Via Piangipane, 81 Ferrara, Orario martedì-domenica 10.00-18.00, lunedì chiuso. Per informazioni:+39 0532. 1912039; +39 342.5476621, fino al 4 febbraio

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Articolo pubblicato il 30/01/2024